Il gatto adulto riconosce la mamma e gli altri membri della sua famiglia anche a distanza di tempo? Uno studio svela la risposta.
Oggigiorno è piuttosto diffuso l’errore di umanizzare i nostri piccoli amici a quattro zampe; la mancanza delle caratteristiche prettamente umane che siamo soliti attribuire loro non li renderebbe di certo peggiori. Spesso tendiamo a pensare che il nostro animale abbia il nostro stesso concetto di famiglia, e che il legame con i suoi consanguinei duri nel tempo: ma è davvero così? Ad esempio, il gatto adulto riconosce la mamma?
A volte, però, commettiamo l’errore di umanizzare il suo comportamento, e tendiamo ad attribuirgli delle caratteristiche prettamente umane: tra esse, molto probabilmente, il legame familiare che ci unisce ai nostri consanguinei.
Ma per il gatto il concetto di famiglia è piuttosto diverso: sappiamo bene che, nella maggior parte dei casi, il gattino svezzato entra a far parte di una nuova famiglia umana, pronta a prendersi cura di lui; ma questo significa altresì separarsi per sempre dalla madre e dai fratelli. Ed è piuttosto improbabile che possa rincontrarli.
La situazione in natura non è così diversa: compiuto lo svezzamento del gattino, insegnato quanto doveva, mamma gatto termina il suo compito e arriva il momento della separazione: è la natura.
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Fatte tale doverose osservazioni iniziali, ci chiediamo se del legame tra il felino e i suoi consanguinei rimanga qualche traccia: insomma, il gatto adulto riconosce la mamma ed i suoi fratelli?
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista National Geographic e condotto dal docente John Bradshaw, etologo e docente presso l’Università di Bristol, il gatto sarebbe in grado di riconoscere esclusivamente l’odore familiare, associandolo automaticamente alla fase iniziale della sua vita.
Ma questo non si traduce automaticamente nella capacità del felino di comprendere che la gatta che ha di fronte sia sua madre. D’altronde, seppur il gatto riuscisse a riconoscere la genitrice, dobbiamo pur sempre considerare che è la natura a ridimensionare il legame familiare del felino; non possiamo dunque aspettarci che abbia un concetto di famiglia simile a quello che invece possiede l’essere umano.
Da più parti è stata avanzata l’ipotesi che il gatto riesca comunque a riconoscere i suoi consanguinei, tramite l’odore, al fine di evitare di accoppiarsi con essi. Tuttavia l’ipotesi è da smentire, giacché il comportamento sessuale del gatto esula da concetti morali che sono propri della nostra specie.
Antonio Scaramozza
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