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Gatti

Gattili e colonie feline a confronto: i numeri che fotografano la differenza tra le due realtà

Il confronto tra gattili e colonie feline fotografato dai numeri emersi nel rapporto LAV randagismo 2019: quali sono le ragioni di tale differenze?

(Foto Adobe Stock)

Gattili e colonie feline sono le soluzioni predisposte dalla legge per la cura e la tutela dei gatti randagi: ma dai numeri del rapporto LAV randagismo 2019 emerge un confronto impari fra le due realtà, che necessita di un maggiore approfondimento nell’individuazione delle cause alla base di tale differenza.

Lo status del gatto nella legge italiana

Nella cultura della nostra società il gatto è l’animale domestico per eccellenza, insieme al cane.

(Foto Twitter)

Ma per molti il felino presenta delle caratteristiche tali da determinarne uno status ambiguo, a metà tra animale di compagnia e animale selvatico, in grado di badare ai propri bisogni da sé. E la legge sembra avere fatta propria tale interpretazione, in una norma che è in procinto di compiere ben trent’anni.

Parliamo della Legge quadro 281/1991 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), che definisce il gatto quale animale in libertà; libero di vivere nel luogo che ha scelto come territorio.

Certo, lo Stato prevede la possibilità di segnalare la colonia felina (ovvero l’insieme di due o più gatti che vivono stabilmente in un dato territorio); ma si tratta appunto di una possibilità, non certo di un obbligo.

Dunque, di fatto, il gatto può essere lasciato al proprio destino.

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Gattili e colonie feline: cosa sono

La colonia felina è definibile quale aggregato di due o più gatti che vivono stabilmente in un dato territorio.

(Foto Pixabay)

L’esistenza della colonia felina può essere segnalata alle Autorità competenti; i felini vengono censiti, e da quel momento, di norma, il segnalatore assume il ruolo di referente, curando l’alimentazione dei gatti e monitorando il loro status.

Pur non prevedendo alcun tipo di struttura, nella zona individuata possono essere installate delle cuccette, per riparare gli animali dalle intemperie. Ma i gatti continuano a vivere all’aperto, nel proprio territorio, continuando la propria vita da randagi.

I gattili sono strutture destinate ad ospitare i felini, analogamente ai canili per i cani. Il complesso di norma è composto da più ambienti: una cucina, un’infermeria, uno spazio chiuso in cui i felini mangiano e dormono e uno spazio all’esterno, ma delimitato in modo tale che gli animali non possano uscire dalla struttura.

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I numeri

In attesa della redazione del rapporto LAV randagismo 2020, l’attuale situazione è fotografata dai numeri del 2019.

(Fonte Facebook)

Ebbene, il confronto tra gattili e colonie feline emergente dai numeri del rapporto è impietoso: in tutto il territorio nazionale vi sarebbero appena 92 gattili contro le circa 60.000 colonie feline.

Preoccupa enormemente anche la distribuzione geografica delle due realtà: dei 92 gattili, appena 7 sono presenti nel territorio del Sud Italia. Una proporzione simile anche per ciò che concerne le colonie feline: 8.000 quelle meridionali, contro le quasi 55.000 segnalate nel resto del Paese.

La differenza nella diffusione tra gattili e colonie feline va individuata, prima di tutto, in un fattore di ordine culturale, che ancora oggi colloca il gatto in una categoria ibrida: animale di affezione sì, ma indipendente ed in grado di badare ai suoi bisogni, e che pertanto può vivere per strada.

Seppur si accetti tale concetto, il gattile rappresenterebbe la soluzione ideale quanto meno per determinate categorie di animali (si pensi alle esigenze di un gatto anziano o afflitto da determinate patologie); ma il numero insufficiente delle strutture presenti in Italia (ancora di più al Sud), pur in assenza di dati ufficiali sul tema, difficilmente lascia immaginare che si tratta di un’opzione realmente realizzabile.

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Antonio Scaramozza

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