Alcuni animali ci fanno davvero paura, che sia per motivi validi o no. Ma in queste storie di animali feroci, scopriremo che possono essere anche più spaventosi di quel che pensiamo.
In natura, è corretto che un animale possa aver paura di un’altra specie che potrebbe mangiarlo. Si tratta di un comportamento comprensibile. Anche nel nostro caso, a volte, temiamo degli animali feroci perché pensiamo possano farci del male, nonostante siamo una specie ed una civiltà ormai avanzata. Predatori come squali e leoni, insetti striscianti, ragni grandi quanto un gattone, e praticamente tutto quello che c’è in Australia, suscitano in noi la risposta classica di “combattere o scappare”. E come se non avessimo già abbastanza motivi per diffidare di questi animali non proprio domestici, ecco alcune storie davvero incredibili, che rendono alcuni animali già feroci ancora più terrificanti.
Storie di animali feroci: ai limiti dell’horror
Gli squali usano il sole per cacciare
Dal 1580, gli squali hanno attaccato oltre 2.700 persone e ne hanno uccise quasi 500. In soli numeri, queste statistiche non sembrano così male. Consideriamo il fatto che ci sono 10 volte più probabilità di morire per il solo fatto di essere in acqua, rispetto al poter finire nelle fauci di uno squalo. Eppure, siamo ancora terrorizzati da questi predatori acquatici e dentati, che possono avere fino a otto file di denti, e possono mordere con una forza fino a 1,6 tonnellate.
Una nuova ricerca mostra che gli squali – in particolare i grandi squali bianchi – sono anche più intelligenti di quanto si pensava. Si scopre infatti che gli squali usano il Sole a loro vantaggio durante la caccia. Si è visto che si posizionano con le spalle al sole mentre cacciano al mattino ed alla sera, per ridurre il bagliore e migliorare la loro visione della sfortunata preda, oltre a rendersi più difficili da avvistare in controluce. Quindi che sia una lezione per noi: se vogliamo andare a nuotare nelle acque australiane, facciamolo in una giornata nuvolosa.
I pesci gatto cacciano i piccioni
Se quando si parla del pesce gatto, immaginiamo quei piccoli pesci che si trovano negli acquari di casa, ci aspetta una sorpresa. Il pesce gatto può variare in dimensioni da pochi centimetri, fino alle dimensioni di un orso grizzly. Non c’è però nulla di cui preoccuparci, dal momento che il pesce gatto generalmente non caccia gli umani, almeno per ora.
Basta stare lontano dalla riva del fiume Tarn nella Francia occidentale, dove alcuni pesci gatto europei hanno sviluppato un certo gusto per gli uccelli.Questi grandi pesci nuotano fino agli uccelli ignari, ed inseguono lentamente la loro preda fino a quando non stanno quasi per sollevarsi dall’acqua. A quel punto, si lanciano verso gli uccelli, trascinandoli nuovamente in acqua in modo simile agli alligatori.
In un caso, su 54 tentativi di catturare il pranzo alato, 15 hanno avuto successo. Ancora più interessante è il fatto che i piccioni fermi sull’acqua sono stati ignorati dai pesci gatto, anche se si trovavano proprio accanto a loro. Questo suggerisce che il pesce gatto non vede gli uccelli, ma sente i loro movimenti che fanno increspare l’acqua.
Gli orsi sono veri e propri stalker
Anche se viviamo in una città lontana dagli orsi, probabilmente conosciamo un famoso consiglio: in caso di attacco di un orso, fare il morto. In realtà, è molto più complicato di così. Fare il morto funziona solo con gli orsi grizzly. Se veniamo attaccati da un orso nero, sarà meglio combattere per la vita e allontanarci il più rapidamente possibile. O, meglio ancora, evitiamo del tutto lo scontro. Questo a meno che non siamo stati sotto gli occhi dell’orso per ore.
Si scopre che gli orsi neri che hanno maggiori probabilità di attaccare non sono gli orsi madri che proteggono i loro cuccioli – loro agiscono solo minacciandoci, per farci andare via. Sono invece gli orsi neri maschi che pensano che potremmo essere una prelibatezza.
Il problema è che potremmo anche non vedere affatto arrivare l’orso. Questo predatore è silenzioso, e ci seguirebbe proprio come farebbe un leone. Una volta che un orso ha deciso che siamo la sua preda, potrebbe seguirci in silenzio, a volte anche strisciando nel sottobosco, ed una volta che è abbastanza vicino, caricare alla velocità di un cavallo per affondare il suo morso assassino.
I ragni usano i loro predatori naturali come guardie del corpo
Molte persone hanno paura dei ragni, e per una buona ragione. Molti ragni sono velenosi, e possono ferire o anche uccidere gli esseri umani. Il più velenoso tra questi è il ragno errante del Brasile (del genere Phoneutria), una bestia di quasi 18 centimetri, con un veleno così potente che ne basta anche meno di un milligrammo per uccidere un topo.
Quando non si può fare affidamento su un morso come quello di animali feroci più grandi, alcuni ragni ricorrono all’essere astuti, come nel caso di un piccolo ragno che salta (i ragni della famiglia Salticidae). Tutti vogliono mangiare questo piccoletto, comprese le formiche tessitrici e un altro tipo di ragno, il ragno che sputa (detto anche Scytodidae). Come se non bastassero i motivi per cui i ragni fanno paura, aggiungiamo alla lista anche il cannibalismo. Il ragno che sputa costruirà letteralmente la sua casa sopra il ragno che salta, così che sia più facile afferrare questi piccoli bocconcini.
Non contento del suo vicino del piano superiore, il ragno che salta ha sviluppato un tipo speciale di amicizia con la formica predatrice tessitrice. Vale a dire, questi ragni sanno usare le formiche come guardie del corpo personali pro bono. I ragni che sputano si tengono lontani dalle formiche tessitrici, quindi i ragni che saltano hanno imparato a costruire le loro case sopra i nidi delle formiche tessitrici, fortificandoli per impedire alle guardie del corpo di rivoltarsi contro di loro.
I veleni di alcuni serpenti innescano convulsioni
Ci sono oltre 600 serpenti velenosi nel mondo e ci sono buone probabilità che ne incontreremo almeno uno durante la nostra vita. Per chi è stato morso da un serpente velenoso, c’è una lunga lista di sintomi associati al veleno che scorre nel sangue. E se le reazioni specifiche dipendono dal tipo di serpente, i sintomi includono vertigini, svenimenti, intorpidimento e vista offuscata, solo per elencarne alcuni.
La maggior parte di questi sintomi sono ciò che abbiamo sicuramente visto in TV o nei film. Tuttavia, un certo tipo di veleno, trovato in un raro tipo di serpente di corallo, ha sconcertato gli scienziati per il suo effetto insolito: provoca convulsioni. I ricercatori sono finalmente riusciti a capire come funziona il veleno nel febbraio 2015. Le tossine del veleno si legano ai recettori nervosi proprio come succede con altri serpenti, ma invece di provocare intorpidimento, provocano violente convulsioni. In effetti, queste tossine sono così efficaci nel provocare convulsioni che gli scienziati stanno ora usando il veleno di serpente per capire come fermare le convulsioni e potenzialmente curare l’epilessia, un lato positivo di questa storia terrificante.
I pipistrelli vampiro possono correre
I pipistrelli vampiro cacciano con la copertura della notte, bevendo il sangue dal bestiame in un modo così efficace e simile a una zanzara che la inconsapevole preda a volte non se ne accorge nemmeno. Sebbene questi piccoli Dracula preferiscano di gran lunga mucche e maiali, è noto che si possono rivolgere agli umani quando altri cibi scarseggiano.
I pipistrelli vampiri sono fantastici animali volanti, ma hanno un altro asso nella manica: possono correre. Nel 2005, alcuni ricercatori hanno messo pipistrelli vampiri su un tapis roulant (come perché? Per la scienza!). Arrivati ad una certa velocità, i pipistrelli sono andati al galoppo a quattro zampe in modo scatenato, raggiungendo una velocità massima di 7 chilometri all’ora. I pipistrelli vampiro sono mammiferi, quindi ha senso che abbiano questo tipo di locomozione nei loro geni, ma questo non rende meno terrificante avere una creatura succhiasangue della notte che ti sa anche inseguire come un piccolo cavallo sbilenco.
Gli scorpioni spruzzano veleno ai nemici
Gli scorpioni sono probabilmente al pari con i ragni nella categoria “creatura con più zampe più terrificante”. In effetti, la natura ha persino deciso di unire questi due aracnidi in una terribile creazione: i solifugi. Nonostante la loro cattiva reputazione e l’aspetto minaccioso, le punture di scorpione di solito non sono poi così cattive. La maggior parte delle 1.500 specie conosciute sono per lo più innocue. Le loro punture sono dolorose, ma basta evitare semplicemente il contatto con la coda e dovremmo stare bene.
Questo non è il caso se ci si trova contro il Parabuthus transvaalicus, che può schizzare veleno dalla coda se si sente minacciati. Questo comportamento è noto da tempo, ma gli scienziati avevano ipotizzato che la reazione fosse involontaria, Ma nel giugno 2015, un team di ricercatori ha scoperto che questi scorpioni possono spruzzare o no, a seconda di quanto si sentono minacciati.
Le api possono bollire i calabroni a morte
Sebbene le api da miele siano in genere innocue e non aggressive per l’uomo, molte persone hanno paura di loro come di qualsiasi insetto volante. Le api giapponesi hanno la loro paura nera e gialla da affrontare: il calabrone gigante asiatico. “Gigante” e “calabrone” sono due parole che non dovremmo mai sentire nella stessa frase. Un calabrone gigante ha le dimensioni di un pollice umano e può uccidere 40 api in meno di un minuto. Un piccolo gruppo può lasciare sulla loro scia un intero campo di battaglia di migliaia di api morte.
Le api hanno deciso di averne avuto abbastanza dai loro cugini giganti ed hanno imparato a combattere. Sciamano attorno a un calabrone minaccioso, creando una calda palla difensiva di api (che è anche peggio della frase “calabrone gigante”). L’interno della palla sale a una temperatura di 47°C, per un massimo di 20 minuti, facendo letteralmente bollire il calabrone vivo.
Squali enormi mangiano squali più piccoli
Non si poteva avere una lista di storie di animali feroci senza un paio di storie di squali. Per 10 anni, i ricercatori hanno lottato per capire che tipo di mostro aveva potuto mangiare un grande squalo bianco di 3 metri. Durante le riprese di un documentario nel 2003, i ricercatori hanno seguito una femmina di grandi dimensioni per studiare i suoi movimenti. In poco tempo, tuttavia, notarono che lo squalo si era tuffato a 600 metri sotto la superficie e quindi aveva subito un improvviso picco di temperatura.
I ricercatori avevano solo una spiegazione per questo strano comportamento: qualcosa aveva mangiato lo squalo. La temperatura non era compatibile con una balena o con un altro squalo… a meno che non fosse enorme. Potrebbe essere stato esattamente quello che è successo.
Gli storni possono imparare la grammatica umana
Una delle cose che distingue gli umani da ciò che consideriamo specie “minori”, è la nostra innata capacità di creare e imparare un linguaggio complesso. Anche se molti altri animali hanno la capacità di produrre centinaia di suoni diversi e combinarli in modi significativi, gli scienziati sostengono che il linguaggio umano è speciale perché è molto più complesso dei suoni animali.
Ma ecco lo storno europeo, un piccolo uccello nero parassita, che ha conquistato il Nord America dopo che alcuni fan di Shakespeare hanno pensato che sarebbe stato bello liberare 100 degli uccelli nel Central Park di New York. Da allora, oltre 200 milioni di storni hanno reso la loro missione la vita di cacciare aggressivamente altri uccelli. Gli storni sono anche eccellenti uccelli canori e sanno fare imitazioni, il che ha portato gli scienziati a chiedersi: gli storni possono imparare le complesse regole grammaticali ritenute uniche per il linguaggio umano?
La risposta è sì, anche se molto lentamente: dopo mesi e migliaia di prove, a un gruppo di storni è stato insegnato a riconoscere e cogliere una struttura grammaticale che per anni era stata considerata unica per gli umani, inserendo informazioni nel mezzo di una frase anziché in entrambe le estremità. Finora, gli storni non sembrano essere in grado di usare le regole che imparano per rispondere a quello che fanno gli umani, ma potrebbe essere solo questione di tempo.
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F. B.