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Gatti

Il gatto capisce se abbiamo paura? Come il felino interpreta il nostro linguaggio del corpo

Gli animali sono in grado di comprenderci, ma fino a che punto? Ad esempio, il gatto capisce se abbiamo paura? Scopriamo insieme la risposta.

(Foto Adobe Stock)

A dispetto delle difficoltà di comprendere i rispettivi linguaggi, gatto ed essere umano convivono fianco a fianco da millenni, e col tempo hanno imparato a capirsi. Ma fino a che punto? E quanto il piccolo felino riesce davvero a comprendere il nostro stato d’animo? In questo articolo vedremo insieme se il gatto capisce quando abbiamo paura. La parola agli esperti.

Il concetto di paura

La paura è definibile quale emozione primaria, comune a tutti gli animali, essere umano compreso, determinata dalla consapevolezza di un pericolo attuale o imminente.

(Foto Flickr)

Si tratta di meccanismo di difesa, che consente di allontanarsi, laddove possibile, da fonti di danno potenzialmente lesive, anche per la stessa vita.

Si tratta di uno stato di grande intensità emotiva, che nella maggior parte dei casi dà luogo a reazioni improvvise ed incontrollabili. Pertanto la paura assume un carattere di razionalità solo nel momento in cui siamo in grado di osservarla in altri individui.

Ma il gatto è in grado di comprendere se abbiamo paura? È bene dire, innanzitutto, che lo stato emotivo può essere scagionato dalla paura del gatto in sé (riconosciuta quale vera e propria fobia) o da un qualsiasi pericolo, potenziale o non, che innesca in noi il meccanismo di difesa.

Innanzitutto, va precisato che il gatto comprende le nostre emozioni ed il nostro atteggiamento in generale, dal nostro linguaggio del corpo. Come noto, la paura innesca delle reazioni incontrollabili, e genera il rilascio di sostanze note come feromoni.

Gli stessi felini rilasciano ed utilizzano i feromoni come sistema di comunicazione con esemplari della stessa specie (grazie all’organo di Jacobson del gatto), tuttavia non sono in grado di avvertire quelli emessi dagli altri animali, essere umano compreso.

Non rimane, dunque, che il linguaggio del corpo. La paura, come detto, dà luogo a reazioni incontrollabili; ma fin quando si limitano all’emanazione di sostanze, come i feromoni, non sono comprensibili dal felino.

Laddove invece diano luogo a reazioni più eclatanti, come il sobbalzo dalla sedia (magari durante la visione di un film horror) o la fuga (verosimilmente davanti ad un pericolo più grande) molto probabilmente sarà lo stesso gatto a spaventarsi per il movimento improvviso.

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La paura per i gatti: il felino lo capisce?

La paura dei gatti può manifestarsi in modo tale da instaurare un circolo vizioso che l’alimenta; da un certo punto di vista aziona un meccanismo subdolo.

(Foto Adobe Stock)

Come sappiamo, le fobie sono irrazionali nella loro manifestazione, ma possono avere radici ben razionali.

Un’esperienza negativa con i piccoli felini, magari durante la delicata fase dell’infanzia, possono determinare una paura incontrollabile per i gatti.

Purtroppo, molto spesso, si tratta di esperienze riversate dal genitore nei confronti del bambino, che non avendo modo di conoscere l’animale, lo associa ad una fonte di pericolo.

La fobia può dar luogo a reazioni smodate (su tutte le fuga), ma anche a semplici reazioni corporali (sudore freddo, rilascio di feromoni ect.). Anche il linguaggio del corpo ha un’importanza fondamentale, ma non tutti gli animali lo interpretano allo stesso modo.

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Verosimilmente, una persona che ha paura di un gatto, e costretta in luogo in cui il felino è presente (magari durante la visita ad un amico) tenderà a mantenere la distanza e a distogliere lo sguardo dall’oggetto della sua fobia.

Sarà proprio il felino, tuttavia, ad accorciare le distanze, interpretando il linguaggio del corpo umano come un segnale amichevole, o al contrario, di timore. Insomma, ciò che nel linguaggio umano è chiaro sintomo di disagio, nel mondo felino assume tutt’altro significato.

Il gatto non capisce, in maniera razionale, se abbiamo paura; tutto al più comprende quando sussistono le condizioni per poter tentare un approccio al fine di fare la nostra conoscenza.

A. S.

Antonio Scaramozza

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Antonio Scaramozza

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