Contare le pecore è un noioso passatempo per gli insonni, ma questi animali sono molto più interessanti: ecco delle storie sulle pecore veramente assurde!
Chi potrebbe pensare che una pecora abbia una vita entusiasmante? In realtà esistono storie sulle pecore che sembrano veramente uscite dalla penna di uno scrittore molto fantasioso. Non tutte le pecorelle infatti, sono solo animali da allevamento in attesa di essere tosate: alcune sono all’avanguardia nelle tecnologie mediche per salvare vite, altre sono pronte a entrare in un’aula di scuola. E allora, scopriamo qualche avvenimento veramente assurdo in cui c’entra questo morbido animale lanoso.
Intorno al 400 a.C., un gruppo di uomini dell’età del ferro viveva nell’Inghilterra meridionale. Nel 2015, gli archeologi si sono imbattuti nelle rovine delle loro case e hanno trovato diverse fosse. In assenza di frigoriferi, gli abitanti del villaggio avevano scavato abilmente buche nel terreno gessoso per mantenere fresco il cibo.
Questi “surgelati” primitivi sembravano avere la durata di circa un anno. Successivamente, venivano ritirati in degli appositi rituali, lasciando un sacrificio all’interno della buca. La maggior parte delle offerte consisteva in animali interi, come cani e maiali. Altri erano strani miscugli: c’erano una pecora a sei zampe, e un’altra pecora con il cranio di una mucca sulla schiena. Oltre a delle mucche da latte, c’erano mucche mescolate a cavalli, e tanto altro.
Secondo il guinness mondiale dei record, la pecora più vecchia che sia mai vissuta aveva 28 anni e 51 settimane. Durante la sua vita, ha partorito 40 agnelli, per poi morire in Galles nel 1989. La seguente pecora più anziana vivente fu Lucky, una pecora australiana che era un incrocio Polwarth-Dorchester. Dopo la sua morte nel 2009 all’età di 23 anni, il guinness mondiale ha cercato un nuovo campione: si è scoperto che era una pecora chiamata Methuselina (il nome al femminile di Matusalemme).
Methuselina viveva sull’isola di Lewis e Harris, vicino alla costa scozzese. L’età di questa pecora dalla faccia nera era riportata sul suo marchio auricolare: quando è morta nel 2012, aveva 25 anni e 11 mesi. Non ha però mai ricevuto il titolo di “pecora più vecchia del mondo”, perché il suo proprietario non ha mai chiesto il riconoscimento con l’organizzazione dei record. Purtroppo, poiché la sua scomparsa non è stata naturale, Methuselina avrebbe potuto diventare molto più vecchia: la pecora purtroppo è caduta da una scogliera verso la sua morte. Una fine un po’ ironica, tra queste storie sulle pecore più assurde.
Nel 2019, una pecora è caduta su una scogliera in Galles. Fortunatamente era illesa, ma questo simpatico e pacifico animale era rimasto intrappolato tra le rocce. Un turista canadese arrivò alla baia del Pembrokeshire e notò la pecora nel crepaccio. La decisione di questo uomo, rimasto senza nome, di tentare l’eroico salvataggio è stata fotografata da Andrea Williams, un uomo che semplicemente passeggiava lì ed ha notato il dramma che si stava svolgendo.
Inoltre, la pecora è rimasta calma per tutto il tempo, ed ha persino permesso all’uomo di trascinarla indietro per la scogliera senza problemi. Se questa fosse una normale storiella, finirebbe qui: ma le storie sulle pecore sono veramente strane. Quando le foto hanno raggiunto i social di Williams, le persone hanno subito elogiato le azioni dell’uomo come gentili ed eroiche. Ma qualcuno invece non è stato così gentile con l’eroico canadese, affermando che avesse invece eseguito una “acrobazia pericolosa”. In realtà, l’uomo si è messo in un pericolo veramente minimo. Il canadese si è arrampicato con cura, e se fosse caduto in mare, l’acqua era profonda solo 3 metri.
Nel 2019, i genitori francesi hanno sentito che la classe di una scuola locale sarebbe stata chiusa a causa dello scarso numero di studenti iscritti. Il calo in realtà era scarso, ma i genitori turbati non si sono dati per vinti. Per qualche ragione infatti, l’autorità educativa nazionale ha deciso che sarebbe stata la mossa migliore dopo che gli allievi erano scesi da 266 a 261.
La scuola elementare, situata nelle Alpi francesi, serviva il villaggio di Crets en Belledonne. Uno dei contadini del villaggio prese il suo gregge di pecore e andò a scuola. Aveva un piano: dopo essere arrivato a scuola, ha prodotto certificati di nascita per le 15 pecore e le ha iscritte come studenti. Nella maggior parte degli altri luoghi, l’atto avrebbe causato un incidente legale, una chiamata alla polizia o alla protezione animali, o forse anche ad uno psichiatra. Tuttavia, in questo caso, i lanosi studenti sono stati iscritti durante una cerimonia supervisionata dallo staff della scuola, i bambini ed i genitori dei bambini. Sebbene le pecore non abbiano mai seguito una lezione di storia o ricevuto compiti a casa, l’iniziativa ha funzionato: la classe è rimasta attiva.
La pecora Dolly è nata il 5 luglio 1996. È stata il primo mammifero clonata. Ma nonostante abbia fatto la storia, i problemi medici della pecora erano evidenti. Quando aveva un anno, il DNA di Dolly stava già invecchiando. A cinque anni, zoppicava con l’artrite, ed un anno dopo, è morta per un virus. La sua vita di sei anni era in genere doppia negli animali della sua razza.
Col passare del tempo, Dolly è stata spesso citata come prova dei fallimenti della clonazione. Per testare questa voce, l’Università di Nottingham ha clonato 10 agnelli di Dolly usando la stessa tecnica che ha creato lei in prima battuta. Sono nati nel 2007, e solo quattro sono sopravvissuti a lungo termine. Per avere il giusto confronto sulla loro salute, i quattro “Nottingham Dollies” sono stati allevati con altre pecore. Vivano quindi in un gregge misto di cloni (non di Dolly) e di pecore normali.
Gli fu data una vita pacifica e, nove anni dopo, gli scienziati annunciarono che i quattro Dolly sembravano sani per la loro età. Solo uno dei quattro animali aveva sviluppato una moderata artrite. Sembrerebbe quindi che la clonazione non acceleri l’invecchiamento poiché i loro livelli cardiovascolare, articolare e metabolico erano gli stessi delle altre pecore di nove anni.
Ai bambini con alcuni difetti cardiaci a volte si devono sostituire i vasi sanguigni, in particolare quelli che collegano cuore e polmoni. Il materiale dei vasi sanguigni ricostruiti attualmente non può crescere con il bambino: questa sfortunata discrepanza significa che i pazienti devono ricevere anche fino a sette interventi chirurgici per sostituire i vecchi vasi con quelli più grandi.
Nel 2016, i ricercatori hanno testato una nuova tecnica sugli agnelli di cinque settimane. Hanno sostituito i vasi sanguigni cuore-polmone degli animali con qualcosa cresciuto in provetta. L’innesto è iniziato come cellule di pelle di pecora che sono diventate un tessuto. Dopo un po’, le cellule sono state eliminate, e hanno lasciato dietro una struttura a base di proteine che è stata impiantata in ogni agnello.
Il primo successo è arrivato quando il loro sistema immunitario ha accettato i trapianti. Ma soprattutto, i vasi sanguigni crescevano con gli agnelli in crescita. Quando avevano un anno, i vasi funzionavano quasi come le normali arterie adulte. Una volta perfezionata per soddisfare gli standard umani, questa procedura potrebbe ridurre le operazioni per i bambini a un solo intervento chirurgico.
La sclerosi multipla (SM) interferisce con il midollo spinale e la comunicazione cerebrale, spesso con sintomi devastanti. I medici non conoscono i fattori scatenanti e non esiste una cura per questa condizione. La ricerca precedente ha già dimostrato che i pazienti con sclerosi multipla hanno più anticorpi contro una tossina chiamata epsilon. Nel 2018, uno studio ha cercato di ottenere maggiore chiarezza sulla questione.
L’Università di Exeter ha analizzato 250 volontari, la metà dei quali aveva la sclerosi multipla. Ancora una volta, hanno trovato un’enorme differenza di tossina tra i due gruppi: circa il 43% di coloro che avevano la malattia mostrava gli anticorpi per l’epsilon. Il livello del gruppo libero da sclerosi multipla era solo al 16%. È interessante notare che la tossina è creata dal batterio Clostridium perfringens: questi organismi vivono principalmente nell’intestino delle pecore.
Le statistiche hanno anche mostrato che il tasso di sclerosi multipla è generalmente più elevato nelle aree con un gran numero di ovini. Tuttavia, ciò non significa che abbracciare un agnello causerà la sclerosi multipla. Tutti i ricercatori possono però affermare con certezza che esiste un legame tra la tossina e la malattia. Se dimostrate oltre ogni dubbio, queste informazioni possono aiutare i ricercatori a progettare un vaccino in grado di prevenire o curare le prime fasi della sclerosi multipla.
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