La volpe preda il gatto: è il dato che emerge dallo studio di due ricercatori italiani, volto ad analizzare le abitudini alimentari del canide.
Anche il gatto deve guardarsi le spalle: è quanto emerso da uno studio che ha analizzato le abitudini alimentari di un altro cacciatore presente negli agglomerati urbani e suburbani del nostro Paese. Parliamo della volpe, di cui, a quanto pare, anche il gatto sarebbe preda.
Siamo soliti pensare al gatto esclusivamente come predatore.
D’altronde il felino, oramai addomesticato, ha eletto giocoforza, come suo habitat naturale, gli agglomerati umani, dove non corre particolari pericoli. Eppure il gatto continua a riperpetuare comportamenti iscritti nel suo DNA, che costituiscono tecniche di difesa contro possibili cacciatori.
Ad esempio il felino si lecca di frequente per eliminare odori, come quello dell’urina, che possono rivelare la sua posizione ad ospiti non graditi.
Il gatto beve con la zampa? Tra i vari motivi, v’è anche quello della sicurezza; da un lato saggia l’eventuale fondo della ciotola (l’acqua da sempre, in natura, è nascondiglio ideale per alcuni predatori), dall’altra gli consente di tenere una posizione più guardinga da eventuali attacchi alla spalle.
Insomma, anche il gatto è preda.
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Preda sì, ma di chi?
Secondo i dati di uno studio di due ricercatori italiani, Davide Sogliani ed Emiliano Mori, si tratterebbe della volpe. Le evidenze sono state fornite dalle feci del canide. Dall’analisi degli escrementi (oltre duecento campioni processati) è emerso che la volpe, stagionalmente, preda e si ciba anche del gatto.
Il periodo dell’anno durante il quale si verifica questa significativa variazione alimentare è l’inverno, durante il quale scarseggiano altre risorse (in particolare i frutti), e che giocoforza costringe la volpe a cibarsi di altro.
Nell’immaginario collettivo le prede preferite del canide sono state sempre gli animali da cortile; ma oggi polli e galline sono sempre più difficili da attaccare, grazie a pollai costruiti “a prova di volpe”.
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L’animale ha dunque virato sui gatti; o meglio, per essere più precisi, sui gattini. Piccoli e indifesi, sono facilmente attaccabili dal canide. Ed è diventata una vera e propria abitudine alimentare: durante la stagione invernale più di un terzo della dieta della volpe è costituita dai gattini.
Molto più improbabile che il canide attacchi un gatto adulto. Quest’ultimo ha decisamente maggiori mezzi a disposizione per difendersi (sull’argomento può interessare la lettura di Come il gatto si difende da un attacco: le strategie del felino) e per la volpe sarebbe un grande spreco di energie e di tempo.
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Antonio Scaramozza
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