I figli possono diventare assillanti quando chiedono un cane. E si sa, che per i bambini un genitore è pronto a tutto, quindi prima o poi li asseconda e dice di sì: prendiamo un cane. Quando arriva il cane, è un magico momento di giochi, coccole e carezze. Ma prima o poi ci si scontra con la realtà.
Un cane va accudito al di là del semplice divertimento, va portato a spasso e ha bisogno di tante cure. E ovviamente, i bambini si defilano di fronte agli obblighi, tanto ci pensa il genitore! Ed ecco che il sacrificio di questa mamma o papà è innegabile: nonostante tutto, è qui a portare a spasso un cane che in realtà non era nemmeno una sua priorità prima che arrivasse.
E quindi con il caldo o con il freddo, con la pioggia o con la neve, c’è poco da fare: questo genitore porta il cane a passeggiare senza problemi, e ne approfitta per fare due chiacchiere con gli altri padroni di cani. Magari facendo notare, anche in modo un po’ ossessivo, che è l’unica persona in casa che si prende queste responsabilità più impegnative.
Certo, i bambini sono impegnati a fare i compiti, magari il marito o la moglie sono a casa a riposare dopo una giornata di lavoro. E allora, nonostante la stanchezza, si va avanti, con la speranza che sia un buon modo per fare un po’ di attività fisica, almeno.
Immaginiamo la scena: un enorme uomo alto due metri, una sorta di imponente giocatore di football, che porta il suo cane a passeggio. Che tipo di cane immaginiamo con lui? Magari un enorme alano, un robusto segugio, o un maestoso pastore tedesco. E invece no, è una piccola pallina di pelo delle dimensioni di un cane da borsetta. Incredibile, no?
Quando in famiglia si era parlato di prendere un cane, anche lui non pensava a questa nuvoletta soffice, ma a un bellissimo Collie, o un cane da lavoro che fosse un gran aiutante e un compagno perfetto. E invece, si ritrova con un cane dalle dimensioni poco più grandi di un porcellino d’India, un piccolo pelosino che potrebbe essere un imbarazzo minore se non fosse che va portato a spasso.
Si imbarazza ad esser visto in giro con il suo cagnolino, come un adolescente che viene visto in giro con i suoi genitori. Quando lo porta a guinzaglio è impossibile nascondere la verità, ma quando il cane sta correndo da solo nel prato, si tiene a debita distanza, fingendo di non aver mai visto prima quel piccolo batuffolo di cotone.
E se vogliamo davvero fargli pesare la cosa, basterà metterci a giocare con il cane, costringendolo senza scampo a dover ammettere di essere il padrone di quel simpatico pelosetto dalle dimensioni ridotte. In realtà, la cosa più gentile da fare è sorridere e non commentare.
Un/Una padrone/a che non fa altro che far notare tutti i pregi del suo cane. “Guarda che bravo! Il mio cane è davvero intelligente!”, non fa altro che dire a tutti. Certo, è bello essere orgogliosi dei propri pelosetti, proprio come faremmo per un figlio, ma non dovremmo farlo pesare così tanto agli altri.
Certo che poi quando il cane inizia a correre in giro a rincorrere una pallina, questo tipo di padrone/a sarà sempre pronto/a a chiamarlo e a essere in ansia: “Attento! Non ti allontanare!”. Perché – come se non bastasse far pesare a tutti quanto è bravo e bello il proprio cane – è sempre bello sottolineare di essere iperprotettivi.
Perché si sa, il parco è un mondo di pericoli: una pozzanghera in cui il cane potrebbe sporcarsi le zampette, dei rametti di legno che potrebbero far male alla sua bocca, il fango che potrebbe sporcare il pelo appena lavato e profumato. E poi, quei cani sconosciuti che tentano di annusare il suo piccolo pelosetto! Meglio scappare via, allora!
Meno male che il nostro cane, di solito, sente subito “a naso” che queste persone sono estremamente fastidiose, e se ne tiene a debita distanza. In fondo si sa, gli animali domestici hanno un sesto senso per certe cose. Dovremmo farlo anche noi!
Una giovane coppia, davvero orgogliosa del loro animale domestico che però non è ancora arrivato o solo da poco. Sono così interessati a tutti i cani del parco, li guardano, ci giocano, e chiacchierano educatamente con i padroni di questi animaletti per chiedere un po’ di informazioni utili.
Ed è così che riusciamo a capire che hanno appena fatto tutte le procedure di adozione per un cagnolino adorabile, e stanno aspettando che arrivi a casa (o magari è appena arrivato, solo da pochissimi giorni). Ed allora iniziamo a pensare che non hanno ancora chiaro cosa significa essere davvero i padroni di un cane.
Si sono innamorati di quel cagnolino meraviglioso, hanno deciso di portarlo a casa, come un passo logicamente seguente a quello di andare a vivere assieme. Ed è qui che vorremmo fargli capire che un cane è un impegno grandissimo, che non hanno ancora ben chiaro. Forse ancora più impegnativo di avere dei figli.
Un vero e proprio maestro del multitasking, non solo porta a passeggio il suo cane, ma anche i suoi figli, tutti assolutamente portati in giro a distanza ultra ridotta e come un’unica massa familiare, incuranti che esistono anche altre persone a passeggio e quindi scontrandosi contro anziani che hanno avuto la cattiva idea di trovarsi sul loro cammino, o ragazzi in scooter che fanno lo slalom in strada per evitare di investire l’allegra famigliola.
E quindi, ragazzini che si scontrano su anziani facendoli cadere, il cane che fa i suoi bisognini mentre nessuno lo controlla, e ovviamente al momento di raccoglierli il padre è troppo occupato a portare in giro i suoi bambini, finché qualcuno non glielo fa notare.
E la risposta di solito è qualcosa sullo stile di “Si, lo so. Solo che ci sono dei bambini qui a cui badare”. Lo sappiamo che ci sono i bambini: come ignorare questi urlanti e terribili discoli che non si curano del fatto che un cagnolino ha le sue necessità e ha bisogno di cure? Su, raccogliamo quella pupù prima di andare via.
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Il suo cane corre in giro a abbaiare agli altri cagnolini, magari si mette a fare la pipì sullo zaino di un bambino. E lui è lì, a fumare e a giocare con il suo telefono. Tanto, il suo cane sta solo giocando in fondo. Non c’è mica motivo per intervenire.
Il suo cane si scontra spesso con gli altri, e quando succede – guarda caso – è sempre l’altro ad aver iniziato. E ovviamente il nostro pensiero va a quel povero cane, costretto a vivere con un padrone così indifferente e disinteressato da non pensare nemmeno a giocare un po’ con il suo compagno peloso.
Nessun cane è davvero cattivo, solo i padroni di cani sono cattivi. E allora ci viene voglia di coccolare quel povero cagnolino, che in fondo non è altro che una vittima di questo pessimo genitore umano: e certamente il cane tenterà di allungare un morso, mentre il suo padrone non avrà altra reazione che uno sbuffo annoiato.
F. B.
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