L’iscrizione del gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione nelle Marche è obbligatoria? Cosa stabilisce la legge regionale?
Non in tutte le regioni d’Italia è obbligatorio mettere il microchip al gatto. A differenza di quanto previsto per il cane, i proprietari dei felini sono liberi di non registrare il proprio amico a quattro zampe, almeno in gran parte del territorio nazionale. In alcune Regioni, invece, l’obbligo sussiste: le Marche rientrano tra quelle in cui il gatto va iscritto nell’anagrafe degli animali d’affezione?
Il gatto non ha gli stessi diritti del cane, a norma di legge.
Non parliamo della tutela penale, di certo, ma degli adempimenti che gravano sui rispettivi proprietari. Chi possiede un cane, è tenuto ad iscriverlo nel registro dell’Anagrafe canina; e questo vale in tutto il territorio nazionale.
Chi invece ha un gatto è liberato da simili vincoli; almeno in gran parte delle Regioni italiane. E questo da un punto di vista puramente pratico si trasforma in una minore tutela dell’animale rispetto al cane. Il microchip ha varie funzioni utili. Su tutte, quella di aumentare notevolmente le chances di ritrovare il gatto smarrito.
Come noto, infatti, il microchip è un dispositivo elettronico, che va inoculato sulla pelle dell’animale, e che è contrassegnato da un codice univoco di 15 cifre, collegato alla sua identità, oltre che a quella del proprietario.
Il microchip tutela ulteriormente il gatto che ne è portatario, in quanto inibisce la commissione del reato di abbandono di animali.
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Anche nelle Marche non è obbligatorio iscrivere il gatto nel Registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione; dunque nessun obbligo di microchip per il felino, come d’altronde accade nella maggior parte delle Regioni italiane.
Nel territorio marchigiano la normativa di riferimento in materia è la L. R. n. 10 del 1997, che regola tempi e modalità con cui ottemperare all’obbligo di mettere il microchip al cane, senza prevedere lo stesso per il gatto.
Il suddetto atto è minuzioso nel disciplinare gattili, oasi feline e colonie feline, prevedendo altresì gli adempimenti a carico delle AUSL nella sterilizzazione e controllo della popolazione felina del territorio.
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La norma ribadisce altresì il divieto di maltrattamento e di allontanamento dal luogo che hanno eletto a proprio territorio; principi sanciti anche dalla Legge quadro n. 281 del 1991, e che comunque, a prescindere da tali enunciazioni, costituiscono violazione dell’art. 544 ter c.p. (reato di maltrattamento di animali).
Però appare ancora lontano il giorno in cui sarà obbligatoria in tutte le Regioni, Marche compresa, l’iscrizione del gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione.
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Antonio Scaramozza
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