in Emilia Romagna le colonie feline sono disciplinate dalla Legge regionale n. 27 del 2000: scopriamo insieme che cosa stabilisce.
Il Legislatore ha delegato le Regioni a regolamentare diversi aspetti della materia concernente gli animali dâaffezione. Gli enti territoriali ricorrono alla propria potestĂ legislativa per ottemperare in merito. LâEmilia Romagna ha disciplinato le colonie feline con la Legge Regionale n. 27 del 2000 (Nuove norme per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina). Ecco che cosa stabilisce.
Nella cultura della nostra societĂ , il gatto, insieme al cane, è lâanimale dâaffezione per eccellenza.
Addirittura, numeri alla mano, il felino sopravanza Fido, seppur di poco, nelle preferenze degli italiani (sullâargomento può interessare la lettura di Quanti gatti ci sono in Italia? Unâindagine svela il numero dei piccoli felini VIDEO).
Eppure, da un punto di vista giuridico, câè ancora spazio per il gatto domestico che vive allo stato brado. E la cosa non è affatto scontata.
Si pensi proprio al cane; per Fido sussiste lâobbligo di microchip. Ogni animale, pertanto, deve essere tracciato. I cani che non sono di proprietĂ , sono destinati ad essere accalappiati e ricoverati in un canile (o altra struttura per animali), in attesa di unâadozione.
Il cane, fatta salva la felice eccezione del cane di quartiere, non è libero di vivere per strada. Il gatto sÏ, ed è il Legislatore ad averlo stabilito nella Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo: il gatto è un animale in libertà , libero di vivere nel luogo che ha scelto come proprio territorio, dal quale non può essere allontanato.
Se due o piĂš gatti vivono stabilmente nello stesso posto, allora costituiscono una colonia felina.
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LâEmilia Romagna disciplina le colonie feline con la L. R. n. 27 del 2000.
Ai sensi della norma per colonia felina si intende qualsiasi territorio, edificato o meno, pubblico o privato, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero di gatti che la compongono e dal fatto che sia accudita o meno dai cittadini.
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In essa la Regione sancisce lâobbligo per i Comuni di favorire e tutelare le colonie feline, rispetto ad ogni altra struttura di accoglimento di gatti randagi; queste ultime, infatti, sono riservate ai felini con abitudini domestiche, che non possono adattarsi allâinserimento nelle prime.
Sui Comuni dellâEmilia Romagna grava altresĂŹ lâobbligo di censire e gestire le colonie feline, dâintesa con le Aziende UnitĂ sanitarie locali. Queste ultime provvedono alla sterilizzazione dei gatti in libertĂ , provvedendo altresĂŹ alla loro identificazione e alla reimmissione nel territorio di provenienza.
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