Fino a che punto sono indipendenti da noi i nostri felini? Vediamo quanto il gatto sente la mancanza del suo padrone e se è sempre vero.
Che i gatti siano animali indipendenti, è risaputo, ma fino a che punto sono in grado di restare da soli senza sentire la nostra mancanza? Se noi umani non riusciamo a fare a meno di loro e soffriamo al pensiero di averli lontani, purtroppo, per i nostri amici felini potrebbe non valere questo principio. Pare infatti che uno studio abbia smentito questa idea romantica del gatto che sogna il ritorno del suo padrone e si strugge al pensiero di non vederlo. Ma vediamo quanto e se è sempre vero che il gatto sente la mancanza del proprio padrone.
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Abbiamo mai provato a lasciare da solo un gatto per più di qualche ora? Sarebbe capace di tenerci il muso per ore quando torniamo e addirittura di reagire in malo modo quando proviamo ad avvicinarci nuovamente a lui (Leggi qui: Gatto solo in casa: per quanto tempo possiamo lasciarlo?). Questo disagio è di sicuro frutto di uno stato di ansia che provoca nei gatti delle reazioni avverse, o meglio diverse, da quelle che ci aspetteremmo. Infatti se pensiamo al cane che scodinzola festoso davanti alla porta di casa appena la varchiamo dopo una lunga giornata, aspettiamoci che il gatto faccia esattamente l’opposto (Leggi qui: Gatto aggressivo: comportamento, cause e rimedi).
In realtà mettere a paragone i due animali è un errore, in quanto si tratta di due modi di dimostrare affetto e amore completamente diversi tra loro. Anche quando siamo con loro, noteremo che hanno un modo diverso anche di ‘richiedere’ affetto. Quindi è inutile aspettarci coccole e feste dal micio perché, semplicemente, non rientra nel suo ‘stile’.
A supporto di tutti coloro che vogliono trovare una scusa per la loro coscienza e spiegare che, in realtà, durante la loro assenza i gatti stanno benissimo, arrivano i risultati di una ricerca della University of Lincoln. Sottoponendo i gatti ad una serie di test, i ricercatori sono arrivati alla conclusione scientifica che i gatti non soffrono in modo particolare l’assenza del loro umano.
In questa serie di esperimenti, condotti su 20 esemplari felini, pare che i gatti abbiano dimostrato il loro modo particolare di vivere il rapporto con l’umano. Questi gatti si sono trovati a stare in compagnia del padrone, da soli e con estranei, pare che la differenza è stata tutta nel miagolio: quando il loro umano li ha lasciati hanno miagolato di più rispetto a quando l’abbandono è stato compiuto da un estraneo (Leggi qui: Il gatto miagola forte? La Scienza spiega se è una cosa buona o cattiva). Ma pare che non ci sia nulla di più.
La questione però pare tutt’altro che chiusa: sono millenni che si prova a studiare l’attaccamento del micio al suo umano e sono ancora tanti coloro che sostengono che i gatti sentono la nostra mancanza, eccome!
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Seppur abituato a vivere in casa e dunque addomesticato, il micio non ha mai perso alcune caratteristiche che lo rendono selvaggio e indipendente dall’umano. Nel senso che un gatto saprà sempre come cavarsela in situazioni difficili, o quanto meno proverà a reagire. Ma ciò non vale sempre nel rapporto col proprio padrone. Coloro che sostengono il profondo attaccamento dei felini agli umani sono pronti a giurare che i gatti possono anche morire di dispiacere se abbandonati dal proprio padrone.
Questo perché si affezionano alla loro casa, alla loro routine e anche alla famiglia che li adotta. Pare quindi sicuro che i gatti soffrano distanti dai loro umani e lo dimostrano con alcuni comportamenti anomali: inappetenza, disidratazione e altri sintomi che li portano ad ammalarsi e addirittura alla morte (Leggi qui: Come capire se il gatto sta male: 8 segnali da non sottovalutare). E di conseguenza restano legati alla figura o al ricordo dell’umano per tutta la durata della loro vita. Ciò però non significa che non riescano poi ad adattarsi e ad affezionarsi ad una nuova eventuale famiglia.
Francesca Ciardiello
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