Tra i tanti luoghi comuni che circondano da sempre la loro figura, questo è stato oggetto di studio: è vero o no che i gatti sono pericolosi per la fauna selvatica? Cosa sapere.
Ma può una loro caratteristica, quella di essere predatori e cacciatori, diventare un reale rischio per la vita e la sopravvivenza di alcune categorie di animali selvatici? A quanto pare da sempre si pensa che l’atteggiamento di Micio, di cacciare uccelli, roditori e simili stia mettendo fine ad alcune categorie di creature esistenti. Ma allora è vero che i gatti sono pericolosi per la fauna selvatica? Uno studio ha risposto in modo approfondito a questa domanda.
Sebbene nel corso della sua convivenza con l’essere umano Micio abbia avuto sempre meno bisogno di procacciarsi del cibo da sé, il suo istinto cacciatore non tende a smorzarsi. Si tratta del suo DNA, un istinto genetico primordiale, ereditato dai suoi antenati. E’ dunque un atteggiamento assolutamente naturale, inutile da ‘educare’ poiché non si tratta di una falla nella sua formazione.
L’attacco viene sferrato attendendo il momento giusto: una volta studiato il luogo, il gatto segue con lo sguardo la potenziale preda da acciuffare e con un movimento ‘felino’ la bracca per poi tenerla per sé. Per le vittime più grandi sarà necessario usare le zampe, mentre per quelle piccole basteranno i denti affilati. Quante volte ci è capitato di ricevere in dono un topo dal nostro micio? Ecco, non serve a nulla sgridare il gatto, poiché dal suo punto di vista non ne capirebbe il motivo.
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Ma che impatto ha l’atteggiamento predatorio del felino, domestico o selvaggio, sugli altri animali, sull’ecosistema? Il fatto di vivere in casa e di avere sempre a disposizione una ciotola con cibo abbondante, di prima qualità e studiato apposta per le sue esigenze, non fa altro che ‘alimentare’ un istinto del micio, non una sua reale necessità di sfamarsi.
Le prede preferite dal gatto sono sicuramente uccelli, rettili e anfibi, le stesse che consumerebbero gli altri predatori selvatici, se ne avessero la possibilità: infatti il comportamento dei gatti, cacciatori più abili rispetto agli altri, non lascia ‘cibo’ agli altri avventori. Questi ultimi dovranno accontentarsi delle prede ‘scartate’ dai felini perché malate o addirittura già morte.
Allo stesso tempo anche le prede con poca energia non ne avranno mai a sufficienza per sfuggire agli artigli felini. In fondo poi è normale che il gatto continui ad essere il miglior predatore al mondo, soprattutto se viene allevato e accudito in casa: uscirà per andare a caccia come puro svago, pieno di energia e di vitalità da ‘spendere’ proprio in quella attività.
Sebbene non sia mai stato valutato abbastanza l’impatto che anche i cani hanno sulla fauna selvatica, poiché si tratta ugualmente di predatori, sono sempre i gatti quelli maggiormente ‘accusati’ di essere dannosi per l’ambiente. Dei ricercatori australiano hanno appunto studiato le ripercussioni del comportamento (istintivo) di entrambi gli animali sulla fauna, servendosi dell’aiuto dei cittadini.
La citizen science infatti, già coinvolta nello studio sugli animali alieni, ha aiutato i ricercatori a capire quali sono le prede ‘preferite’ dai propri animali domestici quando hanno la possibilità di cacciare all’aperto. I risultati sono stati strabilianti, tanto da mettere in discussione il primato di ‘pericolosità’ dei gatti finora detenuto.
Dai dati infatti è emerso che: i cani predano il 62% degli animali (più grandi di dimensioni nel caso dei cani, come opossum e canguri) contro il 47% dei gatti; per quanto riguarda i volatili, il 18% erano vittime dei cani e solo il 14% dei gatti. Insomma l’impatto dei felini sulla fauna selvatica non è affatto più pericoloso di quello che hanno i cani.
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E’ ingiusto riversare tutta la responsabilità del rischio di sopravvivenza di alcune specie di uccelli solo ai gatti (ma anche ai cani, in questo caso). Uno studio neozelandese ha infatti sottolineato che è l’impatto edilizio, e dunque la distruzione dell’habitat naturale di queste specie di volatili, ad aver causato un danno maggiore alla loro stessa vita.
Inoltre definire ‘colpa’ quella dei gatti di cacciare topi e ratti, è altrettanto scorretto anche da un altro punto di vista: questo tipo di predazione è solo un vantaggio per la popolazione australiana, che anzi si è preoccupata di diffondere vere e proprie campagne di abbattimento per liberarsi dalla ingombrante presenza di questi pericolosi ratti sul proprio territorio. Quindi la caccia da parte dei gatti non è stata altro che un grande favore a tutti!
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