Si possono dare le frattaglie al gatto? Quali pezzi preferire, come prepararle e soprattutto perché essere consapevoli di benefici e rischi.
Non è certo un alimento che troveremo facilmente sulle nostre tavole, ma è sempre questione di gusto; però per quanto riguarda l’alimentazione del nostro felino domestico, è lecito porsi qualche domanda in più. Ecco dunque tutto quello che c’è da sapere sul dare le frattaglie al gatto: quali sono i rischi e i benefici di questo alimento e quali pezzi di carne comprendono. Una serie di interessanti curiosità su un cibo considerato spesso di semplice ‘scarto’.
E’ probabile che l’immagine che pubblicità e storie ci hanno sempre restituito sia quella di un gattino che beve latte da una ciotola. Ma in realtà si tratta di una verità che dovrebbe limitarsi alla prima età del felino: crescendo è possibile che sviluppi intolleranza al lattosio, e che quindi non possa berne più.
Non dimentichiamo inoltre che, allo stato selvatico, il gatto è un animale totalmente carnivoro, che nella sua alimentazione inseriva dai topi agli uccelli agli insetti: insomma tutto quello che riusciva a trovare nei luoghi che frequentava.
Una volta ‘addomesticato’ questo animale è diventato onnivoro, poiché anche il suo intestino si è adeguato ai cambiamenti, tanto che una dieta a base di sola carne potrebbe fargli male, soprattutto perché la scarsa attività fisica di un micio domestico non gli consentirebbe di eliminare grassi e tossine di quell’alimento.
La carne adatta al micio non è tutta uguale: si può variare tra carne di maiale, di cavallo e bovina ma aggiungervi anche del pollo e pollame vario, facendo attenzione a non dargli le ossa.
Tra le frattaglie che potremmo servirgli (compatibilmente ai gusti del felino che, come sappiamo, è molto esigente in fatto di cibo) potremmo optare per: cuore, fegatini, polmone e trippa. Ma attenzione: alcuni di essi possono avere delle ‘controindicazioni’ da considerare.
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Infatti il fegato, per quanto ricco di vitamine e proteine, potrebbe avere effetti lassativi mentre il polmone è opportuno sempre scottarlo prima di servirlo. In generale è bene far bollire l’acqua e immergervi la carne e le frattaglie per almeno 5 minuti prima di somministrarle al nostro felino domestico. Per quanto riguarda la trippa invece, è bene non abusarne: una o due volte (massimo) alla settimana saranno più che sufficienti per alimentare il nostro gatto.
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Come abbiamo visto, questi pezzi di ‘scarto’ della carne hanno in realtà un ottimo impatto sul fisico del micio, per il loro apporto di vitamine e proteine. Tuttavia i rischi sono legati al loro consumo da crudi. Sono molti i padroni che optano per una dieta BARF per il gatto, ma bisogna essere consapevoli di alcuni problemi che possono sorgere dalla sua somministrazione.
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Sebbene in molti siano convinti che la cottura faccia perdere importanti proprietà alla carne come taurina, acidi grassi ma anche altre vitamine e minerali essenziali, in realtà essa elimina il rischio di Escherichia Coli e Salmonella nel gatto.
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