Buone notizie per i possessori di animali d’affezione: le spese veterinarie sono detraibili. Scopriamo in che misura e come fare per ottenere il beneficio.
Anche per l’anno 2021 è stata confermata la possibilità di usufruire della detrazione per le spese veterinarie sostenute per la cura del proprio animale domestico. Scopriamo insieme quali sono le soglie previste dalla legge e qual è la procedura da seguire per poter usufruire del beneficio fiscale.
A norma dell’art. 15 TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi) sono detraibili, tra le altre cose, le spese veterinarie fino all’importo stabilito dalla legge.
Il beneficio spetta a chi, per la cura del proprio animale d’affezione o per quello detenuto ai fini della pratica sportiva, abbia sostenuto delle spese
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La legge stabilisce gli importi minimi e massimi entro i quali le spese veterinarie sono detraibili, nella misura del 19% del totale sostenuto.
La soglia minima da superare, a partire dalla quale si ha diritto al beneficio è 129,11 euro; questa costituisce la cosiddetta franchigia, che rimane a carico del contribuente.
La soglia massima per l’anno 2021 è 550 euro; nel 2020 invece l’importo massimo era 500 euro. Dall’importo totale andrà sottratto il valore della franchigia; dal 19% del risultato di tale sottrazione ricaveremo la somma cui avremo diritto.
Ecco un piccolo esempio pratico. Laddove la spesa sostenuta per le visite veterinarie del nostro cane siano pari, per l’anno 2021, a 550 euro, svolgeremo questa piccola operazione:
550 (Totale spese) – 129,11 (Valore franchigia)= 420,89
420,89 * 19%= 79,97
Pertanto, nel caso indicato nell’esempio, avremmo diritto ad una detrazione pari a 79,97 euro.
Per l’anno 2020, la massima somma dovuta per le spese veterinarie detraibili è pari a 70,47 euro.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito con una circolare che ogni soggetto ha diritto ad usufruire di una detrazione massima entro i limiti indicati, indipendentemente dal numero di animali posseduti.
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Per poter usufruire del beneficio, è necessario, prima di tutto, che il soggetto dimostri la proprietà dell’animale.
Non si pongono particolari problemi per Fido, e la ragione è semplice: a norma di legge il microchip del cane è obbligatorio.
Per altri animali d’affezione, come il gatto ed il furetto, pur non essendo obbligatorio, inoculare il chip potrebbe essere la scelta giusta; anche se la legge non impone tale adempimento, è fortemente consigliato perché da un lato favorisce il ritrovamento dell’animale smarrito, dall’altro scoraggia l’odioso reato di abbandono di animali.
Da oggi in poi, v’è un ulteriore motivo, che è quello di poter beneficiare della detrazione delle spese veterinarie. Anche la fattura d’acquisto dell’animale costituisce titolo valido a provarne il possesso; in alternativa è bene ottenere il rilascio del passaporto dell’animale.
Le spese veterinarie, affinché siano detraibili, devono essere tracciabili; pertanto non si può usufruire del beneficio pagando in contanti. I costi sostenuti devono essere indicati nel Modello 730, dal rigo E8 a E10, all’interno della sezione I.
Antonio Scaramozza
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