La dimensione dei gatti è aumentata nei secoli
Uno studio condotto all’Università di Copenaghen da Julie Bitz-Thorsen guidata dall’archeezoologa Anne Birgitte Gotfredsen, ha dimostrato che la dimensione dei gatti è cambiata nel corso dei secoli. Lo studio, pubblicato sul Journal of Archaeology danese, ha preso in esame i reperti archeologici presenti in Danimarca, in una sezione temporale che parte dall’età del ferro, passando per l’epoca dei Vichinghi fino al Medioevo fino (1600) per poi confrontare i reperti con quelli moderni, dal 1870 ad oggi
E’ emerso che a differenza del cane e molti altri animali che hanno ridotte le loro dimensioni con l’addomesticamento, ovvero il cane è più piccolo di 1/4 rispetto al suo antenato il lupo, i gatti al contrario hanno aumentato le loro dimensioni. In media, i gatti domestici sono cresciuti di circa il 16% tra l’età vichinga ad oggi.
Lo studio Bitz-Thorsen ha preso un esame centinaia di teschi di gatto, femori, tibie e altre ossa conservate presso il Museo Zoologico di Copenaghen. Resti con i quali le studiose hanno ripercorso circa 2000 mila anni. Molti reperti erano risalenti all’epoca vichinga quando i vichinghi usavano pelliccia di gatti. In base ai segni individuati sui resti, si può dire che i gatti erano spellati. Sono stati trovati segni di taglio, o reperti in cui il collo era stati spezzato”, hanno sottolineato le studiose.
“Questo cambiamento non è mai stato documentato altrove, per quanto ne so”, afferma l’archeozoologo Wim Van Neer del Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles.
Tra le ipotesi avanzate dai ricercatori, la dimensione sarebbe aumentata in base all’accesso al cibo. Ovvero, i gatti di oggi sono più grandi e più grossi perché mangiano di più. Un tempo, i felini domestici erano rispettati perché contribuivano a cacciare i topo dalle case e dai centri urbani. Con il passare del tempo, il gatto non ha più avuto bisogno di cacciare avendo accesso al cibo in casa.
Secondo i ricercatori, questo cambiamento nelle dimensioni dovrebbe essere tuttavia documentato da una mutazione genetica che spiegherebbe la crescita esponenziale. Per poter avvalorare questa tesi sarà pertanto condotto un esame sul DNA delle ossa rinvenute per poi estendere la ricerca sul piano internazionale.
Origini del gatto domestico
Infatti, i gatti domestici sono discendenti del gatto selvatico del Vicino Oriente (Felis silvestris lybica), un felino minuscolo e fulvo che ancora oggi vive nei deserti mediorientali. La più anticha testimonianza di addomesticamento dei gatti risale al 7500-B.C.E, da una tomba a Cipro, che è poi proseguito con gli antichi egizi.
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A partire dal 1700 a.C., i gatti iniziarono a navigare attraverso il Mediterraneo, trasportati a bordo delle navi come regali e per sradicare i roditori parassiti.
La presenza del gatto in Danimarca è documentata a partire dall’età del ferro. In una tomba di quel periodo gli archeologi hanno infatti trovato un amuleto realizzato con un osso di un arto di un gatto, utilizzato come amuleto. Mentre i vichinghi allevavano gatti sia per la loro pelliccia che per sradicare i topi.
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C.D.
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