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Gatti

Colonie feline in Campania: cosa stabilisce la legge regionale

In Campania le colonie feline sono disciplinate dalla Legge Regionale n. 3 del 2013: scopriamo insieme che cosa stabilisce.

(Foto Adobe Stock)

Il Legislatore definisce il gatto quale animale in libertà; libero, per l’appunto, di vivere nel luogo che ha eletto a proprio territorio. E quando nel medesimo luogo vivono almeno due gatti, si parla di colonie feline, disciplinate con Legge dalle Regioni: scopriamo cosa stabilisce sul punto la normativa di riferimento della Campania.

Cosa sono le colonie feline

Nella Legge n. 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) il gatto viene definito quale animale in libertà, ovvero libero di vivere ovunque, anche per strada, nel luogo che ha eletto a proprio territorio.

(Foto Adobe Stock)

Sarà noto ai più il concetto, o quanto meno l’esistenza, delle colonie feline. Le Regioni, ricorrendo alla propria potestà legislativa, legiferano in materia di animali d’affezione; colonie feline comprese.

Ma che cosa sono?

Possiamo definirle come un gruppo formato da almeno due gatti che frequentano stabilmente un dato luogo. Invero la definizione di colonie feline fornite dalla L. R. n. 3 del 2019 della Campania non si discosta da quanto detto: la Regione definisce la colonia felina come

un gruppo di gatti formatosi spontaneamente che condivide il medesimo habitat ovvero qualsiasi territorio pubblico o privato nel quale vive stabilmente, indipendentemente dal numero di cui è composto e che sia accudito o meno da cittadini.

Un gruppo, però, presuppone necessariamente che i felini sia almeno due.

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Colonie feline in Campania: cosa dice la legge

La Regione campana assicura la sterilizzazione dei gatti liberi, indipendentemente dalla circostanza che facciano parte o meno di una colonia felina.

(Foto Adobe Stock)

Successivamente all’operazione verranno reimmessi nel luogo di ritrovamento, non prima di essere stati identificati (almeno per gli esemplari appartenenti alle colonie censite) a mezzo microchip.

I Comuni possono realizzare delle aree di accoglienza per quei gatti che non possono essere reintegrati nelle colonie di appartenenza, a causa di accertati problemi fisici. I gatti liberi possono essere catturati anche per essere sottoposti alle cure mediche di cui necessitano.

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Sono coloro cui è affidata la gestione della colonia felina a prelevare i gatti per sottoporli a tali operazioni. Ad essi spetta altresì il monitoraggio del numero di felini che la formano; sempre su di essi grava l’obbligo di garantire la pulizia e il decoro delle aree adibite alle attività necessarie alla tutela delle colonie feline.

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Antonio Scaramozza

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