Gatto vanitoso? Eppure il micio non si avvicina allo specchio solo per guardarsi riflesso: ecco perché il gatto graffia lo specchio.
Quando vediamo che il nostro micio si avvicina ad uno specchio o a qualsiasi altra superficie riflettente non dobbiamo solo pensare che gli piaccia vedersi riflesso. Anche perché, per graffiare lo specchio, è ovvio chiedersi se la sua immagine magari non gli piace. Ma vediamo cosa c’è dietro questo gesto così comune ai gatti, quello appunto di usare le zampe e le unghie. Consideriamo che i felini utilizzano anche il tatto per conoscere il mondo e tutto ciò che li circonda e quindi probabilmente stanno ‘toccando’ ciò che vedono riflesso: ecco perché il gatto graffia lo specchio.
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Prima di capire perché il micio reagisce con questo movimento di fronte allo specchio, chiediamoci perché gli si avvicina: la superficie che riflette gli consente di vedere non solo il suo riflesso ma anche tutto ciò che lo circonda. Pensiamo anche ad oggetti in movimento, persone e altre cose che possono catturare la sua attenzione. Quindi quello che vede potrebbe interessarlo, incuriosirlo e ‘attivare’ il suo istinto predatore: con la zampa è probabile che cercherà (invano) di afferrare ciò che vede.
In effetti si tratta di un mezzo molto interessante per tenere sotto controllo la situazione e per distrarlo se magari vogliamo che smetta di fare un’azione. Quello che vede gli interessa, vuole afferrarlo, toccarlo e arriva anche ad usare entrambe le zampe per ottenere il suo scopo.
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In un certo senso il micio prova ad entrare in contatto con la sua stessa immagine, perché vuole giocarci. Quindi riconosce sé stesso nello specchio? No, perché non riesce ad associare la sua immagine a quella che vede. Sebbene la vista del gatto sia tra i sensi più sviluppati, anche per la capacità di vedere anche al buio, ad essa non corrisponde un’adeguata capacità di riconoscere l’immagine vista. I felini infatti non sviluppano il riconoscimento visivo, così come non vi riescono i cani e i piccoli umani. Quindi quello che vede gli è estraneo, sconosciuto, e tenta di conoscerlo anche attraverso le zampe: vede solo che c’è qualcosa/qualcuno con cui interagire.
A supporto di questa teoria, in base alla quale né cani né gatti riescono a riconoscersi nel riflesso dello specchio, vi è lo studio condotto di questi ed altri animali da Gordon Gallup. Già negli anni ‘70 l’etologo americano aveva sottoposto diversi animali al test dello specchio: a tutti era stato disegnato sul corpo un simbolo, in una parte però da loro non visibile. Scimmie, delfini e altri animali, una volta vista la loro immagine sullo specchio, ricercavano lo stesso simbolo sul loro corpo. Solo cani e gatti non riuscivano a capire che ciò che vedevano era la loro immagine. Inoltre, una volta capito che ‘l’altro’ gatto/cane dello specchio non avrebbe interagito con loro, perdevano di interesse e si allontanavano.
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Premesso che a nessuno piace avere uno specchio tutto striato, sporco e graffiato, pensiamo pure che questa attività avviene maggiormente di notte, quando tutti dormono. Di certo sentire i tentativi del gatto di giocare con la sua immagine riflessa mentre si cerca di dormire non è piacevole, quindi bisogna trovare il modo di farlo smettere. Quando sentiamo che sta per ‘mettersi in azione’ prendiamolo in braccio e, senza sgridarlo, esclamiamo un fermo ‘No’, magari accompagnando la parola con delle carezze. Per distrarlo ma anche per fargli capire che se si comporta bene avrà una ricompensa, diamogli delle crocchette o il suo snack preferito, così il micio capirà prima i vantaggi del non graffiare sullo specchio.
Francesca Ciardiello
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