Quando il gatto perde il pelo: quali sono i sintomi di una patologia? Ecco tutte le cause e i rimedi della alopecia felina
Che il gatto perda il pelo è assolutamente nella norma: in due momenti dell’anno in particolare, in autunno e in estate, il gatto ‘si fa più leggero’: la perdita del manto peloso esterno serve ad affrontare meglio il caldo estivo, mentre per il freddo si fa più folto. Ma quando il prurito e la perdita eccessivo di pelo sono sintomi di una patologia ed è il caso di parlare di alopecia? Osserviamo il nostro gatto e cerchiamo di fare attenzione ai cambiamenti che possono rivelare qualcosa di importante.
Quando notiamo un’eccessiva perdita del pelo nel gatto, completa o a zone, ovvero a chiazze, è bene notare se si manifestano altri sintomi. Essi sono prurito, che può essere correlato a dermatite, micro-ferite, dovute ai peli che non riescono a fuoriuscire sul manto ormai ispessito e scottature, causate dalla mancanza di protezione del pelo nelle parti nude.
Dermatiti: possono essere da contatto o allergiche e si accompagnano ad un forte prurito. Nel caso di dermatite atopica è dovuta ad un allergene presente nell’ambiente in cui vive il gatto. Ma potrebbe anche avere cause di allergia legate all’alimentazione o ancora alle pulci. Si risolve con rimedi naturali, come l’aloe o altre creme lenitive, oppure con un collare che impedisca al gatto di mordersi e grattarsi.
Alopecia atopica: dovuta ad allergia da contatto, si accompagna di solito a sintomi quali occhi rossi e difficoltà dell’apparato respiratorio.
Alopecia areata: è detta così poiché può interessare precise zone della testa e del collo. Non è legata necessariamente all’alimentazione del gatto, ma può essere di natura ormonale: in ogni caso è sempre meglio consultare il parere del veterinario.
Stress: così come l’uomo, il gatto può vivere periodi di grande stress emotivo e soffrire di problemi psico-fisici che si traducono con la perdita di pelo. Se noi stessi viviamo nella quotidianità casalinga un periodo stressante, il nostro gatto ne risentirà: quindi sarà necessario capire come calmare il nostro gatto stressato.
Follicolite: anche detta ‘acne felina’, non è mortale ma è fastidiosa e lunga da curare, esattamente come quella che colpisce i ragazzi. Si manifesta di solito nella zona del mento e può estendersi fino alla bocca del gatto. Le cause possono essere disparate: problemi ormonali, difficoltà nella pulizia e dunque infezione del bulbo pilifero, allergia alla plastica della ciotola oppure quando il follicolo è ‘ostruito’ da un tappo di cheratina, il comedone. Bisogna necessariamente aspettare che guarisca da sola, magari disinfettando la parte interessata di tanto in tanto.
Demodicosi felina: è conosciuta anche come rogna rossa, provocata dall’acaro Demodex cati. I sintomi, piuttosto evidenti, sono il prurito, eccessiva pulizia del mantello, desquamazioni, eritema ed escoriazioni. Oltre a questi evidenti segnali, è possibile diagnosticarla attraverso delle approfondite analisi del sangue e test FIV/Felv. Si cura con iniezioni sottocutanee di ivermectina e un trattamento topico della zona interessata con solfuro di calce.
Deflusso telogeno: spesso correlato allo stress, ad esempio il post-partum, interessa principalmente la testa e gli arti. La causa è una nuova e repentina ondata follicolare: in sostanza è un cambiamento quasi simultaneo del pelo, quindi mentre si prenota una visita dal veterinario è probabile che sia già cresciuto un pelo nuovo. Ma è sempre meglio procedere con l’assistenza veterinaria ad un esame microscopico della cute per avere una diagnosi più sicura.
Dermatofitosi felina: detta anche ‘tigna’, è visibile ad occhio nudo quando notiamo croste e forfora sul pelo del nostro gatto. La causa è il fungo patogeno, noto come Microsporum Canis, che vive sul manto felino, che colpisce dunque lo strato dell’epidermide e le unghie. Normalmente possono condurre ad una alopecia che non dà prurito e diversi livelli di infiammazione.
Sindrome di Cushing: è una malattia endocrina piuttosto rara nel gatto, dovuta a un aumento del cortisolo nel sangue. Si manifesta con polidipsia, ovvero un aumento della sete, e una poliuria, ovvero un aumento della esigenza di urinare. Si diagnostica con ecografia e Tac, ed è fondamentale una cura di farmaci e, se il medico lo riterrà opportuno, procedere con un intervento di mini chirurgia invasiva.
Sebbene alcune delle malattie sopracitate siano dovute a un contagio, è importante osservare alcune semplici regole per evitare che il pelo del gatto possa andare incontro ad alcune patologie.
Spazzolare bene il pelo del manto: questa attività, oltre ad essere rilassante per il felino e a prevenire la formazione di nodi, è utile alla rimozione del pelo morto. Infatti avere meno pelo in giro per casa sarà causa minore di allergie per l’uomo ma anche eviterà i pericoli quando il gatto ingerisce boli di pelo.
Alimentazione sana: sebbene i cibi che ingerisce un gatto sono sostanzialmente secchi, è importante somministrargli anche del cibo umido e fare attenzione alla sua idratazione. Ma non basta solo il cibo: possono aiutare anche minerali e acidi grassi Omega 3 per mantenere lucido e sano il pelo del nostro gatto.
Limitare il leccarsi del gatto: sebbene sia un’attività del tutto naturale, il leccarsi provoca nel circuito sanguigno il rilascio di endorfine che alla lunga possono danneggiare il sistema circolatorio.
F.C.
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