La tua gatta ha appena partorito ma non vuole nutrire i suoi piccoli gattini? Ecco le probabili cause e come aiutarla a superare il momento.
Di solito nelle cagne che hanno appena partorito può nascere l’istinto di rifiuto nei confronti dei piccoli neonati. Eppure anche nei gatti, e soprattutto nelle femmine primipare, ovvero alla loro prima gravidanza può accadere che non vogliano saperne del loro ruolo materno. Le cause possono essere diverse ma è importante capire quali sono per aiutare la mamma gatta a superare questo difficile momento di estraneità ai suoi piccoli.
Se la gatta non vuole allattare i suoi piccoli è necessario intervenire in tempo per evitare altre spiacevoli conseguenze. I gattini hanno estremo bisogno del latte materno, che costituisce il pasto più completo e sano della loro alimentazione. Prima di ricorrere al latte artificiale, mai quello vaccino, è importante cercare di convincere la gatta a ricoprire il suo ruolo di ‘madre’.
Alcune gatte, soprattutto quelle alla prima esperienza di parto, possono sentirsi inesperte e inadeguate a prendersi cura dei loro piccoli che, come dei neonati, dipendono totalmente da lei e cercano il suo contatto costantemente.
L’ambiente in cui una gatta partorisce è estremamente importante poiché influisce sul suo modo di essere e sul suo atteggiamento post-partum. Rumori assordanti, ambiente caotico, suoni persistenti creano una sorta di agitazione nella mamma. Quando sta per avvicinarsi il momento del parto preoccupiamoci di trovare un ambiente tranquillo, magari al riparo dalle voci dei bambini e dai rumori della strada o della casa.
E’ probabile che una madre non allatti perché le manca la ‘materia prima’, cioè il latte. Il pianto lamentoso dei gattini, affamati poiché non riescono a succhiare il giusto sostentamento, potrebbe innervosirle. In questo caso la gatta prova ad allattarli ma non vi riesce e vi rinuncia.
Una gatta che affronta il parto si sottopone comunque ad un grande sforzo: ciò potrebbe compromettere la sua salute fisica. Se già le condizioni erano precarie, col parto potrebbe avere nuovi disturbi come nausea, vomito, febbre alta. Quindi la scarsa salute della madre potrebbe impedirle di allattare e prendersi cura dei suoi piccoli appena nati.
Se la cucciolata ha poche speranze di sopravvivere una mamma lo avverte. E paradossalmente potrebbe rinunciare ad allattarli per non sprecare le sue energie. Sembra una motivazione piuttosto crudele, ma in realtà si tratta di istinto di sopravvivenza.
Se un micio nasce con infezioni e patologie che mettono seriamente a rischio la sua sopravvivenza è facile che la mamma gatta addirittura lo allontani dal resto della cucciolata per evitare che possa contagiarli. Anche questo fa parte dell’istinto di sopravvivenza di una madre che per il bene dei suoi figli ne sacrifica uno, quello più debole. Può sembrare un comportamento crudele ma rientra nell’istinto animale che spesso non combacia con quello dell’uomo.
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Se la mamma non riesce a prendersi cura dei neonati gattini allora è fondamentale fare qualcosa per aiutare non solo la gatta ma anche i suoi piccoli gattini, che hanno in questo momento hanno particolarmente bisogno di un aiuto per sopravvivere. Ecco quali sono le mosse giuste da fare per non mettere a repentaglio la madre e i piccoli.
Contattare immediatamente un esperto è la soluzione migliore. Lui saprà aiutare la mamma e i suoi piccoli a capire dov’è il problema e in che modo superarlo. Di certo avrà bisogno di fare esami specifici per diagnosticare eventuali patologie in corso. Di certo se la mamma sta male bisogna curarla per fare in modo che riesca a prendersi cura dei gattini.
Se la mamma non riesce o non vuole allattarli, i piccoli non possono restare a lungo senza mangiare: bisogna che provvediamo noi stessi al loro nutrimento. Prediligiamo sempre prodotti di prima qualità, soprattutto in un momento così delicato come quello immediatamente successivo alla nascita. Il latte in polvere è l’ideale, e bisogna somministrarglielo ogni 2-3 ore al giorno. Inoltre appena hanno finito di mangiare proviamo a stimolare il loro apparato digerente con dei leggeri massaggi sulla pancia. Facciamo attenzione perché questa zona è tra le più sensibili dei nostri amici felini: anche se ci mostrano la pancia non vogliono in realtà che la tocchiamo con troppa veemenza.
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F.C.
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