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Gatti

Il gatto si innervosisce dopo le carezze: le spiegazioni e come risolvere

Il gatto si innervosisce dopo le carezze, un comportamento piuttosto strano a cui daremo delle risposte e dei suggerimenti su come comportarvi.

(Foto AdobeStock)

Perché dopo un po’ di carezze il gatto si innervosisce? Cosa succede nella testolina del nostro amico pelosetto all’improvviso? Come possiamo gestire la cosa e cercare di calmare il micio?

Sebbene, tutti coloro che vivono con in casa uno o più gatti conoscono bene la moltitudine di atteggiamenti strani che il micio manifesta, questo animale non smette mai di stupirci.

Il gatto, come noi tutti lo conosciamo, è un animale sempre alla ricerca di coccole.

Tale affermazione, seppur vera, va specificata, ovvero il gatto spesso richiede attenzioni e carezze ma decide lui dove, quando e per quanto.

Vediamo, quindi perché il gatto si innervosisce dopo le carezze e come affrontare il comportamento.

Il gatto si innervosisce dopo le carezze: i motivi

Il gatto, come accennavamo, ama essere coccolato, ma dove, quando e come lo decide lui.

(Foto Pixabay)

In molti, sarebbero pronti a scommettere che il comportamento sia dovuto al carattere particolarmente indipendente e schivo, ma ci dispiace deludervi non si tratta di questo.

A decidere il tutto è la pelle del gatto che come infatti è molto sensibile. I recettori del senso del tatto cioè quelle strutture che permettono di sentire la temperatura, la pressione e le vibrazioni, sono distribuite su tutto il corpo dell’animale.

Ogni volta che arriva uno stimolo, i recettori situati sottopelle si attivano e mandano un segnale elettrico lungo i nervi a cui sono collegati.

Tali nervi, proprio come i fili di rame che conducono l’elettricità nelle nostre case, inviano il segnale alla spina dorsale e da l’impulso raggiunge il cervello.

Questo è il modo in cui, il gatto può sentire non solo le carezze, ma anche il freddo o il caldo di una copertina.

Ogni pelo del gatto affonda le radici in un follicolo, che contiene a sua volta un meccanorecettore, cioè l’estremità di un nervo che avvolge la base del pelo e che si accende ogni volta che il pelo si muove.

Considerate poi, che in ogni millimetro quadrato ci possono anche essere fino a 200 peli.

Ecco spiegato il motivo per cui le carezze sono bene accette, ma alla lunga possono provocargli fastidio, in quanto troppe sensazioni tattili provocano uno stato di sovrastimolazione che innervosiscono il gatto.

Naturalmente, questo è un discorso generalizzato, ogni gatto ha i propri tempi, come infatti c’è chi si stanca dopo poche carezze, mentre altri potrebbero andare avanti per ore.

Il nervosismo del gatto, a volte può generare anche un comportamento aggressivo nell’animale, ma comunque prima di mordere, manifesta il suo dissenso attraverso segnali ben precisi, ad esempio:

  • muove la coda in modo nervoso;
  • dilata la pupilla;
  • abbassa le orecchie;
  • emette una specie di rantolo minaccioso.

Se poi, nonostante i segnali non vi fermate e li ignorate, il morso ve lo siete proprio cercato.

Cosa si può fare per non innervosire il gatto?

Per prima cosa, in generale, occorre assecondare il gatto se ha deciso che può bastare con il momento delle coccole.

Magari, il suo allontanarsi non è per forza un comportamento sbagliato o di sovrastimolazione, ma semplicemente si tratta di un bisogno impellente.

In questi casi, costringere il gatto a trattenersi è pericoloso per voi perché potrebbe rivoltarsi contro ed è pericoloso per l’organismo dell’animale.

Se invece avete percepito che non ama essere accarezzato sulla schiena, per esempio, non bisogna demordere, ma individuare altri punti che possono piacere al gatto(sotto il mento o dietro le orecchie) sta a voi scoprire il punto preferito del vostro gatto.

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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