Hai un debito e hai il dubbio che il tuo gatto possa essere pignorato? Scopriamo insieme cosa stabilisce la legge in materia.
Quanto vale per te il tuo gatto? Molto probabilmente ha un valore affettivo che non è possibile calcolare. Tuttavia per la legge non è proprio così, seppur sono tante le norme volte a tutelare sia l’animale che il legame che ha con il proprietario. Ma se quest’ultimo è moroso, il creditore può pignorare il gatto? Scopriamolo insieme.
Potrebbe interessarti anche: Gatto in condominio: è sempre possibile? Cosa dice la legge
Il gatto è un membro aggiunto della nostra famiglia; ci riempie di affetto, condividiamo insieme a lui tanti anni della nostra vita e la loro perdita ci da un dolore immenso. Insomma, non è un semplice gatto. Eppure per la legge ha un valore economico, al pari di un televisore o di un tavolo.
Insomma, a tutti gli effetti è parte del nostro patrimonio. Questo non deve sminuire i progressi che sono stati fatti in materia di tutela degli animali. Si pensi, prima di tutto, alle norme penali: dall’abbandono di animali al reato di maltrattamento di animali.
Oppure, si pensi agli illeciti amministrativi, che puniscono la violazione dell’obbligo di soccorso del gatto investito con una multa. Indubbiamente dei passi avanti sono stati fatti.
Tuttavia, agli occhi della legge civile, il gatto rimane pur sempre una cosa. Chi potrebbe impedirvi di vendere il vostro gatto? D’altronde gli animali, e il felino non fa eccezione, possono essere oggetto di compravendita. In poche parole, un bene mobile suscettibile di essere valutato economicamente.
Come ben sappiamo, il debitore risponde di un’obbligazione con tutti i suoi beni, presenti e futuri. La domanda è d’obbligo: anche con il gatto, essendo quest’ultimo un bene? Ma, soprattutto, quando rileverebbe in concreto una possibilità del genere?
Il debitore insolvente, che non riesce a far fronte al proprio debito, può subire un pignoramento: quindi ci si chiede se il gatto può essere pignorato. La risposta, per fortuna, è no.
L’art. 514 c.p.c, stabilisce che gli animali di affezione, ovvero quelli con il quale si instaura un legame affettivo, sono da considerare beni impignorabili, indipendentemente dall’esistenza o meno di altri beni utili al pignoramento e a prescindere dall’entità del credito vantato dal creditore procedente.
Potrebbe interessarti anche: È obbligatorio mettere il microchip al gatto? Cosa dice la legge
È bene precisare, tuttavia, che la norma tende a tutelare il legame affettivo che lega il proprietario al suo gatto, non il fatto che si tratti di un animale che tradizionalmente identifichiamo come domestico. Per quale ragione? Perché in alcuni casi la detenzione del gatto ha puro scopo economico.
L’art. 514 c.p.c. prevede che l’animale possa essere pignorato nel caso in cui il debitore lo detenga per scopi produttivi e/o commerciali. Si pensi ad un allevamento di gatti di una specifica razza.
Tuttavia l’ufficiale giudiziario procedente dovrà rispettare determinate norme nell’esecuzione del pignoramento. Infatti egli ha l’obbligo di privilegiare il pignoramento dei beni mobili di pronta e facile liquidazione; dunque il denaro, gli oggetti preziosi ed i titoli di credito.
Solo dopo aver pignorato tutti i beni rientranti nelle suddette categorie, se il valore del credito non è stato ancora soddisfatto, si potrà procedere al pignoramento del o dei gatti detenuti per scopi commerciali, sempre tuttavia che non vi siano altri bene di più facile liquidazione.
Antonio Scaramozza
Perché il mio cane ha macchie di lacrime rosso marroni agli occhi. Da cosa può…
Avevo un enorme problema con il mio cane: appena vedeva un bambino cominciava a ringhiare,…
Che differenza c'è tra un normale miagolio e un soffio: il suo "miao" ha più…