Gattara si nasce non la si diventa. O meglio, la si può diventare una volta che si scopre il fascino del felino domestico che s’insinua, avvolge e conquista gli animi più aridi. In ogni modo, è molto più facile trovare gattare donne che non gattari uomini, non solo perché alcune recenti ricerche hanno dimostrato che il gatto preferirebbe la donna (clicca qui), ma anche per la similitudine tra i due universi: quello felino e femminile connotati dal fascino misterioso e sensuale. Un accostamento che al contrario viene spesso fatto tra l’uomo e il cane, come immagine di fedeltà e affidabilità.
Nell’antichità il gatto era rappresentato dalla Dea Bastet in Egitto, nel Medioevo veniva associato alle streghe. Il felino da sempre ha accompagnato l’immagine della donna. E’ facile trovare anche nelle rappresentazioni medievali, il gatto all’interno di un focolaio, che dorme sui panni oppure in una cesta in cucina al fianco di una donna alle prese con le attività domestiche. Nonostante il suo istinto da predatore, il felino in molti casi si rivela un gran dormiglione e soprattutto ormai è luogo comune, che il gatto si lega alla casa e non alla persona… Ecco perché è molto più diffuso trovare donne “gattare”, anziché uomini dediti ai mici…
Ci sono alcuni indizi per capire se una persona si sta lentamente trasformando in quell’immagine un po’ versione “befanina” che con lo scialle sulle spalle, il berretto di lana in testa, con le ciabatte di casa esce in condizioni meteo avverse per dare da mangiare ai gatti di strada…
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