Il gatto ha paura del fuoco? Non abitualmente, ma può capitare. Per fortuna, si può sempre provare a risolvere il problema. Vediamo come.
Tutti abbiamo le nostre paure, è più che naturale. E questo vale anche per i nostri amici a quattro zampe. Può capitare – anche se è poco comune – che il gatto abbia paura del fuoco. Come risolvere il problema? Scopriamo insieme quali sono le migliori strategie da adottare.
Il gatto non è predisposto naturalmente alla paura verso il fuoco; anzi, l’immagine del felino intento a ronfare nelle vicinanze del camino, vicino al calore delle fiamme, è piuttosto comune.
Tuttavia questo non vuol dire che un singolo esemplare non possa sviluppare questa fobia; esattamente come gli esseri umani, anche gli animali hanno un proprio vissuto ed una educazione che influenzerà il resto della loro vita.
Di norma la paura del fuoco deriva proprio da esperienze passate; detto in altri termini, nella maggior parte dei casi la fobia origina da un trauma.
Parliamo dunque di una condizione cronica, che nasce dal ricordo che l’animale ha sviluppato in relazione ad un dato evento; nulla toglie che la paura possa essere anche episodica, e limitarsi dunque al singolo fatto.
La paura, come noto, può avere intensità differente; ed è proprio da questa che deriva poi, sostanzialmente, il grado di disagio che l’animale arrecherà a sé stesso e al nucleo familiare.
Nei casi più gravi, infatti, anche le operazioni più comuni, come accendere un fornello, potrebbe scatenare reazioni incontrollabili dell’animale.
In questi casi il problema va risolto; di certo non è possibile confinare il felino in un angolo della casa, lontano da ogni fiamma, ma totalmente avulso dal contesto familiare.
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Il primo passo da fare per risolvere il problema è comprendere come è sorta nel gatto la paura per il fuoco. Se siamo nelle condizioni di non saperlo, molto probabilmente è perché abbiamo deciso di adottare un gatto adulto; difficile in tal caso ricostruire il passato dell’animale. Possiamo solo immaginarlo.
É bene partire dal contesto familiare, ovvero in un luogo conosciuto dal felino. Ricordiamo che la paura può essere superata, ma il risultato non è affatto scontato. Occorre avere molto pazienza; se il felino non risponde positivamente alla strategia non occorre arrabbiarsi.
Sgridare il gatto è del tutto controproducente. Dobbiamo porci un obiettivo abbordabile, di volta in volta, senza dimenticare il risultato finale: far diventare il fuoco parte integrante della routine quotidiana del gatto.
Una buona strategia è quella dell’associazione, che consiste nel far associare all’animale un ricordo positivo ad una data esperienza o ad un oggetto – in questo caso quello della paura, ovvero il fuoco, servendoci del miglior alleato possibile: il cibo.
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Sfoderiamo nell’occasione lo spuntino preferito del gatto, in modo da invogliarlo a mangiare anche in presenza delle fiamme. La ciotola, ovviamente, andrà messa alla massima distanza che l’ambiente casalingo permette. Coprire il crepitio del fuoco con altri rumori familiari al gatto, può essere una buona idea.
Potrebbe essere la tv o un altro elettrodomestico che copre il rumore del fuoco; l’importante è che il felino mangi, non facendosi sopraffare della paura.
Valutiamo dunque il risultato del primo step: solo se positivo, passeremo alla fase successiva. Il meccanismo sarà sempre lo stesso, ma la distanza dal fuoco progressivamente minore; questo dipenderà soprattutto dalla reazione del gatto.
Non forziamo l’animale a fare ciò che non vuole, anche perché sarebbe del tutto inutile; i progressi possono registrarsi anche dopo diverso tempo. Non dimentichiamo, infine, che possiamo sempre avvalerci dell’aiuto di un professionista:; la figura di riferimento è quella del veterinario comportamentalista.
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