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Gatti

La differenza tra il Bombay e il Burmese: quale è adatto a te

La differenza tra il Bombay e il Burmese, due gatti con tantissime caratteristiche simili tra loro, motivo di confusione tra le razze.

(Foto AdobeStock)

Non tutti sono esperti intenditori di razze di gatti, perciò è molto facile confondere alcune razze in particolare se queste si somigliano nel loro aspetto.

Tuttavia esistono delle differenze tra il Bombay e il Burmese che sono importanti da conoscere.

Fosse solo per poterli distinguere ma torneranno utili anche per capire quale dei due gatti è più adatto al nostro stile di vita.

Impariamo quindi a capire la differenza tra il Bombay e il Burmese sia fisica che caratteriale.

Differenza tra Bombay e Burmese

La differenza tra Bombay e Burmese come accennavamo non riguarda soltanto l’aspetto fisico ma anche quello caratteriale e le origini dei due felini. Vediamo in cosa consiste di preciso questa diversità.

(Foto AdobeStock)

La prima differenza tra Bombay e Burmese di sicuro riguarda l’origine delle due razze. Il Bombay da una serie di esperimenti intrapresi dall’allevatrice americana Nikki Horner, del Kentucky.

L’americana aveva come obiettivo quello di creare una varietà di gatto nero dal pelo corto, simile ad una pantera, con gli occhi chiari.

Gli incroci ebbero inizio nel 1953, tra Burmese e l’American Shorthair, ma solo nel 1960 ebbe i primi risultati e nel 1970 venne poi riconosciuta come razza a sé stante.

Le origini invece del gatto Burmese risalgono al 1930, quando James Thompson, portò in America una gatta femmina dalla Birmania.

Inizialmente la confuse con un normale Siamese (un po’ più scuro), decise insieme a dei genetisti, di far accoppiare questa gatta con un siamese.

Ottennero sia siamesi puri che siamesi/burmesi ibridi. I burmesi ibridi vennero fatti accoppiare tra loro, dando inizio alla razza Burmese pura che venne riconosciuta nel 1936.

Detto questo è facile intuire che si tratta di due gatti diversi per cui anche l’aspetto può variare in tanti punti, come ad esempio:

  • colore del mantello dei gatti: il Bombay è completamente nero senza alcun riflesso di altri colori, mentre il Burmese, per la specie inglese, il colore zibellino, il blu, il cioccolato e lo champagne, sono i colori di base riconosciuti sin dalla nascita della razza. Per la specie americana invece, i colori rosso, crema e tortie sono associati alla razza Malayan. Inoltre, riconosce anche il color sabbia, il blu, il cioccolato ed il lilla.
  • testa: il Bombay ha la testa tonda, faccia paffuta e grande con muso corto e naso nero; mentre il Burmese ha la testa a forma di cuneo corto, largo agli zigomi e smussata sul muso, il cranio superiore è ampio e alto;
  • occhi: il Bombay ha occhi molto grandi, di colore giallo o rame; mentre il Burmese ha gli occhi non solo grandi, ma anche distanti, orientaleggianti, con una linea superiore dritta che si incurva leggermente verso il naso ed una linea inferiore arrotondata. Il loro colore può essere tutte le tonalità di giallo;
  • orecchie dei gatti: orecchie sono ben distanziate, con la punta arrotondata, mentre il Burmese ha orecchie medie, larghe alla base e leggermente arrotondate in punta, simili ma leggermente diverse;
  • aspettativa di vita: Bombay approssimativamente dai 15 ai 17 anni mentre il Burmese ha un’aspettativa di vita di circa 14 anni.

Potrebbe interessarti anche: Le malattie del gatto Bombay: le patologie più comuni

Caratterialmente il gatto Bombay è socievole e affettuoso ma molto pigro, amante del relax. Sa essere anche giocherellone, ha bisogno della vicinanza fisica dei suoi padroni.

Questa razza di gatto si adatta alla convivenza con i cani, mentre è molto diffidente se ci sono altri gatti. Unico grande difetto, non ama trascorrere ore in solitudine perciò se lavorate tutto il giorno, forse è il caso di valutare l’adozione di un Bombay.

Per quanto riguarda il carattere del gatto Burmese, parliamo di un gatto sereno ed equilibrato, giocherellone ed attivo.

Ama il contatto con il suo umano e la sua famiglia, è sempre alla ricerca di attenzioni e pur di non staccarsi dal suo padrone, si adatta anche ai viaggi in auto, treno ecc.. .

In comune con il Bombay hanno proprio questa difficoltà nel restare da soli. Invece contrariamente al Bombay, essendo molto più empatico, entra facilmente in contatto con gli estranei.

Ora che abbiamo imparato la differenza tra il Bombay e il Burmese, non ci resta che fare la scelta e optare per la razza che più si confà al nostro stile di vita.

Inoltre, per ulteriori approfondimenti puoi leggere il nostro articolo “Adottare un Bombay”.

Somiglianze tra Bombay e Burmese

È inutile negare l’evidenza, oltre alle tante differenze tra il Bombay e il Burmese, esistono anche tante somiglianze tra queste due razze. Scopriamo quali.

(Foto AdobeStock)

Ecco le somigliane tra queste due razze di gatti:

  • Peso: sia il Bombay che il Burmese hanno un peso che varia tra i 3,6 ei 5,4 kg;
  • Altezza garrese: entrambi 30 cm;
  • Taglia: taglia media, muscolosi, ma snelli agili ed eleganti;
  • pelo: il pelo del Bombay è corto e lucidissimo (privo di sottopelo) anche il Burmese ha il pelo molto corto, sottile, lucente e serico, aderente al corpo, con pochissimo sottopelo.

Ciò che accomuna queste due razze non è solo l’aspetto fisico ma anche l’aspetto caratteriale, ad esempio:

  • amano essere al centro dell’attenzione;
  • apprezzano le coccole;
  • non si staccherebbero mai dal loro padrone;
  • sono molto comunicativi amano infatti miagolare.

A quanto pare anche le somiglianze non sono poche, anche la cura per il benessere di queste due razze è molto simile.

Tuttavia se ti interessa esaminare l’argomento sulla cura del gatto Bombay, in questo articolo potrai trovare un approfondimento.

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Raffaella Lauretta

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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