Una semplice pubblicità può rivelarsi pericolosa e in maniera subdola condizionare migliaia di persone. E’ oramai risaputo i danni a livello subliminale che possono provocare messaggi promozionali, che hanno come unico scopo la vendita di un prodotto.
Non a caso, in tutti i paesi esistono delle autorità di controllo che monitorano il messaggio promozionale che può essere falso oppure può andare incontro ad altre violazioni, come truffe o pubblicità sessiste, istigazione alla violenza.
E’ il caso di uno spot dei prestiti del Banco Posta delle Poste italiane entrato nel mirino degli animalisti, per cui l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica presso il tribunale penale di Milano, per il reato di istigazione al maltrattamento di animali.
L’Aidaa ha sottolineato che “appare evidente che tale video, almeno nella scena relativa al gatto da cucinare, è lesiva dei diritti degli animali ma sopratutto istiga al maltrattamento di animali ai sensi dell’articolo 544 del codice penale, in quanto non è spiegato in nessun modo che si tratta di una parodia ma appare come una azione di consuetudine della cucina italiana, mentre i gatti sono protetti sia dalla convenzione europea di Lisbona che dalla legge 281/91 contro il randagismo e dalle leggi in cui questo animale viene riconosciuto come animale di affezione”.
Ad un certo punto, nel video si vede chiaramente un bel gatto rosso che corre nel corridoio di una casa, inseguito da un bambino con una pentola, come se volesse cucinare il gatto.
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