Gatti e malattie genetiche: tutte le principali patologie feline

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By Francesca Ciardiello

Gatti, Salute dei Gatti

Quali sono le malattie genetiche più importanti che possono colpire i gatti? Ecco un elenco delle principali patologie e dei sintomi per riconoscerle.

gatto malato
Gatto: le malattie genetiche principali

I gatti sono soggetti a numerose malattie, spesso anche piuttosto gravi. Per malattie ‘genetiche’ si intendono quelle malattie sviluppate dal genoma, ovvero il patrimonio genetico stesso dell’individuo. Ma tutte si manifestano solo nei primi mesi di vita? Purtroppo anche un gatto in età avanzata può esserne colpito. Di certo vi sono delle razze più soggette di altre rispetto a queste malattie. Ecco cosa bisogna sapere per riconoscerle e alleviare la sofferenza dei nostri amati felini.

Malattie genetiche: cosa sono

gatto: lussazione rotula mediale
Gatto: lussazione rotula mediale

Si tratta di patologie dovute ad una alterazione di natura congenita e permanente nel DNA, che rappresenta appunto il patrimonio genetico della persona o, in questo caso, dell’animale. Possono essere di tipo ‘ereditario’, e dunque trasmesse direttamente dal genitore al figlio, oppure ‘non ereditarie’ ovvero frutto dell’alterazione del genoma, caratteristico del singolo animale, di cui abbiamo accennato in precedenza. Si distinguono in monogeniche e poligeniche: nel primo caso si evidenzia un malfunzionamento, una diversità, del singolo gene. Il secondo caso vede in gioco più geni e sono molto più difficili da diagnosticare e curare.

Malattie genetiche monogeniche e poligeniche

Nel primo caso è il singolo gene malformato o mal-funzionante a generare la patologia. La diagnosi dovrebbe essere, nella maggioranza dei casi, più rapida e affidabile in quanto più semplice da individuare quando si conosce il gene ‘colpevole’. Si preleva un campione di DNA di materiale organico quale sangue, cellule della saliva, bulbi piliferi e tutto viene analizzato in diversi test. Le malattie ereditarie poligeniche invece sono frutto dell’azione combinata di più geni, e per questo più difficili da individuare poiché la causa non è unica. Ma i test sono comunque utili a individuare il gatto che potrebbe rendersi ‘responsabile’ dell’ereditarietà della malattia e fare in modo che non si riproduca.

I progressi della scienza

Oltre ad individuare il gene o più geni responsabili, i test sul DNA sono molto utili anche a capire dove inizia il processo di ereditarietà della patologia e fermarla. In che modo? Semplicemente impedendo al soggetto animale di riprodursi, trasmettendo in questo modo il carico genetico ‘difettato’. Può accadere che alcuni gatti non manifestino i segni della malattia ma siano ugualmente in grado di trasmetterla. Una volta ottenuta l’identificazione certa dei riproduttori, si potrebbe sperare dunque di eliminare il problema della ereditarietà delle patologie che tanto affliggono i nostri amici a quattro zampe.

Malattie genetiche: quali sono

gatto: displasia dell'anca
Displasia dell’anca del gatto

Sebbene vi siano dei fattori di razza che rendono l’animale più predisposto di altri a determinate patologie, è importante conoscerle e capire quali sono le loro principali caratteristiche. Molte di esse infatti hanno un’origine genetica e come tali devono essere analizzate e, ove possibile, combattute. Ve ne sono oltre 60 ma noi ne individueremo 25, ovvero quelle più comuni che possono colpire il nostro gatto.

Alterazioni vestibolari: comportano difficoltà di deambulazione, problemi a mantenere l’equilibrio e a volte anche nistagmo, ovvero movimento a scatti dei bulbi oculari. Una razza particolarmente predisposta è il Burnese.

Amiloidosi renale: quando la proteina amiloide si deposita a livello renale si parla di ‘amiloidosi’. I più colpiti sono i gatti adulti, di almeno 6 anni d’età. La malattia si manifesta attraverso alcuni segnali come: anoressia, insufficienza renale cronica, aumento delle urine, sintomi di disidratazione, infiammazioni del cavo orale, cattivo stato del pelo. Le razze più predisposte sono l’abissino e il somalo.

Astenia cutanea: detta anche sindrome di Ehlers-Danlos, è una patologia piuttosto grave dei tessuti connettivi. Un gatto malato di astenia ha una cute sottile e iper-estensibile, quindi facilmente soggetta a lacerazioni. Le razze più a rischio sono: il Balinese, il giavanese, l’orientale, il siamese e l’himalaiano.

Atrofia muscolare spinale SMA: la degenerazione dei motoneuroni del midollo spinale determina una atrofia muscolare degli arti. I primi segnali sono visibili già a circa tre-quattro mesi di età del gattino con progressivo peggioramento della deambulazione e l’assunzione di posture anomale dovute a debolezza muscolare. Comporta gravi conseguenze ma in genere non è mortale. Un gatto soggetto il Maine Coon.

Cardiomiopatia ipertrofica (HCM): è una grave malformazione del cuore che causa una costante insufficienza cardiaca. Tutti i potenziali ‘portatori’ della malattia devono essere testati con ecocardiografie, unico mezzo per scongiurare la patologia. Gatti a rischio: Norvegese delle foreste, il Maine coon e il persiano.

Deficienza di piruvato kinasi (PK): l’assenza dell’enzima piruvato-kinasi nei globuli rossi è purtroppo una condanna a morte. I sintomi sono: debolezza, affaticamento, crisi emolitiche, febbre e ittero. I gatti più soggetti al rischio appartengono alle razze: Norvegese delle foreste, l’Abissino e il somalo.

Dermatite facciale: si manifesta su faccia, aree perioculari, intorno alle labbra e mento. Queste zone sono particolarmente soggette a infezioni secondarie batteriche. Razze a rischio: Esotico e persiano.

Displasia dell’anca: come nel caso della displasia dell’anca del cane, è un’anomalia della conformazione dell’articolazione femorale che causa artropatia degenerativa e cattiva deambulazione.

Dotto arterioso persistente: il flusso sanguigno passa dall’aorta all’arteria polmonare, ma è un difetto che si può curare chirurgicamente. Le razze soggette sono: Balinese-giavanese-orientale-siamese.

Epidermolisi giunzionale bollosa: Vesciche e bolle di liquido che si formano sui cuscinetti plantari, nella cavità orale e sulla lingua. Anche le unghie sono soggette a infezioni batteriche o fungine con successiva caduta. I gatti che corrono il pericolo sono: Balinese-giavanese-orientale-siamese.

Eritrolisi neonatale: patologia molto grave dei cuccioli appena nati. La distruzione dei globuli rossi nei gattini porta alla morte certa. Avviene quando la madre con gruppo sanguigno B, partorisce gattini con gruppo sanguigno A o AB. Razze a rischio: Abissino, Balinese-giavanese-orientale-siamese, birmano, bobtail giapponese, british shorthair, cornish rex, devon rex, esotico, himalaiano, persiano, scottish e highland fold; e somalo.

Fibroelastosi endocardica: i suoi sintomi sono: dispnea, soffio sistolico, tachicardia, morte improvvisa. Nei primi sei mesi di età il gatto potrebbe soffrire di un ispessimento del lato sinistro dell’endocardio. Razze dei gatti più a rischio: Balinese-giavanese-orientale-siamese e burmese.

Gangliosidosi GM1 e GM2: è un’alterazione del metabolismo cellulare, che provoca seri danni neurologici. I primi segnali sono: tremori, perdita della vista, convulsioni, paresi e alterazioni comportamentali. Si può manifestare intorno ai due mesi di vita e purtroppo si hanno poche speranze di sopravvivenza a un anno di età: la morte segue uno stato di paralisi totale. Nel caso della Gangliosidosi GM2 la morte arriva ancora prima: entro i cinque mesi di vita. I gatti a rischio sono: il Korat, il Balinese-giavanese-orientale-siamese, l’esotico e persiano.

GSD-IV: la sigla sta per ‘glycogen storage disease IV’. I cuccioli nascono morti o muoiono subito dopo il parto. Quelli che si salvano non sopravvivono ai 5 mesi d’età e con gravi disturbi neuromuscolari. Soprattutto il Norvegese delle foreste è a rischio.

Idrocefalo: è un aumento del liquido cerebrospinale con conseguente deformazione del cranio. Altri sintomi indicativi sono: tremori, dolori cervicali e insufficienza sensoriale. Soggetti in pericolo sono: il Balinese-giavanese-orientale-siamese.

Ipotiroidismo: comporta perdita del pelo, cui sono soggetti soprattutto il Cornish rex, il devon rex, l’esotico e il persiano.

Lussazione mediale della rotula: o anche ‘PL’, è lo spostamento della rotula dalla sede naturale. La sua gravità dipende dal caso specifico, poiché non sono tutti uguali. Ne soffrono: Abissino, certosino, devon rex, esotico, maine coon, persiano e somalo.

Malattia di Von Willebrand: è una patologia che determina una carenza nella coagulazione e colpisce soprattutto l’himalaiano.

Mannosidosi: il termine racchiude una serie di anomalie scheletriche, cataratta, ritardo nella crescita che colpisce cuccioli di siamese o persiano, che possono nascere morti o morire subito dopo il parto.

Mucopolisaccaridosi VI: è una alterazione genetica che causa gravi anomalie scheletriche, ovvero testa piccola, fronte bombata, fusione delle vertebre cervicali, anomalie nell’andatura, e con orecchie piccole e occhi distanti. Razze a rischio: Balinese-giavanese-orientale-siamese.

Rene policistico o PKD: cisti con contenuto liquido diffuse nel sistema renale, ma anche a volte nel fegato o nel pancreas. Si manifesta di solito dopo sei-otto anni, raramente può essere asintomatica e colpisce soprattutto l’Esotico, himalaiano, il Norvegese delle foreste e il persiano.

Sfingomielinosi: è una alterazione dell’enzima sfingomielinasi che causa atassia, tremori e crescita stentata. I sintomi si manifestano intorno ai 2-5 mesi d’età del gattino e portano alla morte generalmente entro l’anno. Le razze più soggette sono: Balinese-giavanese-orientale e siamese.

Sordità: dipende dal colore bianco abbinato ad occhi blu o una malformazione congenita. Non è strettamente legata a una razza ma può colpire soprattutto l’Angora turco, l’esotico e il persiano.

Spasticismo: lieve forma di distrofia muscolare che comporta difficoltà alimentari, di socializzazione e apprendimento. I gatti affetti possono presentare: rigidità negli arti, collo ripiegato in avanti, difficoltà di deglutizione e problemi di soffocamento, polmonite e nei casi peggiori anche la morte. Il Devon rex e lo sphynx sono a rischio spasticismo.

Spina bifida: è una patologia legata al gene M che provoca la chiusura degli archi vertebrali e colpisce in massima parte il Cymric e il gatto di Manx.

F.C.

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