Come educare il gatto a non fare qualcosa? Non sarà facile ma con qualche accorgimento ogni padrone può riuscirci.
Non sempre i loro comportamenti sono gestibili, soprattutto da parte dei padroni meno esperti. D’altra parte poi, si sa, che i felini tendono a prendere il sopravvento grazie ad un carattere forte e una personalità spiccata. Ma come possiamo educare il gatto a non fare qualcosa? Ci sono utili accorgimenti da utilizzare per educarlo a fare ciò che desideriamo noi (e non quello che vuole lui).
Li adoriamo ma spesso si comportano in un modo davvero insopportabile che ci fa arrabbiare, ma in ogni caso hanno ragione di farlo: tutti i comportamenti del felino, anche quelli meno graditi al padrone, hanno una motivazione che sia psicologica o fisica. Uno dei comportamenti consueti del felino, che dà fastidio al suo umano, è ad esempio quello di fare i bisogni fuori dalla lettiera oppure quando immerge le zampe e le unghie nel terreno dei vasi di piante o ancora quando ne mangia.
Può capitare inoltre che si rifaccia le unghie sui tessuti delle tende e sui divani di casa, e che metta in bocca qualsiasi cosa per il gusto di scoprire di cosa si tratta anche quando può essere rischioso per la sua salute (come fili di lana, spago e simili).
Conoscere bene la psiche di un Micio non è un’impresa tanto scontata, tuttavia con piccoli accorgimenti possiamo renderci conto di cosa rappresentiamo noi per lui. Non è questione di affetto, poiché i felini lo dimostrano in maniera totalmente dagli altri animali domestici per eccellenza, i cani appunto. Il problema è spesso il nostro che tendiamo e vogliamo renderli più simili e associarli a Fido.
Per un gatto il padrone rappresenta la persona di cui può fidarsi e che si prende cura della sua salute, curandone innanzitutto l’alimentazione. Tuttavia, per quanto meriti affetto, ascoltare i comandi del suo umano spesso non gli passa neppure per la mente. Ne soffre la lontananza e la distanza, e di sicuro mostra comportamenti problematici quando non gli sta accanto. Quindi partiamo dal presupposto che i padroni possono farsi amare dai felini e conquistare la loro fiducia, ma come? Premiandoli quando fanno qualcosa di buono!
Partendo dal presupposto che il modo migliore per ‘educare’ un gatto, o meglio convincerlo a fare o non fare qualcosa, è dargli qualcosa in cambio (una ricompensa spesso a base di cibo, soprattutto all’inizio del percorso educativo), è fondamentale che le ‘sessioni’ durino poco ma siano efficaci.
Sarà dura infatti tenere l’attenzione di Micio per un tempo lungo, quindi utilizziamo il tempo ‘a disposizione’ in modo efficace, evitando lungaggini e insegnandogli un comando per volta e soprattutto non utilizzando mai violenza o volume alto della voce (sarebbe inutile quanto controproducente).
Micio dovrà capire da solo che ‘non gli conviene’ fare una determinata azione o adottare un certo comportamento, perché non solo non ne avrò alcuna ricompensa ma potrebbe anche risultargli ‘sgradevole’ da un certo punto di vista. Molti padroni infatti associano oli essenziali e altri odori che il gatto non sopporta ma anche suoni che non tollerano affatto (ci sono addirittura specifiche razze di gatti che odiano i rumori).
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Infine potremmo scoraggiare un suo comportamento a noi poco gradito rivestendo, quando possibile, le superfici con del materiale su cui non amano camminare (pensiamo ad esempio alla carta alluminio o a quella adesiva).
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