La maggior parte delle infezioni sono asintomatiche, ma nel 10% dei casi si hanno aborti, bambini nati morti o danni al sistema nervoso centrale. L’incidenza è più alta quando l’infezione avviene nel primo trimestre della gravidanza. I neonati gravemente colpiti sono affetti da retinocoroidite e necrosi cerebrale e possono presentare epatosplenomegalia, insufficienza epatica, convulsioni e idrocefalo. Se la mamma contrae l’infezione durante i mesi di gravidanza, non è detto che anche il feto si infetti. Se però questo avviene, i danni possono essere tanto maggiori quanto più precocemente avviene il contagio.
La diagnosi della toxoplasmosi animale ha quindi due finalità, e cioè di salvaguardia della salute animale e di quella umana. L’iter diagnostico dell’infezione toxoplasmica negli animali necessita delle risultanze di più esami anche se gli unici probanti sono esclusivamente quelli in grado di evidenziare o il parassita (esami coprologici, biologici ed istopatologici) o la risposta immune da esso evocata (test sierologici)
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