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Gatti

Il gatto è un carnivoro stretto: perché si dice così? Il vero motivo

Il gatto è un carnivoro stretto. Perché si dice così? Scopriamo il vero motivo di questa affermazione che si sente dire in giro da sempre.

(Foto AdobeStock)

La salute del gatto dipende molto dall’alimentazione, come infatti dovrebbe essere alimentato come un gatto selvatico.

Questo perché, per quanto sia negli anni stato addomesticato, a differenza del cane, il gatto ha mantenuto di più le sue caratteristiche anatomiche e fisiologiche di carnivoro obbligato.

Il felino, può anche sopravvivere con una dieta sbagliata, ma sempre più spesso, può andare incontro a problemi nel suo organismo.

Per questo motivo che di seguito andremo ad approfondire, il gatto è un carnivoro stretto.

Il gatto è un carnivoro stretto

Il gatto è un carnivoro stretto, è un’affermazione che nasce dalla tipologia di alimentazione a cui l’animale è obbligato.

(Foto AdobeStock)

Il gatto necessita di una dieta costituita essenzialmente da tessuti animali con elevato contenuto proteico, a differenza dell’uomo che trae energia dai carboidrati (cioè da pane, pasta, zuccheri, cereali ecc.), il gatto la ottiene dalle proteine.

Dato però che anche le cellule del gatto, come le nostre proteine, per funzionare hanno bisogno del carboidrato chiamato glucosio, i cui livelli nel sangue devono rimanere costanti, la domanda è:

“Da dove lo prende?” Sempre dalle proteine della carne. Nel fegato, infatti, avviene una reazione chimica, chiamata gluconeogenesi, che smonta le proteine e le trasforma appunto in glucosio, la forma più semplice di zucchero.

Il gatto non ha l’enzima necessario, la glucochinasi quindi non può ottenere il glucosio trasformando i carboidrati.

Quando, durante quelle poche volte ingerisce carboidrati, l’organismo usa un altro enzima chiamato esochinasi, ma non essendo molto efficiente nella trasformazione, i carboidrati finiscono per essere immagazzinati sotto forma di grasso.

Questo è il motivo per cui non potete somministrare al vostro gatto, grandi dosi di riso, pasta e cereali.

Al gatto che è un carnivoro stretto, è possibile offrire solo piccole quantità di carboidrati, più o meno quanto quelle presenti nello stomaco di una delle sue preda.

Proprio come avviene per i gatti selvatici che in natura la fonte di fibre e carboidrati è rappresentata da quelli che si trovano nello stomaco degli animali cacciati.

Inoltre, non dimenticate che nella dieta del gatto non deve mai mancare la taurina, una proteina presente proprio nella carne.

Tale proteina, è essenziale per il corretto sviluppo e funzionamento del cervello, dei muscoli e degli occhi del gatto.

Purtroppo, pur essendo presente nella carne, quando quest’ultima viene cotta, la maggior parte del contenuto di taurina viene distrutto.

Per tale motivo, esistono gli integratori che il veterinario potrà prescrivere per il vostro gatto, mentre alcune aziende di alimenti confezionati per gatti, oramai la aggiungono direttamente nei loro prodotti.

Alimentazione del gatto

Laddove possibile è preferibile somministrare al gatto un’alimentazione il più possibile naturale, cercando di privilegiare il cibo umido di buona qualità.

(Foto Pinterest)

Tuttavia, qualsiasi la scelta sia, l’alimentazione del gatto deve essere costituita da:

  • molta carne;
  • organi con molta acqua alimentare;
  • cibo fresco;
  • cibo umido per gatti;
  • un livello moderato di grassi;
  • circa l’1-2 % di carboidrati;
  • cibi altamente trasformati – in cui la maggior parte dei nutrienti è distrutta o alterata.

È importante leggere bene le etichette e affidarsi a produttori seri, ma soprattutto chiedere il parere del vostro veterinario.

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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