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Gatti

Il gatto nella cultura giapponese: curiosità sui felini nel folklore nipponico

Partiamo per un viaggio alla scoperta del gatto nella cultura giapponese: ecco le curiosità su Maneki neko, Japanese Bobtail e tanto altro.

(Foto Adobe Stock)

Vi state chiedendo che ruolo abbia il gatto nella cultura giapponese? Questo adorabile felino ha una posizione di rilievo nel folklore nipponico. Infatti, si tratta di un quattro zampe molto rispettato e ammirato, che in tanti considerano simbolo di buon auspicio e prosperità. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Il ruolo del gatto nella cultura giapponese

Nel corso dei secoli, nel Paese del Sol Levante i mici furono allevati non solo per le numerose funzioni utili alla specie umana, prima fra tutti la caccia ai topi.

(Foto Adobe Stock)

Infatti, nella cultura giapponese il gatto rappresenta un vero e proprio simbolo di buona fortuna, oltre che modello di bellezza ed eleganza.

Si ipotizza che questi animali siano giunti in Giappone dalla Cina, grazie all’avvento del buddismo nel VI secolo.

In particolare, infatti, i felini vivevano al fianco dei monaci all’interno dei templi, perché si riteneva fossero dei veri e propri messaggeri celesti.

Sono numerose le manifestazioni artistiche e culturali che celebrano il gatto nella cultura giapponese. Approfondiamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere su:

Gli Yokai dalla forma di gatto

Gli Yokai sono creature magiche del mondo della mitologia nipponica.

(Foto Adobe Stock)

Nella cultura giapponese, esistono tre di queste figure che hanno la forma di gatto. Il primo è Bakaneko, il cui nome letteralmente significa “gatto mostruoso”.

Secondo la leggenda, i mici si trasformano in questa creatura una volta raggiunta una certa età. Con il trascorrere degli anni, infatti, diventano dei veri e propri esseri soprannaturali, dotati di poteri magici.

Per questo, si narra che, prima di allevare un micio, i proprietari decidessero fino a che età lo avrebbero tenuto con loro, in modo da non rischiare che si trasformasse in Bakaneko.

I Nekomata sono Yokai simili alle creature precedenti, poiché risultano ostili e malvagi nei confronti degli esseri umani. A differenza dei Bakaneko, però, questi esseri presentano due code e parlano perfettamente la lingua della nostra specie.

Infine, nella cultura giapponese il gatto è rappresentato sotto forma di Yokai dal nome Kasha.

Questa figura era considerata come un messaggero proveniente dall’inferno, che poteva persino cibarsi di cadaveri.

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Il Bobtail giapponese

Impossibile parlare del gatto nella cultura giapponese senza citare la razza nipponica per eccellenza: il Japanese Bobtail.

(Foto Adobe Stock)

A differenza di quanto suggerito dal nome, questo pelosetto è originario della Cina. Il quattro zampe, tuttavia, riscosse un notevole successo nel Paese del Sol Levante grazie a una sua peculiarità davvero inconfondibile.

Quale? La sua coda di lunghezza ridotta, che somiglia a un grazioso pompon. Nella cultura giapponese, il particolare aspetto di questo gatto fa sì che venga considerato sacro e portatore di buona fortuna.

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Il gatto nell’arte giapponese

Proprio per imitare le particolari fattezze del Bobtail Giapponese, gli artisti nipponici hanno deciso di realizzare delle incantevoli statuine chiamate Makeki Neko.

(Foto Pexels)

Esse ritraggono il micio con la zampina posteriore alzata, intento ad impartire i suoi auguri di felicità e prosperità.

Il termine “Maneki Neko”, infatti, significa proprio “gatto che fa un cenno”.

Secondo l’usanza della cultura giapponese, la statuina raffigurante questo gatto viene esposta sia per accogliere gli ospiti, dando loro il benvenuto, che per attirare il successo negli affari.

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A. S.

Antonio Scaramozza

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