Può essere molto utile anche a salvargli la vita: come addestrare il gatto a venire da te quando viene chiamato.
Educare il nostro Micio ad avvicinarsi a noi non fa solo parte della sua educazione ma è finalizzato anche ad evitare che possa farsi male in situazioni di pericolo: è necessario infatti trovare un canale di comunicazione chiaro e preciso per lui ma non solo. Per quanto stressante e impegnativo dobbiamo capire come addestrare un gatto a venire quando viene chiamato e come abituarlo a questo esercizio.
Gran parte di noi, pur non avendone uno in casa, conosce la natura del felino spesso testardo e indipendente, che difficilmente obbedisce ai comandi che gli vengono impartiti. Può capitare infatti spesso di chiamarlo e di essere completamente ignorati, per una serie di ragioni, non solo a causa del carattere.
Infatti questo animale, rispetto al cane, pare che riesca più difficilmente ad adattarsi alla relazione con l’uomo (padrone), in quanto si è auto-addomesticato e ha mantenuto la sua natura libera e indipendente pur vivendo insieme a lui.
Molto spesso infatti è Micio a prendere l’iniziativa, poiché decide che in quel momento ‘gli va’ di seguire le indicazioni che gli vengono impartite, spesso perché convinto da qualcosa che gli viene offerto in cambio: il più delle volte si tratta di cibo. Infatti riconoscono la voce dell’umano soprattutto quando è associata a qualcosa di positivo per loro, non perché ne capiscano il significato.
Oltre a scegliere una parola, un comando che sia semplice e chiaro per il felino, dovremo anche scegliere cosa ‘dargli in cambio’, quindi un premio, che spesso è di natura alimentare. Se la prima può essere appunto una parola chiara come ‘Vieni’ oppure ‘qui’, per quanto riguarda la ricompensa (in caso di esito positivo) dovremo scegliere tra i suoi snack o i suoi giochini preferiti.
In alcuni casi potrebbe anche ‘bastare’ qualche lode e qualche coccola (è bene scoprire dove fare i grattini al gatto), ma spesso non è così. Una volta che si saranno scelti questi due elementi fondamentali, facciamo in modo da creare attorno al felino un ambiente rilassante ma soprattutto privo di distrazioni, poiché dovremo dargli modo di concentrarsi solo su di noi.
Dopo aver deciso la parola-comando e la ricompensa, è importante mettersi ad una certa distanza dal felino e chiamarlo con un tono di voce chiaro e positivo. Qualora dovesse ascoltare il comando ed avvicinarsi, bisognerà dargli il rinforzo positivo per incoraggiarlo a ripetere l’operazione ogni volta che decideremo di farlo.
Non basta farlo una sola volta per assicurarsi che abbia ben compreso il comando: bisognerà ripetere l’esercizio ogni giorno (per almeno 5 minuti per due o tre volte) e non solo. Infatti oltre al reiterare il comando, sarà necessario anche ‘incrementare’ il livello di difficoltà, ovvero aumentando la distanza e chiamandolo anche da una stanza all’altra.
Proviamo anche a distrarlo con qualcosa che possa attirare la sua attenzione, come un richiamo, un suono o un oggetto, in modo da essere sicuri che in qualsiasi circostanza (soprattutto all’aperto) non abbia altro che lo attiri più del nostro comando.
Infine avremo la certezza che abbia compreso il comando solo quando si abituerà gradualmente a non avere nulla in cambio, alcuna ricompensa, ma solo per il fatto di eseguirlo ‘perché è il suo padrone a richiederglielo.
Poiché non sarà facile ‘convincere’ Micio ad eseguire i nostri comandi subito, è importante armarsi di pazienza e buona volontà, poiché non è così scontato che basti un dolce o una coccola a farlo avvicinare. Di sicuro bisogna anche concedergli il suo tempo e premiarlo ugualmente anche se lo fa in modo lento o apparentemente senza alcuna voglia.
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Infine facciamo attenzione a variare i premi e a scegliere quelli giusti per lui, che riesca a digerire e che ovviamente non gli risultino tossici. Non alziamo mai il tono della voce ma manteniamo la calma e la positività, poiché Micio sarà più felice di eseguire un comando dettato con allergia piuttosto che con rabbia.
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