Stabilire un rapporto tra gatto e neonato non è semplice. Sarà dunque necessario, per la natura dell’animale, cercare di farli relazionare poco alla volta
Gatti e neonati: un connubio difficile, ma non impossibile. Avere un gatto in casa prima della nascita di un bambino, è come avere un altro bambino che si deve abituare alla presenza di un nuovo essere.
Una differenza sostanziale in questo caso: trattasi di specie completamente differenti che devono imparare a conoscersi, comunicare e amarsi. Difficile? Cerchiamo di capire insieme come fare abituare il gatto alla presenza del neonato, comunicare con lui, finanche amarlo.
In primis: il gatto vedrà il bambino quasi come un essere ultraterreno. Questo perchè emetterà suoni che non ha mai udito prima (pianto, gemiti, eccetera) che lo faranno apparire ovviamente strano ai suoi occhi.
Inoltre il bebè osserverà il gatto come si fa con un giocattolo: potrebbe tirargli il pelo, afferrarlo e inconsciamente fargli male.
Da parte sua, il peloso a 4 zampe, potrebbe reagire anche male soprattutto se non lo conosce. Dunque non lasciamo mai i due da soli, teniamoli sotto controllo anche se vicini e osserviamo i loro incontri a distanza per non spaventare il gatto.
Per fare in modo che l’animale domestico familiarizzi con il bambino, poco prima di portarlo in casa, facciamogli sentire il suo odore. Sappiamo naturalmente che gli animali necessitano di sentire l’odore di qualcosa per simpatizzare con l’oggetto e faremo lo stesso anche questa volta: basta portare a casa un lenzuolino, una maglietta o altro.
In secondo luogo, abituiamo il gatto alla presenza del bimbo già mesi prima.
Portiamo a casa un bambolotto e fingiamo che sarà il futuro bambino; se abbiamo deciso il nome, lo assoceremo al bambolotto.
Ogni volta che il gatto farà qualcosa di positivo nei confronti del neonato (lo accarezza, lo lecca, gli fa le fusa) diamogli un premio: in questo modo assocerà le buoni azioni a un regalo e sarà sempre gentile.
Non spaventiamo il gatto: lasciamo che familiarizzi con il bambino a poco a poco, ma non strattoniamolo ne portiamolo via con forza.
Il gatto, una volta che il neonato è a casa, sentirà di non volersi avvicinare o in caso lo ignorerà. Questo è un atteggiamento del tutto naturale, dunque non forziamo gli eventi. Facciamo in modo che si avvicini piano piano così da evitare che il bambino gli faccia del male suscitando le sue reazioni a volte negative.
Tagliamo le unghie al gatto ovviamente facendo attenzione a non fargli male. Se non abbiamo castrato il gatto è arrivato il momento di pensarci: un gatto castrato sarà molto più docile. In generale il gatto si affeziona alla famiglia e in special modo a un membro.
Dobbiamo farlo abituare a stare con tutte le persone del nucleo familiare, altrimenti sarà monto geloso con l’arrivo del bebè.
Questa operazione vale soprattutto se è legato particolarmente alla futura mamma. Un gatto geloso può fare guai, dunque attenzione.
Con le giuste accortezze il rapporto gatto-neonato può funzionare. Spesso il quadrupede sopporterà anche le grida e il “tiraggio pelo” del bambino e lo assocerà a qualcosa di tenero, soprattutto se gli diamo un premio se non tirerà fuori le sue unghie. In caso si facesse male, se abbiamo seguito tutti i consigli, si allontanerà senza nuocere a nessuno.
In generale, un bambino cresciuto con un animale domestico, avrà minor rischio di contrarre malattie a patto che l’ambiente sia tenuto costantemente pulito e non sia allergico al pelo del gatto.
D.D.
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