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Il gatto nell’anagrafe degli animali d’affezione in Sardegna: la disciplina regionale

L’iscrizione del gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione della Sardegna è obbligatoria? Che cosa stabilisce la legge regionale?

(Foto Adobe Stock)

A norma della legge italiana, soltanto il cane va dotato di microchip. Non gli altri animali d’affezione, non il gatto. Di recente, tuttavia, in alcune Regioni si è assistito ad un’inversione di rotta, con l’introduzione del relativo obbligo: anche in Sardegna il gatto deve essere iscritto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione?

Libertà del gatto o deresponsabilizzazione del proprietario?

La disciplina giuridica concernente gli animali, in particolare quelli d’affezione, è molto frastagliata, poiché affidata a diverse fonti. E questo fattore determina anche disomogeneità, in particolare per quelle materie la cui regolamentazione sia affidata ad enti con potestà legislativa su un dato territorio, come appunto le Regioni.

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Il legislatore, infatti, nella Legge quadro n. 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), ha sancito quelli che sono i principi base della materia, lasciandone tuttavia l’attuazione ai suddetti enti territoriali.

Le Regioni sono investite di vari compiti, come l’istituzione e la regolamentazione dell’anagrafe canina nazionale, la predisposizione di un piano regionale per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del randagismo, la determinazione dei criteri di costruzione o di risanamento di canili o rifugi per animali.

Tacitamente, alle Regioni, sono state attribuite tutte le competenze concernente anche gli altri animali d’affezione, tra cui, ovviamente, il gatto. Uno dei maggiori punti critici della disciplina concernente il felino è proprio l’obbligo del microchip.

Il gatto, infatti, viene considerato animale in libertà, libero dunque di vivere nel territorio che ha eletto a propria dimora.

Questo si è tradotto, purtroppo, anche in una maggiore deresponsabilizzazione dei proprietari, non tenuti a registrare l’animale; o almeno, nella maggior parte dei territori è cosi. Anche in Sardegna non vige l’obbligo di iscrivere il gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione?

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Il gatto nell’anagrafe degli animali d’affezione della Sardegna

La normativa di riferimento per il territorio sardo è la L. R. n. 21 del 1994, che si conforma all’obbligo, previsto a livello nazionale, di istituire e regolamentare l’anagrafe canina regionale, e stabilire le modalità di iscrizione del relativo registro e di inoculazione del microchip al cane.

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Sempre conformemente alla disciplina nazionale, la norma si limita a ribadire che il gatto è un animale in libertà, che non può essere allontanato dal luogo che ha scelto come territorio per vivere, e di cui è vietato il maltrattamento (il reato di maltrattamento di animali sarà introdotto soltanto nel 2004; prima costituiva un illecito amministrativo, previsto tra l’altro dalla stessa norma, con le sanzioni di cui all’art. 15).

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É possibile, ovviamente, l’iscrizione volontaria del gatto (e del furetto) con le medesime modalità di quelle prescritte per il cane, come chiarito dall’allegato alla Delib. G.R. n. 34/9 del 3 luglio 2018.

Iscrizione volontaria, tuttavia, che non è mai decollata. Proprio al 2018 risalgono dati a dir poco drammatici: in Sardegna non risultava iscritto nemmeno un gatto all’Anagrafe.

Al cospetto di tali numeri si evince ancora di più il dover per il Legislatore di tracciare la strada, introducendo il relativo obbligo, e non aspettando un cambio di tendenza spontaneo che potrebbe non arrivare a breve termine.

É chiaro, d’altra parte, che la sola legge non è sufficiente; solo un’educazione improntata all’amore e al rispetto per l’ambiente, nella sua interezza e verso ogni singolo componente, potrà salvare il mondo.

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Antonio Scaramozza

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