Gatto che miagola in condominio: cosa dice la legge

Gatto che miagola in condominio: cosa dice la legge

Il gatto che miagola in condominio è una delle cause più frequenti di liti tra vicini di casa, e non sempre è facile trovare un’intesa. Scopriamo cosa dice la legge a riguardo.

Gatto che miagola in condominio (Foto Adobe Stock)
Gatto che miagola in condominio (Foto Adobe Stock)

I rapporti con i vicini di casa non sempre sono idilliaci, e in condominio può essere anche peggio. Molte volte il pomo della discordia è dato proprio dai nostri amici animali, che possono recare disturbo ad uno dei nostri condomini. Spesso parliamo di cani, ma anche i gatti possono essere al centro della controversia, specie se il gatto miagola continuamente soprattutto durante gli orari dedicati al riposo delle persone. Cosa dice la legge a riguardo? Scopriamolo insieme.

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La natura del gatto

iperestesia nel gatto
Gatto sulla poltrona(Foto Adobe Stock)

I gatti, si sa, sono animali liberi e indipendenti, e forse anche per questo un pochino insofferenti alle regole, figurarsi quelle condominiali. Scherzi a parte, ci sono delle situazioni in cui il gatto può essere al centro di una lite condominiale, come ad esempio laddove faccia troppo rumore, magari in orari notturni.

Partiamo da un assunto: miagolare fa parte della natura del gatto; ma è pur vero che se il gatto miagola di continuo, c’è qualcosa che non va. Anche perché il gatto miagola essenzialmente per comunicare con noi. Insomma, ci sta dicendo qualcosa. E se il gatto miagola continuamente dovremmo cercare di capire cosa ci stanno comunicando (ad esempio il gatto potrebbe stare male); piuttosto in fretta, prima che possa sorgere qualche lite.

La responsabilità civile

Gatto che miagola in condominio: cosa dice la legge
Gatto che miagola in condominio: cosa dice la legge (Foto Pixabay)

D’altronde, come detto, i nostri vicini potrebbero non avere molta pazienza, e richiamarvi per il continuo miagolio del gatto. Ma cosa si rischia da un punto di vista giuridico? La norma di riferimento è l’art. 844 c.c., che stabilisce che non si possono impedire, tra le altre cose, i rumori (compresi quelli degli animali) provenienti dal fondo del vicino, purché non superino i limiti della normale tollerabilità.

Se questo avviene, ovviamente a risponderne è il proprietario dell’animale.

Concetto di normale tollerabilità

Gatto che miagola in condominio (Foto Adobe Stock)
Gatto che miagola in condominio (Foto Adobe Stock)

 

Sì, ma quando il miagolo del gatto in condominio supera il limite della normale tollerabilità? Insomma, non è proprio un concetto semplice da definire in assenza di indicazioni più precise. Occorre affidarsi alla sensibilità del condomino che si lamenta del rumore, e che forse esagererà? O a quella del proprietario, che probabilmente minimizzerà?

Salomonicamente, a nessuna delle due. Come chiarito dalla Cassazione in più sentenze, il bene tutelato dall’art. 844 c.c. è la quiete pubblica: il rumore deve essere tale da poter violare la tranquillità quella di un numero indeterminato di persone.

Insomma, potreste avere due vicini di pianerottolo, ma avere problemi a causa del gatto solo con uno di essi. Tuttavia ciò non vuol dire che il miagolo del gatto non possa arrecare pregiudizio anche alla tranquillità dell’altro condomino.

Certo, in una valutazione complessiva occorre far riferimento anche ad altri parametri: il numero e la ripetitività dell’episodio, la durata del miagolio del gatto, gli orari. In linea di massima gli orari in cui il gatto può arrecare più disturbo sono quelli dedicati al riposo: le ore notturne e solitamente dalle 13:00 alle 16:00.

Fermo restando che il regolamento condominiale possa prevedere specifiche disposizioni sulla questione, così come su altri concernenti la vita del gatto in condominio.

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La responsabilità penale

Manette (Foto Pixabay)
Manette (Foto Pixabay)

Se il gatto miagola in condominio in modo tale da disturbare il vicinato, per il proprietario può esserci anche responsabilità penale. L’articolo di riferimento è il 659 c.p., che è il disturbo della quiete pubblica, rubricato come “Disturbo della quiete pubblica”.

Il reato è commesso da chi non impedisce, tra le altre cose, gli strepiti degli animali che disturbino il riposo delle persone o le loro occupazioni. La pena è l’arresto fino ai 3 mesi o l’ammenda fino a 309 euro. Anche in questo caso deve trattarsi di rumori intollerabili.

Il regolamento condominiale

Gatto in condominio (Foto Adobe Stock)
Gatto sulle scale (Foto Adobe Stock)

Prima di giungere alle vie di fatto, molto probabilmente ci saranno dei tentavi di chiarimento tra il proprietario del gatto e il condomino/i che si lamenta del suo miagolio. La soluzione pacifica di tali controversie è sempre la migliore strada da seguire; in un condominio può essere agevolata dall’amministratore.

Non solo; il regolamento condominiale potrebbe anche disciplinare alcuni aspetti della detenzione degli animali domestici: dagli orari in cui non si deve arrecare disturbo al riposo degli altri condomini alle sanzioni per la violazione del divieto. In ogni caso prevenire è meglio che curare: capire da subito il malessere che il gatto ci comunica attraverso il miagolio è la strada migliore: il gatto potrebbe essere stressato, o avere altre problematiche: risolto il problema verrà meno anche il suo sintomo più evidente: il miagolio.

Antonio Scaramozza

 

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