Il gatto non è solo un abilissimo predatore, ma a sua volta può essere preda: scopriamo con quali tecniche si difende da un attacco.
Il gatto, insieme al cane, è l’animale da compagnia per eccellenza della nostra cultura. Un membro della famiglia, un compagno di vita, un amico di giochi; ma per la natura rimane un predatore, e, a sua volta, anche se marginalmente, una preda. Ma da quali animali deve guardarsi? E come si difende il gatto da un eventuale attacco? Scopriamolo insieme.
Piccolo, elegante, agile, equilibrista, scattante; sono solo alcune delle innumerevoli doti del felino più diffuso al mondo, capaci di rendono un cacciatore temibile.
Un cacciatore a misura di società umana; d’altronde il piccolo felino è stato addomesticato migliaia di anni orsono, e da allora il suo habitat naturale coincide con i luoghi in cui si svolge la vita dell’essere umano.
Un habitat in cui il gatto è il predatore principe quasi incontrastato. Ma a sua volta il piccolo felino può essere preda. Di certo lo è il gatto selvatico, ma anche quello domestico ha nemici da cui guardarsi.
Per la verità, si tratta di ipotesi marginali. In zone rurali potrebbe essere oggetto di attenzione da parte delle volpi: recenti studi hanno dimostrato che il canide si ciba del felino. Ma la volpe tende a predare i cuccioli; è piuttosto improbabile che provi ad attaccare un gatto adulto.
Certo, il gatto potrebbe doversi difendere non necessariamente da un predatore; l’attacco può essere sferrato anche da un cane, e perfino da un conspecifico.
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A fronte dell’attacco subito, il gatto si difende mediante due strategie del tutto opposte: il contrattacco o la fuga.
É quest’ultima l’opzione predefinita (salvo che il felino non stia competendo con un conspecifico); d’altronde l’esito di uno scontro è pur sempre incerto, e laddove sia possibile scappare, il gatto non si fa pregare.
D’altronde può contare su doti di corsa non indifferenti (sull’argomento può interessare la lettura di Quanto può essere veloce un gatto? La risposta sorprendente) e altrettanto strabilianti capacità funamboliche (tra cui quella di arrampicarsi con estrema agilità sugli alberi).
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Ma se messo alle strette, senza alcuna via di fuga, il gatto passerà al contrattacco. La postura non lascia di certo alcun dubbio, ed è facilmente individuabile. Il felino inarcherà la schiena, per sembrare più grande agli occhi dell’avversario; lo stesso principio vale per la coda, che si presenterà arruffata.
Le orecchie saranno appiattite ed i versi inequivocabili: il felino sta avvertendo il suo dirimpettaio che è pronto ad attaccare, laddove oltrepassi una certa soglia. Gli artigli del gatto sono delle temibili armi di difesa, e spesso fanno da deterrente alle bellicose intenzioni dei contendenti.
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A. S.
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