Alimentazione del Singapura, tutto gli alimenti adatti, nelle dosi giuste e nei tempi adeguati per nutrire questa stupenda razza di gatto.
Nell’articolo di oggi ci occuperemo di ciò che riguarda l’alimentazione del Singapura, ovvero la frequenza dei pasti e le quantità necessarie al fabbisogno giornaliero di questa piccola ma forte razza di gatto.
Il Singapura come accennavamo, è una razza di gatto che rientra tra le più piccole da noi conosciute.
Possiede un piccolo ma muscoloso corpo ed un carattere capace di alternare momenti di calma a momenti esuberanti e intraprendenti.
Tutto ciò, però, comporta esigenze nutrizionali, diverse da quelle degli altri gatti.
Scopriamo qual è l’alimentazione del Singapura, cosa è possibile somministrare a questa razza di gatto per tenerla in salute e offrirgli l’occasione di una vita sana e longeva.
Cosa dare da mangiare al Singapura
Ti starai chiedendo un gatto così piccolo cosa potrà mangiare e soprattutto quanto? Scopriamolo insieme.
Ogni razza di gatto possiede caratteristiche fisiche diverse e di conseguenza esigenze alimentari altrettanto differenti.
Ecco perché occorre ben informarsi sul tipo di dieta che il Singapure deve necessariamente seguire per non appesantire la sua corporatura muscolosa ma pur sempre piccola.
Come tutti gli altri gatti, anche il Singapure predilige fondamentalmente un’alimentazione basata sulle proteine animali e quindi carne.
È fondamentale, però non somministragli solo carne ma offrirgli un pasto completo e bilanciato, in quanto il Singapura è un gatto che ha la tendenza a prendere peso.
Avere, perciò, un adeguato programma di alimentazione e mantenere un regime di dieta controllata e disciplinata, serve a preservare la fisicità e la salute del proprio animale.
Poco importa se si utilizzano prodotti industriali (reperibili in commercio) o se vengono preparate delle gustose ricette per gatti fai da te in casa.
Ciò che conta e che vengano rispettati i valori nutrizionali, la qualità dei prodotti freschi e una buona igiene nella preparazione.
Gli alimenti da utilizzare per eventuali ricette per gatti, sono: pollo, tacchino, manzo, salmone, tonno, trota, sgombro, frutta e verdura fresca, prodotti a base di latte fermentato, probiotici.
Senza escludere alimenti come frattaglie, fegato e muscoli, ricchi di nutrienti essenziali per il benessere dell’animale, tra cui:
- Taurina per il gatto;
- Tiamina;
- Niacina;
- Vitamina B12 per il gatto.
In ogni caso, qualsiasi sia la tipologia di scelta alimentare, è sempre il veterinario che deve stabilire il giusto tipo e la giusta quantità dei pasti del gatto.
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Alimentazione del Singapura: dosi e frequenza dei pasti
Per arrivare a stabilire le dosi e la frequenza dei pasti è fondamentale conoscere alcuni parametri quali: età, stile di vita, salute generale e sesso.
Tenendo poi presente che il Singapura è un gatto di buon appetito, con la tendenza ad ingrassare ma per fortuna anche una natura piuttosto vivace, grazie alla quale è in grado di trasformare il cibo in pura energia.
Perciò, gli esperti suggeriscono di basare la frequenza dei pasti sull’età del gatto:
- fino ai 6 mesi, per l’alimentazione del gattino, è consigliabile dargli da mangiare piccole quantità 5 volte al giorno, alternando cibo umido e cibo solido e aumentando di circa 10 grammi le dosi dopo i 4 mesi. Dai 6 agli 8 mesi, invece, basteranno 3 pasti al giorno, di circa 40/60 grammi l’uno.
- Dai 7 anni di età l’animale è considerato un gatto anziano e sarà questo il momento di cambiare la sua dieta di mantenimento con una che soddisfi le sue nuove esigenze fisiche.
Occorre lasciargli una fontanella con acqua fresca, sempre disponibile a prescindere dall’età, in quanto qualsiasi essa sia, il gatto ha una scarsa tendenza a bere e ciò influisce sul suo stato di salute.
Se vuoi approfondire l’argomento sulla salute di questa razza, consigliamo l’articolo relativo alle malattie del Singapura.
Ricorda che un gatto che segue una dieta equilibrata vive più a lungo senza alcun bisogno di assumere integratori.
Nel caso del Singapura ha un’aspettativa di vita compresa tra 10 e 20 anni con una media di circa 15 anni.
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Ettore D’Andrea