Gli ultimi giorni di vita di un animale domestico: come viverli insieme

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By Fabrizio B

Curiosita

Di certo è un’eventualità a cui non vorremmo mai pensare, ma come affrontare gli ultimi giorni di vita del nostro animale domestico e cosa dobbiamo aspettarci?

Gli ultimi giorni di vita di un animale domestico
Gli ultimi giorni di vita di un animale domestico (Foto Pexels)

Alcuni aspetti della nostra vita con gli animali domestici sono davvero lontani da tutto quello a cui vorremmo pensare, ma purtroppo anche la morte di un nostro pelosetto è un momento che potremmo trovarci ad affrontare. E dobbiamo essere pronti, per viverlo al meglio assieme a loro negli ultimi ultimi giorni che restano. Ma quando diventa “troppo” mantenere in vita il nostro animale domestico, magari vecchio e/o malato? Per quanto non vorremmo mai dover dire addio al nostro amato cane o gatto, a volte l’assistenza medica veterinaria diventa qualcosa di negativo più che un bene per la loro salute.

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Gli ultimi giorni di vita con i nostri quattro zampe

zampa cane veterinario
Il nostro veterinario sa consigliarci anche nei momenti più tristi. (Foto AdobeStock)

Si sa che per noi padroni di animali domestici, il nostro amico a quattro zampe è una insostituibile parte della nostra vita e della nostra famiglia. Il problema arriva però quando diventano molto vecchi, o sono molto malati, e dobbiamo cominciare a pensare alla possibilità della loro morte.

Oggi giorno, esistono moltissime possibilità per curare i nostri animali, anche terminali, e i veterinari sono sempre più specializzati e numerosi. Ma con tutte queste innovazioni tecnologiche e nel campo della medicina, le tante opzioni possono diventare addirittura troppe.

Potremmo a volte essere anche costretti a rivolgerci a uno specialista, anche per delle cure molto avanzate. Sono ormai disponibili anche per gli animali domestici alcune terapie finora legate ai casi di esseri umani in pericolo di vita o con malattie terminali, come chemioterapia, trapianti, radiazioni, e tanto altro.

E molti padroni infatti si affidano a tali cure, magari infondendo tutte le proprie speranze in quelli che possono essere gli ultimi giorni di vita dei loro animali domestici. A volte sembra quasi che sia un obbligo morale, a prescindere dai costi che queste cure possono avere. Quasi come se l’amore per i propri animali sia legato proprio a queste cure.

Ma a volte, non è solo il costo economico quello che stiamo investendo nel salvare la vita del nostro amico a quattro zampe. A volte infatti, sembra quasi che non si riesca a capire quando è il momento di fermarsi, e accettare che è meglio lasciar andare il proprio animale, perché le cure mediche stanno ormai facendo più male di quanto realmente possano curarlo.

Il dolore dei nostri animali domestici

Portare il gatto dal veterinario
Il veterinario a volte non può curare una condizione medica. (Foto AdobeStock)

Quando le cure iniziano a prolungare il dolore, negli ultimi giorni di vita del nostro animale domestico, non sempre i padroni sanno riconoscere che per quanto lo amino e siano attaccati a lui/lei, è il caso di fermarsi e agire con razionalità.

Per chi ha un animale domestico giovane e sano, sembra certamente una situazione completamente lontana e magari anche totalmente astratta, ma anche un animale attualmente in perfetta forma fisica invecchierà prima o poi, e con l’età ci saranno probabilmente maggiori problemi di salute, per quanto non vorremmo mai pensarci.

Spesso, i veterinari che danno una diagnosi di malattia terminale si sentono chiedere dai padroni come vogliono procedere per le cure. E anche se ci sono certamente cure palliative, non sono queste che risolveranno il problema. Questa mentalità porta spesso le persone a confondere la gestione di una malattia terminale (come ad esempio cancro) con la possibilità di curarla.

Trattare una malattia significa a volte soltanto gestire una condizione terminale, per far vivere gli ultimi giorni al nostro animale domestico nel modo migliore, per eliminare il più possibile il dolore, e purtroppo non curarlo miracolosamente da una malattia letale.

L’eutanasia viene vista spesso come un “arrendersi”, ma se l’alternativa è far vivere un cane o un gatto con dolori e comportamenti completamente insopportabili, per prolungare semplicemente la sua agonia, non è qualcosa che il nostro animale vorrebbe se potesse parlare, probabilmente.

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Se il problema si pone d’improvviso

cane dal veterinario
Quando dobbiamo scegliere all’improvviso: cosa fare. (Foto AdobeStock)

Non sempre la malattia di un animale è un declino lento e progressivo, legato magari all’età avanzata. A volte il problema è improvviso, come con una malattia fulminante, un incidente, un infortunio grave. E allora, un padrone si trova a prendere una decisione difficile in un momento di panico, anche in fretta.

Una diagnosi improvvisa di un tumore, un’insufficienza cardiaca, una malattia letale, sono crisi che portano i padroni a dover scegliere se procedere con le cure, investendo tutta la loro volontà, o se pensare alla soluzione estrema e più dolorosa, l’eutanasia. E a volte queste scelte le rimpiangiamo per sempre.

Il dolore di una fine inevitabile e triste, porta molti padroni a preferire di evitare di prolungare una condizione irrisolvibile, fornendo una fine più “umana” ai loro animali. Ma il dolore è uno dei punti più importanti cui pensare in questo processo decisionale, verso questa difficile scelta.

I veterinari devono pensare a mettere l’animale quanto più a suo agio sia possibile, evitando che sentano alcun tipo di sofferenza. La preparazione all’eutanasia può essere affrontata dai padroni in modi diversi: alcuni magari vogliono sapere tutte le informazioni possibili, altri no. In ogni caso, è un valido aiuto per la transazione emotiva.

F. B.

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