L’iscrizione del gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione della Basilicata è obbligatoria? Cosa stabilisce la legge regionale?
Non in tutte le Regioni d’Italia è obbligatorio mettere il microchip al felino. D’altronde il Legislatore si limita a definire i principi fondamentali della materia, lasciandone l’attuazione a tali enti territoriali. In Basilicata è obbligatorio iscrivere il gatto nel registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione? Se sì, quali sono le eventuali sanzioni per i trasgressori?
Una disciplina disomogenea per il gatto
Gli obblighi dei proprietari di gatti non sono uguali in tutto il territorio nazionale. Il fattore discriminante è la Regione di residenza.
Non in tutte, infatti, è obbligatorio mettere il microchip al gatto; anzi, a dirla tutta, sono pochissime quelle in cui lo è. Questione di autonomie, sulla materia, riconosciute a tali enti territoriali, e che possono portare ad una disomogeneità della disciplina lungo tutto lo Stivale.
La Legge quadro n. 281 del 1991, infatti, detta i principi fondamentali della materia, ma ne lascia l’attuazione alle Regioni. Tra le altre cose, queste sono chiamate a decidere se chi ha un gatto ha l’obbligo di iscriverlo nel Registro dell’Anagrafe degli animali d’affezione.
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Il gatto nell’anagrafe della Basilicata
Ecco perché è necessario scandagliare gli atti normativi delle diverse Regioni. Pertanto, in Basilicata è obbligatoria l’iscrizione del gatto nel sistema dell’Anagrafe degli animali d’affezione?
La risposta è negativa: l’obbligo vige soltanto per il cane. La normativa di riferimento è la L. R. n. 46 del 2018, che all’art. 15 sanciste l’istituzione di una banca dati degli animali da compagnia o d’affezione informatizzata. Al comma 3, tuttavia, si evince che l’obbligo di iscrizione sussiste soltanto per il cane.
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Pertanto, trattandosi comunque di “banca dati degli animali da compagnia o d’affezione”, possiamo dedurre che l’iscrizione del gatto nel suddetto registro è possibile, seppur facoltativa.
Laddove il proprietario decida di registrare il proprio amico a quattro zampe, i rispettivi dati identificativi (sia quelli del gatto che del compagno umano) finiranno nella banca dati, destinata ad “accogliere” sia cani, che gatti, che furetti.
Insomma, sono ancora troppo poche le Regioni che impongono la registrazione del felino. In tutte le altre, in attesa che cambi qualcosa, è sempre consigliabile, a chi ama davvero gli animali, di identificarli in un registro.
Il microchip, dispositivo elettronico contrassegnato univocamente da un codice 15 cifre, da un lato aumenta sensibilmente le possibilità di ritrovare l’animale smarrito, dall’altro disincentiva il reato di abbandono di animali.
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Antonio Scaramozza