Nel periodo di dicembre dello scorso anno, sui social e i media di tutto il mondo ha colpito il video di un cane che, in un canile in Serbia, emetteva urla strazianti non appena il volontario tentava di avvicinarlo. Urla che hanno segnato il cuore di molte persone, lasciando sottintendere quanta sofferenza provava quel povero animale che con molte probabilità, per avere una reazione così estrema è stato maltrattato. Quel cane è stato poi adottato da una famiglia dove ha trovato finalmente gli affetti che gli erano stati negati.
Una storia simile ci giunge dagli Stati Uniti, dove in Texas, l’associazione animalista Mission Miracle K9 Rescue ha pubblicato una serie di fotografie su Facebook con le quali ha voluto raccontare la storia di un meticcio e il trauma dei cani abbandonati che vengono poi portati nei rifugi.
Matt Montes, responsabile del rifugio ha scritto che “bisogna ricordarsi che quando il proprietario abbandona il cane, il mondo del quattrozampe viene completamente stravolto. Lascia tutto quello che conosceva e viene messo in una gabbia circondato da strani rumori, strane creature, strani odori”.
Ecco allora che possono avere reazioni contraddittore e diventare aggressivi non per il loro carattere, ma per paura e per difesa, come nel caso di una cagnolina che da quando era arrivata al canile tutti l’avevano etichettata come “aggressiva”.
Montes ha raccontato di aver voluto utilizzare un altro metodo con quella tenera esemplare e di scartare in questi casi, l’uso del laccio, sicuro per gli operatori, ma traumatico per i cani: “Io naturalmente rifiuto. Infilo i miei guanti anti-morso, prendo un asciugamano e tento di afferrarla. Non appena si è ritrovata tra le mie braccia si è lasciata andare, non sto parlando di un gesto di impotenza, voglio dire proprio che si è rilassata”.
A testimonianza di quanto raccontato, Montes ha pubblicato la fotografia in cui quella dolce cagnolina, descritta come un mostro, abbia reagito all’abbraccio, abbandonandosi in tutta fiducia a quella piccola dimostrazione di affetto da parte di Montes.
Da quel momento, la piccola Toto ha capito che si poteva fidare: “Sta finalmente iniziando a uscire dal suo guscio. Sta reimparando ad accettare il contatto e dimostrare affetto: Ha solo bisogno di un po’ di tempo”.
“E’ una quattrozampe super dolce che è stata semplicemente sopraffatta dall’essere dove si trovava… e che probabilmente è stata trattata un po’ troppo duramente”, ha sostenuto Montes, auspicando che “un giorno tutti i rifugi potranno permettersi di dare la priorità a del personale qualificato sul comportamento animale, o comunque a quei professionisti volontari in grado di decidere di fare ciò che è meglio per gli animali e per il loro benessere. Il sogno resta un giorno in cui tutte le gabbie saranno vuote”.
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