Di certo è un’eventualità a cui non vorremmo mai pensare, ma come affrontare gli ultimi giorni di vita del nostro animale domestico e cosa dobbiamo aspettarci?
Alcuni aspetti della nostra vita con gli animali domestici sono davvero lontani da tutto quello a cui vorremmo pensare, ma purtroppo anche la morte di un nostro pelosetto è un momento che potremmo trovarci ad affrontare. E dobbiamo essere pronti, per viverlo al meglio assieme a loro negli ultimi ultimi giorni che restano. Ma quando diventa “troppo” mantenere in vita il nostro animale domestico, magari vecchio e/o malato? Per quanto non vorremmo mai dover dire addio al nostro amato cane o gatto, a volte l’assistenza medica veterinaria diventa qualcosa di negativo più che un bene per la loro salute.
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Si sa che per noi padroni di animali domestici, il nostro amico a quattro zampe è una insostituibile parte della nostra vita e della nostra famiglia. Il problema arriva però quando diventano molto vecchi, o sono molto malati, e dobbiamo cominciare a pensare alla possibilità della loro morte.
Oggi giorno, esistono moltissime possibilità per curare i nostri animali, anche terminali, e i veterinari sono sempre più specializzati e numerosi. Ma con tutte queste innovazioni tecnologiche e nel campo della medicina, le tante opzioni possono diventare addirittura troppe.
Potremmo a volte essere anche costretti a rivolgerci a uno specialista, anche per delle cure molto avanzate. Sono ormai disponibili anche per gli animali domestici alcune terapie finora legate ai casi di esseri umani in pericolo di vita o con malattie terminali, come chemioterapia, trapianti, radiazioni, e tanto altro.
E molti padroni infatti si affidano a tali cure, magari infondendo tutte le proprie speranze in quelli che possono essere gli ultimi giorni di vita dei loro animali domestici. A volte sembra quasi che sia un obbligo morale, a prescindere dai costi che queste cure possono avere. Quasi come se l’amore per i propri animali sia legato proprio a queste cure.
Ma a volte, non è solo il costo economico quello che stiamo investendo nel salvare la vita del nostro amico a quattro zampe. A volte infatti, sembra quasi che non si riesca a capire quando è il momento di fermarsi, e accettare che è meglio lasciar andare il proprio animale, perché le cure mediche stanno ormai facendo più male di quanto realmente possano curarlo.
Quando le cure iniziano a prolungare il dolore, negli ultimi giorni di vita del nostro animale domestico, non sempre i padroni sanno riconoscere che per quanto lo amino e siano attaccati a lui/lei, è il caso di fermarsi e agire con razionalità.
Per chi ha un animale domestico giovane e sano, sembra certamente una situazione completamente lontana e magari anche totalmente astratta, ma anche un animale attualmente in perfetta forma fisica invecchierà prima o poi, e con l’età ci saranno probabilmente maggiori problemi di salute, per quanto non vorremmo mai pensarci.
Spesso, i veterinari che danno una diagnosi di malattia terminale si sentono chiedere dai padroni come vogliono procedere per le cure. E anche se ci sono certamente cure palliative, non sono queste che risolveranno il problema. Questa mentalità porta spesso le persone a confondere la gestione di una malattia terminale (come ad esempio cancro) con la possibilità di curarla.
Trattare una malattia significa a volte soltanto gestire una condizione terminale, per far vivere gli ultimi giorni al nostro animale domestico nel modo migliore, per eliminare il più possibile il dolore, e purtroppo non curarlo miracolosamente da una malattia letale.
L’eutanasia viene vista spesso come un “arrendersi”, ma se l’alternativa è far vivere un cane o un gatto con dolori e comportamenti completamente insopportabili, per prolungare semplicemente la sua agonia, non è qualcosa che il nostro animale vorrebbe se potesse parlare, probabilmente.
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Non sempre la malattia di un animale è un declino lento e progressivo, legato magari all’età avanzata. A volte il problema è improvviso, come con una malattia fulminante, un incidente, un infortunio grave. E allora, un padrone si trova a prendere una decisione difficile in un momento di panico, anche in fretta.
Una diagnosi improvvisa di un tumore, un’insufficienza cardiaca, una malattia letale, sono crisi che portano i padroni a dover scegliere se procedere con le cure, investendo tutta la loro volontà, o se pensare alla soluzione estrema e più dolorosa, l’eutanasia. E a volte queste scelte le rimpiangiamo per sempre.
Il dolore di una fine inevitabile e triste, porta molti padroni a preferire di evitare di prolungare una condizione irrisolvibile, fornendo una fine più “umana” ai loro animali. Ma il dolore è uno dei punti più importanti cui pensare in questo processo decisionale, verso questa difficile scelta.
I veterinari devono pensare a mettere l’animale quanto più a suo agio sia possibile, evitando che sentano alcun tipo di sofferenza. La preparazione all’eutanasia può essere affrontata dai padroni in modi diversi: alcuni magari vogliono sapere tutte le informazioni possibili, altri no. In ogni caso, è un valido aiuto per la transazione emotiva.
F. B.
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