“Sono ancora un gatto”: i felini domestici con handicap al centro di un progetto fotografico

“Sono ancora un gatto”: i felini domestici con handicap al centro di un progetto fotografico

gatti handicap -amber

Si chiamano “Tris”, “Zampetta”, “El Gringo” o il “Pirata” perché hanno solo tre zampe oppure una gamba più corta o hanno perso un occhio a causa di un’infezione. Tutti gatti portatori di handicap che spesso e volentieri vengono discriminati e lasciati per anni nei gattili perché a loro molte persone preferiscono gatti “sani”.

Eppure sono pieni di salute e di vita e di certo hanno un’energia da vendere e come tutti i felini sono curiosi, amano giocare e sono affettuosi. E così, una fotografa di origine polacca, Monika Malek, che si commuoveva leggendo storie di gatti senza una gamba che venivano adottati ha deciso di dedicare loro un progetto intitolato “Sono sempre un gatto”, i cui proventi sono devoluti per aiutare numerosi mici biosgnosi.

Una serie di ritratti di felini con alcuni handicap che sembrano esseri normali e la cui bellezza, eleganza, nobiltà o “follia” non vengono mai a mancare.

“Un giorno mi sono svegliata e mi sono detta che avrei voluto fare in modo che le persone non facessero più distinzioni tra gatti sani e handicappati. Ho sempre le lacrime agli occhi quando leggo una storia che parla di un gattino che ha subito un’amputazione e che trova comunque una famiglia. D’altra parte mi sono chiesta se ciò fosse veramente necessario. Mi chiedo perché dobbiamo utilizzare delle espressioni discriminanti come gatti handicappati, per evidenziare che le loro adozioni sono meno frequenti”.

Il bellissimo progetto della Malek mostra questi felini che sembrano normali e solo facendo molta attenzione si noterà il difetto. L’animale preserva la sua natura in ogni modo e di certo non si fa limitare da questioni “estetiche”.

Sito di riferimento: Monika Malek

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