Comportamento del gatto dopo la sedazione: cosa fa e come aiutarlo

Comportamento del gatto dopo la sedazione: cosa fa e come aiutarlo

Lo vedi strano? In effetti il comportamento del gatto dopo la sedazione potrebbe destare qualche preoccupazione: ecco cosa sapere.

Comportamento del gatto dopo la sedazione
(Foto AdobeStock)

A volte non si tratta solo di superare la fase successiva di un’operazione, ma anche di valutare lo stato fisico dopo un’anestesia: vediamo infatti quale può essere il comportamento del gatto dopo la sedazione e se e quando è il caso di intervenire. In realtà si tratta di una procedura molto utilizzata nell’ambito di operazioni veterinarie, ma è sempre meglio saperne qualcosa in più su ciò che ci aspetta dopo un intervento al nostro dolce micio di casa.

Anestesia o sedazione: non sono la stessa cosa

Facciamo chiarezza: la sedazione si potrebbe definire ‘un effetto’ dell’anestesia generale. Quest’ultima può essere di 3 tipi (minima, moderata o in profondità) e non fa perdere coscienza al soggetto che la riceve (sia esso umano o animale).

Ostruzione urinaria nel gatto
(Foto da Pixabay)

In un certo senso dunque il soggetto sedato ‘risponde’ agli stimoli esterni in base anche al livello di sedazione che gli è stata praticata (maggiore sarà la dose e meno l’animale risponderà agli stimoli). Potremmo dunque definire la sedazione come una parziale perdita di conoscenza.

L’anestesia però è necessaria quando si devono affrontare procedure o interventi medici, per evitare che il gatto o l’animale in genere senta dolore. In ogni caso un bravo veterinario saprà valutare quale tipo di anestesia o sedazione scegliere in base alla situazione.

Comportamento del gatto dopo la sedazione: cosa gli succede

In realtà i comportamenti del gatto dopo la sedazione possono essere racchiusi in due tipologie soltanto: stanchezza o agitazione. Se da una parte quindi può mostrare sonnolenza, apatia e stato generale semi-depressivo, dall’altra può anzi essere iperattivo e agitato.

Come conseguenze sul suo fisico potremmo notare alcuni episodi ‘spiacevoli’ come:

  • nausea e vomito,
  • problemi di ritenzione idrica,
  • tosse,
  • leggera inappetenza.

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Comportamento del gatto dopo la sedazione: cosa fare e come aiutarlo

Vederlo soffrire è sempre un colpo al cuore, soprattutto per il padrone. Ma purtroppo ci sono alcuni effetti che dovremmo aspettarci dopo una sedazione: l’importante è tenere la calma e avere sempre a portata di mano il numero del nostro veterinario di fiducia.

gatto copre occhi quando dorme
(Foto Adobe Stock)

Se la nostra preoccupazione è quella di ‘fronteggiare’ gli episodi sopra descritti, è sicuramente utile capire se le sue funzioni vitali sono del tutto ‘regolari’, come fare regolarmente i bisogni e non soffrire di assenza di minzione.

Per quanto riguarda la tosse, spesso secca, essa è frutto dell’irritazione stessa causata dal farmaco: chiediamo consiglio al medico. E’ bene precisare che il più delle volte si preferisce lasciarla passare spontaneamente.

Nel caso in cui Micio soffrisse un po’ di inappetenza, non forziamolo ma cerchiamo di stimolare la sua fame con piccoli sorsi d’acqua inizialmente e con piccole quantità di cibo in seguito.

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Altri consigli per accudire un gatto dopo la sedazione

Qualche altra dritta per accudire il micio che è stato sedato? Innanzitutto fargli sentire la nostra presenza, la nostra vicinanza e le nostre cure: i gatti, a dispetto di ciò che si dice di loro, sono animali indipendenti ma amano essere al centro dell’attenzione e delle cure, le nostre specialmente.

gatto dorme in posti strani
(Foto Unsplash)

Quindi creiamo per lui un giaciglio confortevole, magari in un luogo tranquillo e al riparo da rumori della strada o interni (lontano dalla stanza dei bambini ad esempio). Se si tratta di un esemplare abituato a stare all’esterno, teniamolo in casa almeno fino a quando non saranno svaniti del tutto gli effetti della sedazione.

Facciamo attenzione che non gli manchino acqua fresca e cibo, nel caso avesse fame. Meglio chiamare il veterinario per qualsiasi dubbio e portarlo al pronto soccorso più vicino qualora notassimo segnali preoccupanti.

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FRANCESCA CIARDIELLO

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