Anche i gatti, come altri animali, possono essere luminosi ed è uno studio a dimostrare il fatto che siano biofluorescenti.
Forse avevate sentito qualcosa su questo argomento e sul fatto che ci sono alcuni animali in grado di essere luminosi. Si parla di animali un po’ distanti dalla nostra quotidianità, ma le ultime ricerche hanno rivelato che la fluorescenza si trova molto più vicino di quanto pensassimo.
Infatti, la scienza ha dimostrato che anche i gatti sono luminosi, ovvero sono biofluorescenti. È un tema un po’ particolare che non tutti, magari, possono trovare interessante o possono trovare tra le loro curiosità sui social.
Vale la pena, però, scoprire di che cosa si tratta perché è un fenomeno particolare che la scienza sta continuando a studiare da vicino e che permette agli studiosi di fare continue scoperte.
I gatti sono luminosi: gli studi
Quando pensiamo ad un gatto nella nostra testa c’è l’immagine di un piccolo felino con un bel pelo morbido e di diversi colori. Un gatto può essere bianco, nero, grigio, arancione oppure avere un mix di questi colori. Eppure la scienza ha appena affermato che i gatti sono luminosi. Che cosa si intende con questa espressione?
Significa che, se esposti ad alta frequenza, i loro corpi brillano. Accade anche ai koala e agli orsi polari, ma non si credeva che anche i gatti fossero in grado di farlo. Fino ad ora gli scienziati avevano trovato il fenomeno della biofluorescenza in rane, vombati e diavoli della Tasmania.
Il fenomeno di cui stiamo parlando consiste nell’assorbire luce ultravioletta ed emanarne una inferiore. L’effetto è una luce fluorescente che è evidente al buio.
La rivista Royal Society Open Science ha pubblicato uno studio condotto da alcuni ricercatori che hanno esaminato felini conservati nei musei dell’Australia per capire se anche i mammiferi potessero avere questa capacità.
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Analizzando i felini con la luce ultravioletta, gli scienziati hanno scoperto ben 125 specie biofluorescenti. In alcuni esemplari il fenomeno era limitato ai denti, mentre in altri in baffi, artigli, aculei o nel pelo bianco o chiaro.
Le conclusioni
Una volta scoperto che ci sono centinaia di specie viventi che sono in grado di assorbire ed emettere luce, a quali conclusioni sono arrivati gli studiosi?
Questi dati hanno fatto capire agli studiosi in modo evidente che la biofluorescenza è un fenomeno molto diffuso, molto più di quello che credevano. Prima si credeva che fosse limitato agli animali notturni, invece adesso si sa che non è affatto così.
Ci sono molti mammiferi che hanno questa capacità e bisogna capire perché. Le prime ipotesi sono state fatte su due fronti: il fatto di migliorare la visibilità di notte e il fatto di sfuggire più rapidamente ai pericoli quando c’è buio.
In ogni caso, sono necessari degli approfondimenti e le ricerche potrebbero essere ancora lunghe e in grande quantità. Sicuramente gli studiosi si prenderanno del tempo per approfondire quanto scoperto e per andare oltre con altri esperimenti su altre specie di animali esistenti.