Se il nostro gatto non beve abbastanza rischia di soffrire di disidratazione: ecco quando c’è questo pericolo e come accorgersene per rimediare.
La disidratazione è frutto di un disequilibrio tra la quantità di liquidi che si assume e quello che è rilasciato dal corpo: non è una condizione legata solo al non bere abbastanza acqua o assumere cibi umidi, ma anche dovuta ad altri fattori. Un gatto disidratato può andare incontro a gravi conseguenze, proprio perché la temperatura corporea potrebbe subire forti squilibri. Individuarne i sintomi è assolutamente necessario per correre ai ripari e nei tempi più brevi possibili.
Il gatto di solito non è un gran ‘bevitore’: talvolta tende a giocare con l’acqua nella ciotola e a farla ‘strabordare’, altre volte ne è addirittura impaurito. Come sostanza liquida beve il latte, sebbene il lattosio porti problemi al felino non più cucciolo. Il proprietario attento alle sue esigenze noterà subito i primi segnali non solo fisici, ma anche quelli che riguardano le sue abitudini: nonostante il micio possa sopravvivere senza assumere troppa acqua vi saranno dei segnali da interpretare come veri e propri campanelli d’allarme: ecco quali sono.
Se il gatto mostra i primi segnali di stanchezza, spossatezza e letargia è probabile che no abbia assunto abbastanza liquidi. Questa generale condizione di abbattimento può accompagnarsi anche a problemi della respirazione. Se il gatto non respira bene, ansima o ha l’affanno è probabile che sia dovuto a una generale condizione di ‘secchezza’, che si vedrà nei seguenti altri sintomi.
La prima parte del corpo felino da osservare è di sicuro la bocca: le gengive appaiono rigide e secche, mentre la bocca è asciutta. Anche gli occhi sembrano risentire di questa ‘stanchezza’ poiché sono infossati, come quelli dell’uomo che non è riuscito a riposare bene. Inoltre vi è un trucco per verificare se il problema è legato alla carenza di acqua, oppure no: si prende la pelle del gatto tra le dita e si nota quanto tempo ci mette a ritornare a posto. Se impiega più di 3-4-secondi per ristendersi allora è il caso di contattare il veterinario: la poca elasticità della pelle è uno dei sintomi caratterizzanti.
Il sistema capillare che pervade le gengive di un felino deve potersi riempire di sangue in un tempo non troppo lungo: quando la disidratazione è già a livelli avanzati il volume ematico diminuisce. Con un piccolo test è possibile capire se le gengive sono a posto: premendo sulla gengiva osserva in quanto tempo lessa riprende il suo colore naturale. Se impiega più di 2-3 secondi è il caso di preoccuparsi. Se il colore delle gengive è sempre di un bianco pallido allora siamo in presenza di un grado di disidratazione molto alto.
Il padrone attento dovrà osservare il comportamento del suo gatto: se non beve per niente bisogna preoccuparsi. Verifica sempre se sta ingerendo la giusta quantità di liquidi. E’ vero che i gatti generalmente bevono poco, ma non bere affatto è di certo sintomatico di qualche problema alla base. Esso può essere dovuto a un fastidio intestinale ed è spesso accompagnato da altri sintomi quali nausea, vomito e diarrea. Facciamo attenzione perché a volte questi sintomi possono passare inosservati e poi potrebbe essere troppo tardi.
Anche le zampe possono lanciare dei chiari segnali di allarme: se non si riscaldano facilmente e restano fredde può essere sintomatico di una disidratazione. Di solito la temperatura deve essere costante in tutto il corpo, ma se questo ci appare in generale più caldo rispetto agli arti inferiori è un dato importante di carenza di liquidi.
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Attenzione e cura nei confronti dei nostri amici a quattro zampe sono sempre le due armi infallibili per garantirgli una vita serena e in salute. Tante sono le cose che possiamo fare per lui e gli accorgimenti che possiamo adottare per tenerlo sano e in forma. Non si tratta solo di fargli bere tanta acqua, ma anche di curare la sua alimentazione e la sua attività fisica. Ecco un breve vademecum sulle cause che spingono il nostro gatto alla disidratazione e quindi cosa possiamo evitare per fare in modo che ciò non accada.
Le crocchette sono comode da razionare e molto più pratiche da preparare: ma basterà organizzare meglio il nostro tempo per evitare che il gatto non segue una dieta bilanciata. Oltre alle sostanze nutritive, è importante fare attenzione al cibo umido e al cibo secco: potrebbe servire aggiungere acqua al cibo già umido. Acqua sotto forma di brodo di carne o di pesce, che è di certo più saporito dell’insapore acqua in bottiglia. Più il cibo è gustoso più il gatto sarà invogliato a mangiarne: se gli fa bene quindi rendiamolo più appetitoso possibile.
Non è così scontato che tutte le ciotole vadano bene per il nostro gatto: facciamo attenzione che il bordo del contenitore non sia troppo alto e gli crei problemi a bere. Naturalmente il contenuto è altrettanto fondamentale: meglio acqua fresca e pulita, magari più volte al giorno. Se dobbiamo assentarci da casa diverse ore e non possiamo garantirgli una sorsata di acqua ogni tot di ore è possibile acquistare dei dispenser che potrebbero essere azionati dallo stesso micio. Se la ciotola è in metallo manterrà meglio la temperatura dell’acqua, per evitare che si surriscaldi troppo in nostra assenza. Il luogo ideale per posizionare la ciotola (o il dispenser) sarà all’ombra, ma non al buio e non direttamente esposto alla luce del sole. Anche posizionarla accanto alla lettiera potrebbe essere un problema: il gatto non ama mangiare dove riposa o fa i suoi bisogni. D’altra parte se è considerato uno degli animali più puliti al mondo ci sarà una ragione, no?
E’ difficile che il gatto, animale sedentario per eccellenza, faccia tanta attività fisica da aver bisogno di idratarsi subito dopo. Eppure potremmo impegnarlo in alcuni giochi e passatempi che potrebbero farlo ‘sudare’: ecco quindi che dopo queste attività è importante riempirgli la ciotola. se vorrà bere si avvicinerà da solo alla fonte di acqua.
La prima cosa che ci viene in mente è di certo dargli tanta acqua: eppure questo potrebbe essere un problema. E’ un errore dare a un gatto disidratato una ciotola ricolma di acqua: data la sete potrebbe berne con avidità, fino a sentirsi male. Una quantità di liquidi improvvisa ed eccessiva potrebbe avere un effetto devastante sul suo delicato apparato digerente e provocargli la nausea. Altrettanto fondamentale è che l’acqua non sia troppo fredda: va bene qualche piccola porzione di ghiaccio tritato (mai in cubetti) ma se aspettiamo che si sciolga un po’ prima di somministrargliela è meglio. Oltre all’acqua fresca o sotto forma di ghiaccio, è possibile creare in casa una bevanda che ristabilirà l’equilibrio degli elettroliti nel suo organismo. Basterà aggiungere a un litro di acqua un cucchiaino di sale, mezzo di bicarbonato, 3 di zucchero e mezzo succo di limone o arancia.
E’ possibile che il veterinario opti per una flebo per idratare il nostro gatto: le soluzioni fisiologiche immesse nella sua bocca ristabiliranno con efficacia immediata il livello di elettroliti nel suo corpo. Se la disidratazione è in uno stato avanzato invece sarà necessario ricorrere alla flebo: sarà necessario tenere il gatto in clinica per almeno 24-48 ore e cercare di immobilizzarlo per evitare che possa strapparsi l’ago e farsi male.
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F.C.
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