Tutte le leggende sulla “M” sulla testa dei gatti tigrati

Tutte le leggende sulla “M” sulla testa dei gatti tigrati

Sulla testa dei gatti tigrati sembra esserci la lettera “M”: ecco tutte le leggende che cercando di spiegare la presenza di questo simbolo.

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(Foto Adobe Stock)

Alcuni gatti, come quelli tigrati, hanno una “M” disegnata sulla testa; ci sono numerose leggende che motivano la presenza di questo segno: scopriamo le più affascinanti all’interno del nostro articolo.

Segno della “M” sulla testa dei gatti: tutte le leggende che spiegano la sua comparsa

Secondo alcune ricerche sulla genetica dei felini domestici, il segno a forma di lettera che i mici presentano sulla fronte contraddistingue alcune razze.

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(Foto Instagram)

Si tratta di pelosetti come il gatto Abissino, originario dell’Egitto, il Bengala e in generale i felini tigrati.

Ci sono numerose leggende riguardo a quella “M” sulla testa dei gatti, a cominciare da quella cristiana per arrivare fino al mondo islamico: non ci resta che scoprirle tutte!

La leggenda su Maometto

Tra le leggende che cercano di spiegare la presenza della “M” sulla testa dei gatti ce n’è una legata al mondo Islamico.

Gatto Abissino
(Foto Pinterest)

Si narra che Maometto avesse un gatto di nome Muezza che gli salvò la vita ferendo un serpente che voleva attaccare il profeta.

Da quel giorno, in segno di riconoscimento, Maometto mise una “M” sulla loro testa per ricordare non solo che amava i gatti e ma che dovevano essere rispettati.

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Il mito cristiano

C’è anche un mito cristiano tra le leggende che svelano il motivo della presenza di una “M” sulla testa dei gatti.

Razze di gatti che miagolano meno
(Foto Pixabay)

La storia narra che una notte Gesù bambino non voleva dormire e così, la Vergine Maria gli cantò una serie di ninne nanne per fargli prendere sonno, ma senza successo.

A quel punto, la Vergine preoccupata si rivolse agli animali chiedendo loro di aiutarla.

Il gallo risposte che “era fatto per svegliare e non per far addormentare le persone”, mentre il topolino spiegò che con i suoi denti rosicchiava ogni cosa e temeva di svegliare bambin Gesù.

Il lupo scappò; il bovino ammise che avrebbe dormito troppo, mentre l’asino replicò che non sapeva cosa fare.

Infine, la pecorella emise solo un piccolo suono del tipo “Ba-a-ah”.

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Solo un gatto tigrato accolse la richiesta della Vergine e saltò nella culla, accoccolandosi al fianco del bambino.

Gesù si addormentò grazie alle fusa del gatto e la Vergine, dopo aver asciugato le sue lacrime, si rivolse a Dio, chiedendo una ricompensa per il micio.

Il Padre Eterno ripose che avrebbe segnato il gatto con una “M”, iniziale del nome della Madonna e che tutti i suoi discendenti tigrati avrebbero avuto il monogramma di Maria.

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