Il gatto nell’anagrafe degli animali d’affezione in Sicilia: la disciplina regionale

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By Antonio Scaramozza

Gatti

L’iscrizione del gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione della Sicilia è obbligatoria? Cosa stabilisce la legge regionale?

Il gatto nell'anagrafe degli animali d'affezione in Sicilia
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Il Legislatore ha delegato alle Regioni alcune importanti funzioni nella disciplina degli animali d’affezione, tra cui l’iscrizione nella relativa Anagrafe. L’obbligo, tuttavia, sussiste solo per il cane, e non anche per il gatto, salvo che in alcune Regioni. In Sicilia è obbligatorio iscrivere il gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione?

La disciplina regionale

La materia degli animali d’affezione in Sicilia è regolata dalla L. R. n. 15 del 2000 (Istituzione dell’anagrafe canina e norme per la tutela degli animali da affezione e la prevenzione del randagismo).

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In linea con quanto stabilito dalla Legge quadro n. 281 del 1991 (atto con il quale il Legislatore si limita a dettare i principi fondamentali della materia, lasciandone l’attuazione alle Regioni) la regione siciliana prevede soltanto l’obbligo di microchip al cane.

Per il gatto, invece, l’iscrizione è facoltativa.

La normativa disciplina comunque la tutela dei gatti che vivono per strada – si rammenta, a tal proposito, che il gatto è definito quale animale in libertà, libero, per l’appunto, di eleggere qualsiasi luogo come territorio in cui vivere, e dal quale non può essere cacciato – e l’Organizzazione dei rifugi sanitari pubblici, deputati anche all’accoglimento dei gatti.

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Il gatto e l’iscrizione nell’Anagrafe della Sicilia

Come detto, soltanto per il cane è previsto l’obbligo di microchip; non per il gatto, il quale comunque può essere iscritto nel Registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione in Sicilia.

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Si tratta tuttavia di una libera scelta del proprietario e non di un obbligo.

Le modalità sono identiche a quelle prescritte per il cane; contestualmente all’iscrizione, infatti, si procede all’inoculazione di un microchip sulla pelle dell’animale.

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Il dispositivo, come noto, è contrassegnato da un codice univoco di 15 cifre, grazie al quale è possibile risalire sia all’identità del gatto che a quella del proprietario.

Uno strumento particolarmente utile per ritrovare il gatto smarrito, e, allo stesso tempo, per rendere più difficili crimini come l’abbandono di animali, che va ad alimentare l’odioso fenomeno del randagismo.

Purtroppo, ad oggi, soltanto la Lombardia e la Puglia hanno deciso di rendere obbligatorio il microchip anche per i gatti; non resta che attendere che anche le altre Regioni si adeguino a questa scelta di civiltà.

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Antonio Scaramozza

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