Talvolta può essere assolutamente necessaria: quando si pratica l’alimentazione forzata del gatto e in cosa consiste.
Quando un gatto ha problemi a mangiare da solo ha bisogno di un aiuto: sarà necessario per la sua stessa sopravvivenza! In cosa consiste dunque l’alimentazione forzata del gatto e in che modo riesce a nutrire il nostro dolce felino domestico? Tutto quello che c’è da sapere su questa tecnica e quando si rende indispensabile per la vita del nostro micio.
Cosa spinge un micio a non mangiare? E’ vero che si tratta di un animale piuttosto schizzinoso con il cibo, ma in alcune occasioni non dipende dal suo gusto personale in fatto di cibo.
Ci sono alcune situazioni in cui il micio non ‘può’ mangiare, perché proprio non ci riesce: accade in realtà quando è malato o soffre di inappetenza.
Imporre la nostra volontà non serve, anzi può essere addirittura deleterio in certi casi: l’animale si mostrerà molto infastidito dal nostro atteggiamento e potrebbe reagire non solo rifiutandosi di mangiare ma anche con aggressività.
In realtà si tratta di un’operazione artificiale ma assolutamente indolore, che si effettua con una siringa senza ago per ‘immettere’ nella sua bocca il cibo (liquido naturalmente).
Data la sua consistenza meglio premunirsi con asciugamani e tovagliette, anche perché il micio potrebbe non essere abituato a questo tipo di ‘somministrazione’.
Il cibo da scegliere non deve essere necessariamente acquistato in forma liquida: anche quello umido può essere ‘ammorbidito’ con dell’acqua. La pastella così ottenuta potrà essere riscaldata e fatta raffreddare (per evitare ustioni alla bocca).
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Innanzitutto armiamoci di pazienza perché l’operazione potrebbe essere lunga e anche molto complicata perché il felino potrebbe muoversi e lasciar cadere tutto il cibo dalla bocca (sprecandone un bel po’).
La siringa va messa lateralmente e lo stantuffo va pressato in maniera delicata, per evitare che fuoriesca una quantità eccessiva di liquido. Se lo vediamo particolarmente preoccupato, dobbiamo cercare di calmare il gatto: magari usiamo un tono di voce basso e pacato, in modo da tranquillizzarlo.
Dobbiamo sempre essere pronti a pulire il liquido che sicuramente uscirà e sporcherà ogni cosa; può essere una buona idea alternare la dose di cibo con una di acqua, giusto per dargli modo di deglutire meglio.
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Meglio scegliere un luogo particolarmente tranquillo, lontano da fonti di rumore e traffico (e magari anche lontano dalla stanza dei bambini). Il felino dovrà sentirsi sereno e non agitarsi per alcun motivo.
Una buona idea potrebbe essere quella di fargli assaggiare il cibo prima sul nostro dito, magari stimolandolo a leccarlo: solo quando avrà capito di ‘cosa si tratta’ magari sarà più stimolato a mangiarne. Allo stesso tempo, per incoraggiarlo, proviamo ad usare anche parole di elogio nei suoi confronti: ai gatti piace essere adulati, si sa.
Il cibo avanzato può essere conservato in frigo per la volta successiva; inoltre se si tratta di un gatto adulto, meno gestibile rispetto a un gattino, meglio affidarsi alle mani esperte di un veterinario. Proviamo a rubare da lui i ‘segreti del mestiere’ e a copiarne i movimenti, in modo che l’alimentazione forzata diventi un’operazione di routine.
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Antonio D’Agostino
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