Adottare un gatto randagio: cosa chiedersi prima di portarlo a casa

Adottare un gatto randagio: cosa chiedersi prima di portarlo a casa

Ti sei innamorato di un gattino incontrato per caso in strada e vuoi portarlo a casa con te? Ecco tutti i consigli per adottare un gatto randagio.

Adottare un gatto randagio
Adottare un gatto randagio: cosa serve sapere (Foto Pixabay)

E’ difficile resistere alla tentazione di vedere un gattino piccolo e indifeso, magari tremante sotto la pioggia, e portarlo a casa con noi. Una nota pubblicità di qualche anno fa ha sicuramente convinto grandi e piccoli che prendersi cura di un gattino indifeso è assolutamente necessario. Ma basta solo l’amore per adottare un animale e farli diventare il nostro compagno domestico? In termini di Legge no: bisogna rispettare una serie di regole che tutelano non solo la sua salute ma anche un suo riconoscimento legale. Vediamo dunque quali sono le mosse giuste e l’iter da seguire per adottare un gatto randagio.

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Adottare un gatto randagio: cosa fare quando lo troviamo

Micio in strada
Micio in strada (Foto Pixabay)

Un gatto randagio ha attirato la nostra attenzione e i suoi occhi dolci ci hanno fatto innamorare perdutamente? In quel momento abbiamo deciso di portarlo a casa con noi e di prenderci cura di lui. Ma non basta lasciarsi prendere dall’entusiasmo e dall’amore del momento: diventare proprietari di un gatto o di qualsiasi altro animale domestico comporta delle responsabilità e, per questo, dobbiamo essere certi di volerne assumere tutte le conseguenze. E’ vero che si tratta di un animale molto indipendente, ma ciò non significa che non abbia bisogno di noi e delle nostre cure. Oltre ad acquistare una serie di accessori utili per la sua vita in casa dobbiamo anche badare alla sua salute. Quindi ecco quali sono le mosse giuste da fare e le domande da porsi quando si decide di adottare un randagio.

Come sta?

Prima di tutto occorre sottoporlo a visita dal veterinario: se non ne abbiamo già uno di fiducia facciamoci consigliare da qualche amico che ha già ‘esperienze’ in questo campo. Bisogna essere certi che stia bene oppure provvedere a guarire eventuali patologie in corso, quando possibile. Infatti la vita in strada comporta anche rischi per il suo benessere: malattie, infezioni, intossicazioni, traumi e aggressioni da parte di malintenzionati e altri animali. Insomma è probabile che il nostro randagio non stia perfettamente in salute quando lo troviamo, quindi sarà necessario farlo vedere da un esperto.

In ogni caso, dopo la visita di routine, il gatto dovrà essere sottoposto alle vaccinazioni e seguire un preciso calendario di richiami: solo in questo modo si potrà effettivamente limitare l’insorgenza di malattie gravi e spesso mortali (Leggi anche: Vaccinazioni del gatto: quali sono, come funzionano e quando farle). Alcuni scelgono di sterilizzare il gatto, un’operazione che ha indubbiamente i suoi vantaggi, così come è stato trattato nel seguente articolo: Sterilizzare il gatto: vantaggi, tempistiche e consigli utili.

L’iscrizione all’anagrafe felina sarà possibile solo dopo aver fatto impiantare il microchip al felino, indispensabile per ottenere il passaporto europeo (Leggi qui: E’ obbligatorio mettere il microchip al gatto? Cosa dice la legge). Nel caso in cui il passaporto non fosse necessario, il padrone potrà anche non registrarlo all’Anagrafe felina, che ha lo scopo di controllare la demografia felina. Iscrivere un gatto all’Anagrafe ci consentirà anche di ritrovarlo molto più facilmente in caso di smarrimento sia in Italia sia all’estero.

Di cosa ha bisogno?

In commercio esistono una quantità pressoché infinita di modelli, colori e forme per tutti gli accessori che serviranno al nostro gatto che si appresta a diventare un animale domestico. Bisognerà fare una lista di accessori, oggetti, giocattoli e ‘strutture’ che saranno indispensabili per la sua quotidianità:

  • lettiera,
  • cuccia,
  • ciotole,
  • distributori di acqua e di cibo (molto utili per non sprecare cibo e quando il padrone è assente)
  • guinzaglio,
  • collare,
  • giochi e passatempi (anche da costruire in casa),
  • accessori per la toelettatura del micio,
  • tira-graffi,
  • trasportino,
  • cibo e acqua.

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Come accogliere un gatto in casa?

Adottare un gatto randagio
Adottare un gatto randagio: iter e consigli da seguire (Foto Pixabay)

Una volta fatte le visite necessarie dal veterinario e procurati tutti gli accessori indispensabili per la sua quotidianità, come possiamo accogliere al meglio in casa il nostro nuovo amico felino? (Leggi qui: Come accogliere un gatto randagio in casa: le attenzioni da tenere). Innanzitutto bisognerà presentarlo ad altri eventuali animali che già vivevano in casa e dare loro il modo (e il tempo) di abituarsi a questa nuova presenza. Non spaventiamoci se all’inizio dovranno ‘studiarsi’ tra loro: è del tutto normale che si conoscano e si stabiliscano delle relazioni. Sarà importante, da parte del padrone, non far sentire escluso il ‘vecchio’ animale di casa, dando attenzioni solo al nuovo arrivato.

Se invece in casa ci sono dei bambini dobbiamo fare in modo che non lo considerino un giocattolo da torturare (Leggi qui: Gatti e bambini: le razze feline più adatte per i più piccoli). Dovranno essere gli adulti ad impartire ai piccoli umani il rispetto per gli animali e a prendersene cura, magari dando loro dei piccoli compiti e responsabilità.

Diamo ai gatti uno spazio che sia solo loro e, se ne abbiamo la possibilità, anche un’intera stanza: è probabile che sia il felino stesso a scegliere il suo nido, la sua cuccia, nella quale andrà a rifugiarsi quando ne sentirà il bisogno.

Adottare un gatto randagio: attenzione a non privarlo della sua libertà

Micio
Micio (Foto Pixabay)

Immaginiamo di vivere liberamente e di essere, all’improvviso, portati in una casa: di certo si avranno dei vantaggi. Avere sempre un luogo caldo e protetto, al riparo da agenti atmosferici ma anche dai pericoli della strada, senza dover lottare per la ricerca di acqua e cibo. Ma allo stesso tempo un felino, di indole libera e cacciatore, potrebbe sentirsi privato della sua libertà: il nostro compito sarà quello di proteggerlo ma non di imprigionarlo. E’ importante che l’animale conservi il suo spirito avventuriero e possa metterlo in pratica, magari uscendo in giardino alla ricerca di insetti volanti da acciuffare con le zampe. Non è escluso che possa ritirarsi a casa magari con un particolare ‘dono’ per noi, come ad esempio un topo.

Non lasciamolo mai in una stanza priva di finestre: è importante che abbia modo di vedere cosa succede all’esterno o anche solo di godere della luce del sole (Leggi qui: Gatti e finestre: perché fare attenzione e come renderle sicure). E’ altrettanto importante che il suo istinto cacciatore possa esprimersi in tutta la sua forza: magari compriamogli dei giochini a forma di preda, che il gatto si divertirà ad inseguire e a cacciare.

…e se scappa?

E’ probabile che un gatto randagio, abituato a stare in strada, voglia tornare di nuovo a vivere la vita di prima. E’ questione di abitudine: ci vorrà del tempo per farlo abituare alle nostre regole e alle condizioni che tutelano soprattutto la sua salute. Il neo-padrone dovrà armarsi di pazienza e di fermezza per educare il suo gatto, dovrà premiarlo quando si comporta bene e non cedere ai suoi ricatti né ai suoi dispetti. Il felino ci ‘sceglierà’ come suo padrone, poiché assocerà quella persona a colui che si prende cura di lui, che gli dà da mangiare e dal quale, col tempo, si lascerà guidare e istruire (Leggi qui: Il gatto riconosce il suo padrone: come fa e quali sensi usa).

Per fare in modo che il gatto non scappi ci sono una serie di accorgimenti da adottare, come ad esempio mettere delle gattaiole, ideali per i gatti che vivono in semilibertà. Grazie a queste ‘porticine nella porta’ il gatto sarà libero di entrare e uscire da casa ogni volta che vuole, ma è importante che non vada subito in strada. In caso di spazi esterni è opportuno installare delle recinzioni o magari una staccionata, in modo che il gatto possa godere del giardino e del verde, senza dover andare in strada col pericolo di essere schiacciato da una macchina in corsa. La sterilizzazione ha tra i suoi vantaggi anche quello di ‘limitare’ la sua voglia di fuga alla ricerca di un simile con cui accoppiarsi.

Francesca Ciardiello

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