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Il gatto beve poco: quali problemi può avere e come convincerlo a dissetarsi

Quando il gatto non ha sete e beve poco è possibile che ci siano cause di vario genere: ecco come fare per rimediare e quando è il caso di preoccuparsi.

Come mai il gatto beve così poco? (Foto iStock)

I gatti sono animali molto indipendenti e autonomi, anche quando si tratta di regolarsi rispetto alle quantità di acqua e cibo da assumere nel corso della giornata: ciò nonostante, può capitare che un gatto tenda a bere davvero troppa poca acqua e questo potrebbe essere causato da una serie di cause differenti.

Se il gatto beve poco è possibile che possa incorrere in alcuni problemi di salute come quello della disidratazione, pertanto è importante capire come fare a convincere il gatto a dissetarsi adeguatamente per rispondere alle esigenze in termini di idratazione corporea del suo organismo.

In questo articolo, cercheremo di capire perché il gatto beve poca acqua, quali sono i problemi che potrebbe avere e come rimediare assicurandosi che beva a sufficienza.

Il gatto beve poco: cause, problemi e rimedi

Qual è la migliore ciotola per l’acqua per i gatti? (Foto Pixabay)

La prima cosa da fare quando si ha la sensazione che micio non beva abbastanza è assicurarsi che effettivamente la quantità d’acqua giornaliera che il gatto beve sia al di sotto della media. In generale, i gatti hanno bisogno di circa 50/80 ml al giorno per chilogrammo di peso corporeo anche se in realtà spesso bevono un po’ meno.

Inoltre, c’è da dire che spesso i gatti mangiano cibo umido e le scatolette hanno già un loro contenuto di liquidi. Senza parlare del fatto che i gatti cuccioli e più giovani tendono a bere di meno rispetto agli esemplari adulti e anziani. Quindi, se l’alimentazione del vostro gatto si basa su cibo umido e se il vostro gattino è ancora piccolo potrebbe essere che la poca sete sia assolutamente normale e fisiologica.

Se invece il gatto mangia le crocchette o se in generale hai il dubbio che ci sia qualcosa che non va dietro la scarsa sete, potrebbe esserci una patologia in corso oppure c’è qualche problema differente da risolvere.

1. Il gatto beve poco a causa della ciotola

I gatti sanno essere molto schizzinosi quando si tratta di alimentazione e la scelta della ciotola per l’acqua del micio deve essere fatta tenendo conto di una questo aspetto tipico dei felini domestici. In generale, si consiglia di preferire ciotole in vetro o porcellana di grandi dimensioni, perché la plastica o l’acciaio possono impregnarsi di cattivi odori.

2. Il gatto preferisce l’acqua corrente

Se proprio devono bere acqua, i gatti preferiscono senza dubbio l’acqua di rubinetto e più in generale l’acqua corrente: quella nella ciotola diventa ben presto stantia per i loro gusti. La scelta migliore sarebbe quella di acquistare, se possibile, le apposite fontanelle per gatti che attraggono il gatto con l’acqua che scorre.

Un gatto che beve dal rubinetto della cucina (Foto iStock)

3. Integrare acqua nell’alimentazione

Come accennato in precedenza, scegliere del cibo umido o la pappa casalinga per il gatto significa integrare la sua alimentazione d’acqua. Se il gatto è abituato a mangiare le crocchette, prova a integrarle con del cibo umido o delle verdure scelte tra i vegetali adatti alla dieta dei gatti.

4. Il posto giusto per la ciotola

Per aiutare il gatto che beve poco a dissetarsi più frequentemente è utile scegliere la posizione giusta per la ciotola dell’acqua: innanzitutto va messa lontana da quella del cibo, scegliendo un posto tra quelli che più ama in casa. Un’altra buona idea è quella di posizionare più ciotole lungo i percorsi che solitamente micio segue nel corso della sua giornata.

5. Escludi problemi di salute del micio

Ci sono dei casi in cui la poca sete del gatto è purtroppo sintomo di una malattia tanto grave quanto ampiamente diffusa nella popolazione felina: l’insufficienza renale del gatto. I reni, infatti, rappresentano uno dei punti deboli dei nostri amici a quattro zampe soprattutto quando l’età avanza: ecco perché bisogna controllarli regolarmente dal veterinario soprattutto negli esemplari che abbiano superato i 7 anni.

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C.B.

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Chiara Burriello

Giornalista pubblicista iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, esperta di comunicazione web e social, laureata in marketing ed economia, amante della fotografia e della natura, da sempre appassionata alla scrittura e al mondo dell’informazione: amo lavorare nella redazione di Amoreaquattrozampe, dove ho la possibilità di coniugare la passione per le parole con quella per gli animali. Lavoro ogni giorno con la voglia di conoscere e imparare come punto di partenza, sperando di riuscire a trasmettere e diffondere contenuti utili e interessanti per chi ha scelto di assumersi la grande responsabilità di prendersi cura di un amico a quattro zampe (e non solo quattro!).

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Chiara Burriello

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