Animali domestici e divorzio: a chi va il cane quando ci si lascia? Chi dovrà prendersi cura del gatto se la coppia divorzia?
Quando una coppia si separa, il divorzio porta con sé tanti strasichi di natura emotiva, ma anche organizzativa e legale: se gli ex coniugi avevano un cane o un gatto, ad esempio, a chi verrà affidato l’animale dopo il divorzio?
Si applica la normativa prevista per la prole, o vengono considerati come beni di proprietà?
In caso di divorzio, la cosa migliore per gli animali domestici della coppia ormai ex sarebbe trovare un accordo ragionevole e condiviso tra le parti in causa.
Non bisogna mai dimenticare che anche il cane o il gatto, proprio come tutti gli altri membri della famiglia, risentirà della separazione e riuscire a prendere una decisione serena per entrambe le parti sarebbe sicuramente meglio per tutti.
Se però non c’è possibilità di raggiungere un accordo, esiste una legislazione apposita che interviene per regolare le questioni che riguardano animali e divorzio.
Secondo l’articolo 455-ter del Codice Civile, che si occupa proprio del tema dell’affido degli animali di affezione, “In caso di separazione dei coniugi, proprietari di un animale familiare, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi, la prole e, se del caso, esperti di comportamento animale, attribuisce l’affido esclusivo o condiviso dall’animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere. Il tribunale è competente a decidere in merito all’affido di cui al presente comma anche in caso di cessazione della convivenza more uxorio.”
Ciò significa che non basta l’intestazione del microchip a stabilire chi avrà in affidamento il cane o il gatto.
Inoltre, un altro aspetto molto importante riguarda la presenza di figli minorenni in famiglia: in questo caso, il cane o il gatto viene affidato al genitore che ha anche l’affidamento dei bambini. Altrimenti, il giudice deciderà in base al rapporto affettivo tra l’animale e gli ex coniugi.
Proprio di recente c’è stata in Italia la prima sentenza in cui il Giudice ha predisposto l’affido congiunto per il cane di una coppia che stava affrontando il divorzio: la sentenza di Sciacca è un precedente storico, perché pone l’accento sull’importanza dei sentimenti degli animali quando la famiglia si separa.
Se la coppia non è legalmente sposata, in caso di separazione l’affido degli animali domestici funziona diversamente. La legge prevede che il cane o il gatto rimanga con chi è l’intestatario del microchip all’Anagrafe Canina.
Volendo, la coppia che si separa dopo una convivenza può chiedere un affidamento congiunto dell’animale, a meno che non si riesca a dimostrare che si è costruita una relazione affettiva con il cucciolo e che ci si è presi cura dell’animale in egual misura.
C.B.
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