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Il terrore dopo l’abbandono: la fotografia che sconvolge la rete

@Facebook/Tammy Graves

Uno scatto fotografico che mostra il terrore puro di un cane appena abbandonato in un rifugio.

L’esemplare di nome Cash appare “impietrito” dalla paura, con il muso rivolto verso il muro. Un comportamento simile ad altri casi che hanno commosso milioni di utenti in rete.

L’immagine è stata diffusa volutamente dalla Fondazione Graves Haley, che in North Carolina gestisce un centro di recupero, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, mostrando le ripercussioni di gesti irresponsabili.

La fondatrice del centro, Tammy Graves ha spiegato che “dal momento in cui il padrone è andato via, il cane si è pietrificato e non ha mai smesso di fissare il muro. Questo è ciò che accade quando le persone portano il loro cane in un rifugio e lo lasciano”.

Nel messaggio che accompagna la fotografia, viene raccontata la dura realtà che vivono questi esemplari: “Questo cucciolo si è svegliato felice su un divano o in un letto caldo, in attesa di mangiare, saltando in macchina pensando di andare a fare una bella passeggiata oppure nel peggiore dei casi, dal veterinario. Invece è arrivato in un luogo dove ci sono oltre 250 cani, che  abbaiano, chiedendo di essere liberati; un luogo che odora di morte e dove le porte restano sempre chiuse”.

Un post straziante che descrive tutta l’amara realtà di quello che hanno subito migliaia di cani che, ignari del loro destino, non hanno mai chiesto di ritrovarsi in un luogo come quello: “Non ha nemmeno chiesto di essere nato per finire nelle mani di proprietari irresponsabili”, sottolinea la Graves, denunciando che “oggi è spaventato, accucciato in una pozza di urina, ha paura di muoversi, paura di entrare in contatto con gli occhi, pensando che quel incubo forse può svanire fissando il muro. Perché se lo fa nessuno lo vede e forse solo in quel modo pensa di poter sfuggire a quello che gli riserverà il destino”.

“Questa è la realtà di molti animali domestici che hanno avuto un padrone irresponsabile, non è un problema del rifugio o del loro salvataggio, ma è semplicemente irresponsabilità”, ha chiosato la fondatrice del centro.

A distanza di qualche giorno, la fondazione ha annunciato la lieta notizia, ovvero che uno dei soci del centro si è perdutamente affezionato a Cash e lo ha adottato: “Adesso stiamo attivando tutte le procedure per il microchip e i vaccini, ma una cosa certa è che Cash ama la sua nuova cuccia, i suoi giochi e i dolcetti”.

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